MajazzBluesdisc
come db rimase estasiato dal vecchio/nuovo «Majakovskij jazz blues discanto» di Sandro Sardella
«Vento che torna». O per essere più precisi:
«Majakovskij vento che passa
«Majakovskij vento che torna
«Majakovskij gioia e rivoluzione
«Majakovskij perduto
«Majakovskij ri/trovato
………………….re-suscitato».
L’orgoglio è un peccatuccio? Come che sia sono felice: pochi giorni fa mi è arrivato per posta «Majakovskij jazz blues discanto» di Sandro Sardella, fresco di stampa (luglio 2023 Era Comune): 18 pagine, copertina – di Giovanni Trimeri – compresa. In ultima pagina o quarta di copertina se preferite un brano della «Lettera aperta agli operai» che Vladimir Majakoskij fece circolare nel 1918. Chi lo pubblica, dite? Le edizioni Toc Toc ovvero poco più di un vecchio ciclostile. L’orgoglio nasce dal fatto che la mia è la copia 8 di 200, tutte firmate da Sandro Sardella.
Libretto senza prezzo, in ogni senso.
Ma scusate… Sandro chi? Se passate ogni tanto in “bottega” – o se girate nei magazzini di chi forgia parole come grimaldelli per scassinare i mondi – lo conoscete. E io ve lo consiglio. Non mi frega l’amicizia (cresciuta nel tempo) credo: ho davvero stima per i «discanti» sospesi fra rivolta sociale-politica e le avanguardie del ‘900. Fra l’altro Sardella nel 1980 ha fondato (con Giovanni Garancini) la rivista «abiti lavoro» – tutto minuscolo, era una voce della busta paga – ovvero «quaderni di scrittura operaia»; ed è animatore di varie Brigate Poetiche che tolgono la naftalina ai versi (tipo scuola dell’obbligo) seminandoli in strade, cantine, centri sociali.
E poeta di strada fu anche il russo (georgiano, direbbe l’anagrafe; ma «sovietico» nel profondo) Majakovskij.
In questo libretto Sardella riprende il suo «Caro Majakovkij» del 1987: c’è un poema intitolato «A voi, fucilati sulle barricate dello spirito» con un suo inchiostro di china su carta e alcuni versi del «Majakovskij» di Etel Adnan, poetessa (o “poeta”) libanese-americana.
Prima di salutarvi con 6 righe di Sardella, rispondo alla domanda inevitabile di una ostinata minoranza: “ma se io volessi una delle 200 copie cosa dovrei fare?”. Facile: . chi desidera copia .. scriva a sardella.sandro@alice.it e dia il suo indirizzo .. il costo: tre francobolli da lettera ..
E adesso io e voi ci potremmo salutare così:
«… qualcuno grida “cacciare fuori chi disturba”
“parlate di teatro di cinema di pittura
di musica di filosofia di ballo anche di vini
di cucina ma non parlate di Majakovskij
di Pasolini di Hikmet di Neruda di Hirschman
o parlatene tanto da nauseare”…».
NOTA PER MAJAKOVSKiJANE/I DI PRIMO PELO
In “bottega” spesso abbiamo ospitato i versi di Majakovskij o “cose”che lo riguardavano, per esempio di suo cugino Alberto Masala. Fra tanti figli il più vagabondo è questo: Vladimir Majakovskij: «Se accendono le stelle…»
Invece db delirava (a fin di confessione e proposta) così: Vladimir Majakovskij, la rivoluzione necessaria e «la barca dell’amore»
(*) Qui, il sabato, di solito regna “cicala”: libraia militante e molto altro, sceglie ogni settimana i versi da regalare alla “bottega” e io posto. Ma si è presa una vacanza e io pur essendo il Daniele Barbieri “sbagliato” (il poeta infatti è il mio omonimo bolognese) le ho rubato questo spazio che “cicala” si riprenderà prestissimo.