Lombardia, servizio sanitario pubblico: il 27 luglio si fa…

sul serio per il Referendum abrogativo regionale.

Comunicato di Medicina Democratica

CONFERENZA STAMPA
Milano, 27 luglio 2023
Presentazione Referendum popolare abrogativo per ridare preminenza al servizio sanitario pubblico in Lombardia

Giovedì 27 luglio 2023 oltre 100 elettori promotori depositeranno al
protocollo della Regione una proposta di Referendum abrogativo regionale impostata su tre quesiti relativi alla legge sanitaria regionale, la 33/2009, modificata da ultimo con la legge 22/2021.
Per illustrare gli obiettivi del Referendum i promotori hanno indetto una Conferenza Stampa, che si terrà, nella stessa giornata di giovedì 27 luglio, alle 12, in Sala Gonfalone al 1° piano del Pirellone, con la partecipazione dei rappresentanti del Comitato promotore.
L’iniziativa referendaria è il proseguimento della grande e unitaria mobilitazione in atto da tempo in Lombardia sulla situazione drammatica del servizio sanitario pubblico, fra cui le grandi manifestazioni del 1 aprile in Piazza Duomo e del 24 maggio sotto la Regione.
“Occorre rapidamente e radicalmente cambiare la direzione del servizio sanitario regionale” dichiarano i primi cinque firmatari della proposta referendaria: Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica, Vittorio Agnoletto responsabile dell’Osservatorio Salute, Massimo Cortesi, presidente regionale ARCI, Federica Trapletti, segretaria regionale SPI-CGIL, Andrea Villa, presidente ACLI Milano: “e il Referendum si propone come una iniziativa dal basso, condivisa da numerose associazioni, organizzazioni e comitati”.
“Sappiamo bene – aggiungono – che lo strumento del referendum abrogativo, per suoi limiti intrinseci, non permette di modificare radicalmente una legge complessa e più volte modificata come la legge sanitaria regionale, ma certamente toccherà alcuni nodi fondamentali”.
La conferenza stampa sarà disponibile anche in streaming al seguente link: https://regione-
lombardia.webex.com/regione-lombardia-it/j.php?MTID=mcd991c80a6468fa362ce649b9c61e26

 

 

Redazione
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Un commento

  • DIRITTO ALLA SALUTE SOLO PER I RICCHI?
    La “bottega” riprende un intervento di Danilo Tosarelli

    Non sono nè un medico, nè un esperto di sanità.
    Sono un comune cittadino che ama stare sul pezzo.
    Ecco perchè mi informo, scavo, divulgo.
    Mi è difficile trascurare avvenimenti importanti, che ci riguardano.
    Il 12 settembre 2023 il Consiglio Regionale della Lombardia ha votato.
    Con una forzatura, verrà interpellato il TAR, ha respinto una richiesta.
    Quella di indire 3 referendum sulla Sanità della Lombardia. Legge 21/2022.
    In discussione l’equivalenza perfetta tra Sanità Pubblica e Privata.
    Si ritiene he in Lombardia, il curarsi sia diventato un lusso per pochi.
    Le associazioni promotrici desiderano interpellare in merito i cittadini.
    Perchè si vuole negare un’espressione di democrazia diretta come il referendum?
    Quali grandi interessi muove la scelta di privilegiare il privato sul pubblico?
    L’OMS, ricerca del 2000, esaltava il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
    Secondo dopo la Francia, per efficienza di spesa e accesso alle cure pubbliche.
    Retaggio di uno straordinario welfare, nato negli anni 60. Per molti irripetibile.
    Quello che per davvero, ti accompagnava dalla culla alla tomba. Tutto pubblico.
    Oggi è tutto drammaticamente cambiato. La sanità pubblica non è più la stessa.
    L’assistenza ed il benessere del cittadino non è più al primo posto. E si vede.
    Oggi il pubblico vive una concorrenza sleale con la sanità privata.
    Secondo l’osservatorio GIMBE, il 60% dei fondi pubblici finiscono in mano ai privati.
    Più del 50% degli istituti sanitari che si occupano di malattie croniche sono privati.
    L’80% dell’assistenza sanitaria, rivolta a persone non autosufficienti, è privata.
    Ormai è gara costante tra il numero di ospedali pubblici e quelli privati.
    Aumentano quelli privati, vengono dismessi quelli pubblici. Già da tempo è così.
    Peccato che nell’economia generale, la collettività paghi un prezzo assai salato.
    Un giorno di degenza in un ospedale pubblico, costa 4170 euro.
    Un giorno di degenza in un ospedale privato ci costa 5000 euro.
    Ma vogliamo parlare del Pronto Soccorso privato? 149 euro e ti visitano subito.
    Purtroppo, ogni scelta va in questa direzione ed il privato viene favorito.
    La privatizzazione della Sanità è ormai un business irrefrenabile.
    Peccato che i penalizzati siano sempre gli stessi. Quelli più poveri.
    Il 7% degli italiani non ce la fa a curarsi. Stiamo parlando di 4 milioni di persone.
    Altri 2 milioni, causa i tempi d’attesa spesso lunghissimi, vi rinunciano. ( 3,5%).
    Perdiamo per strada, abbandonandoli al loro destino, oltre il 10% degli italiani.
    Mi chiedo se tutto ciò sia degno di un Paese civile. Evviva chi ha i soldi per curarsi.
    I ricchi non hanno mai avuto il problema di dover trovare i soldi per curarsi.
    E guarda caso, anche in Italia vivono bene e più a lungo dei pezzenti sopracitati.
    Il sottoscritto si indigna, forse perchè non è un benestante, ma altri giustificano.
    Ed addirittura osano attaccare e sparlare di chi lavora per il servizio pubblico.
    Si sostiene che la Sanità Pubblica è fonte di sprechi, oltre ad essere inefficiente.
    Medici di famiglia che prescrivono troppi esami ai loro pazienti ipocondriaci.
    Esami inutili, che vanno poi ad intasare ambulatori ed ospedali. inaccettabile.
    Non parliamo dei Pronto Soccorso, che per dare retta a tutti fanno aspettare troppo.
    Ed allora ben vengano i servizi offerti dalle strutture sanitarie private. ineguagliabili.
    Efficienti e veloci nelle prenotazioni. Ed anche se si deve spendere di più… li vale.
    Io poi, ho l’assicurazione privata che mi rimborsa quasi tutto. Meglio di così…
    Queste figure, ricche o perlomeno benestanti, hanno la loro ricetta.
    Certamente, qualcuno in politica potrebbe accarezzarne l’idea.
    Smettere di finanziare il servizio pubblico che non funziona bene.
    Far convergere per scelta, i relativi fondi verso la sanità privata.
    Una sanità pubblica sempre più depauperata. Per i poveri.
    Isole di eccellenza sanitaria, assai costose, per chi può pagare. Loro.
    Davvero ritenete che tutto ciò sia improponibile? Io osservo i movimenti in atto.
    La salute è oggi un business vincente e molto redditizio. Ho qualche notizia.
    Il gruppo San Donato si sta già espandendo, anche fuori dai confini nazionali.
    La Finanziaria EXOR degli Agnelli, sta già investendo nel settore sanità.
    Molti grandi gruppi si stanno riconvertendo ed indovinate dove mirano.
    Credo che presto vedremo debuttare anche l’ Amazon della Sanità.
    Già esiste negli USA ” Amazon Pharmacy” e “One Medical”.
    Per non parlare di Big Pharma, che a livello planetario decide le nostre vite.
    Decide i tempi della ricerca. Decide se devi ancora vivere, oppure morire.
    I poteri forti e la politica che li sostiene hanno già scelto. L’Italia scodinzola.
    Lentamente, ma senza trovare grandi opposizioni, la Sanità Privata si afferma.
    La nostra storia di assistenza universalistica, sta precipitando sempre più.
    Drammaticamente, avanza il modello americano che è da sempre diverso.
    In USA, il diritto alla salute e alle cure è basato su principi di natura privata.
    Sono le Assicurazioni private a garantire tutto ciò. Ma il costo è elevatissimo.
    Non a caso sono più di 28 milioni gli americani senza tutela sanitaria.
    In USA, l’aspettativa di vita è molto inferiore a quella di altri paesi industriali.
    Non credo possa essere questo il modello da seguire. È cinico e disumano.
    La malattia non è una punizione divina per chi fa del male agli altri. I cattivi.
    La malattia è una disgrazia che può colpire buoni e cattivi. Ecco perché.
    Il diritto alla salute deve restare inviolabile e va garantito ad ogni essere umano.
    Peccato che non tutti la pensino così. Mi chiedo con quale coscienza.
    Oggi è il sud del mondo a pagarne gli esiti più disumanizzanti. Purtroppo.
    Sono paesi sottosviluppati… L’Africa è lontana… Da noi non accadrà mai…
    Sono queste le considerazioni che si sentono qua e la’.
    Ringrazio OXFAM, che ci ha portato a conoscenza dei fatti.
    Siamo in Kenya. Women’s Hospital di Nairobi. Ospedale privato ovviamente.
    In Africa esiste quasi esclusivamente la Sanità Privata e la devi pagare.
    Una donna si è vista trattenere il figlio appena nato. Non aveva I soldi.
    Il parto costava 3mila dollari. Dopo 3 mesi, la donna trova i soldi richiesti.
    È solo a quel punto, che la creatura viene ridata alla giovane madre.
    Stesso Ospedale. Viene negata la salma della madre alla figlia legittima.
    Le spese sanitarie sono costate 43mila dollari e la donna non li ha.
    Solo dopo 2 anni, con relativo pagamento, la salma viene restituita.
    Sembrano racconti da film dell’horror. Purtroppo sono realtà documentata.
    In Nigeria vi sono i Lagoon Hospitals. Il parto lo devi pagare da subito.
    Con copertura assicurativa, aziendale o ancora meglio in contanti.
    Il 97% della popolazione nigeriana, non ha copertura assicurativa.
    Il parto costa 9 mesi di reddito del 50% della popolazione piu povera.
    In Uganda, esiste il Nakasero Hospital di Kampala. Durante il Covid 19.
    Costo di un letto in terapia intensiva 1900 dollari al giorno.
    Al TMR Hospital di Kampala, un paziente è deceduto causa Covid 19.
    La famiglia si è ritrovata un conto da pagare di 116mila dollari.
    OXFAM, Confederazione internazionale no profit, ha segnalato molto.
    Episodi che hanno fatto inorridire milioni di persone nel mondo.
    Il suo scopo è quello di voler dare la sveglia. Prevenire il disastro.
    La via maestra rimane la salute pubblica, universalista e gratuita.
    L’alternativa è la disumanizzazione, che può avere degli alleati.
    Affaristi privati, che senza scrupolo se ne approfittano. Fare lucro.
    In Italia stiamo andando sempre più in quella direzione.
    E la scusa principale, è la mancanza di denaro da investire in Sanità.
    Io registro, che I soldi da investire in armamenti non mancano mai.
    Le guerre esistono da sempre e in silenzio vengono finanziate.
    Contrapporre il diritto alla salute al dramma della guerra è doveroso.
    La salute di ognuno di noi non può avere prezzo. Lo scopri nel tempo.
    E se è vero che curare è sempre un costo, sono soldi spesi bene.
    Non si potrebbe spenderli in un modo migliore.
    Sono i soldi di noi tutti, ricchi e poveri e nessuno ha il diritto di specularci.
    DANILO TOSARELLI – MILANO

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