Manifesto per un eros politico e rivoluzionario

Considerazioni di Franco Ricciardiello su «Il capitale amoroso» di Jennifer Guerra

«Il capitale amoroso è un libro che va in due direzioni. Da un lato si chiede in che modo il sistema economico, sociale, politico in cui noi viviamo influenzi il nostro modo di amare; ma dall’altro si chiede anche come l’amore possa a sua volta influenzare questo sistema — e non c’è dubbio che noi viviamo in un sistema che mette al primo posto l’accumulazione, la produzione, il profitto. L’elemento rivoluzionario che esiste nell’amore è la sua gratuità, la sua inutilità. L’amore non produce niente, non ha un utile che possiamo riconoscere e spendere all’interno della società; e già questo in nuce contiene un elemento rivoluzionario che scardina tutti gli assi della nostra società»

[Jennifer Guerra nel videoclip di promozione del libro Il capitale amoroso, sul sito Bompiani]

La lettura di «Il capitale amoroso» di Jennifer Guerra, uscito a aprile 2021 per Bompiani, sottile ma denso, mi ha procurato una serie di riflessioni che ancora non hanno cessato di produrre pensieri positivi.

Jennifer Guerra, nata nel 1995 a Brescia, è una giovane giornalista che ha pubblicato, tra l’altro, su La Stampa e L’espresso, sul francese Soft Révolution e su Jacobin Italia, ed è stata redattrice di The Vision. È autrice di un altro libro uscito l’anno precedente, Il corpo elettrico. Il desiderio nel femminismo che verrà, in cui sull’onda della poesia di Walt Whitman parla del corpo della donna, che nella società contemporanea è un campo di battaglia tra forze in contrapposizione.

I temi del recupero delle lotte femministe, del politico che diventa personale, arrivano come onda lunga anche in questo secondo testo, che si può considerare un pamphlet, apparso nella collana Munizioni diretta da Roberto Saviano.

Del concetto di amore, l’autrice comincia criticando la «narrazione romantica ed edulcorata, veicolata dai romanzi, dai film e dal marketing pubblicitario, che abbiamo ormai introiettato nel nostro sistema di valori» (pag 11), una rappresentazione zuccherosa che autorizza quella retorica reazionaria per la quale «l’amore è un’illusione per i deboli e per gli stupidi che si fanno manipolare e occorre prendere coscienza delle menzogne che ci raccontano sull’amore per accedere a un livello di consapevolezza superiore» (p. 48). Questo pregiudizio cinico è perfettamente funzionale alla convinzione che il sistema non possa cambiare, che «l’unica etica possibile sia l’assenza di etica del capitalismo» (p. 50).

La verità è che la nostra società da un lato mitizza l’amore, trasformandolo in un prodotto di consumo «irrazionale e indomabile» da spacciare in romanzi, film, musica, dall’altra parte stigmatizza la libertà della solitudine perché è funzionale all’individualismo. L’amore sottrae tempo alla produzione, di conseguenza si esalta la famiglia monogamica e patriarcale, perfettamente adeguata al modello repressivo del capitalismo, e nello stesso tempo i media colpevolizzano la solitudine di chi non è degno di essere amato, puntando il dito «contro le nostre caratteristiche, il nostro aspetto o il nostro stile di vita. Secondo la cultura dominante dovremmo cambiare per diventare degni di attenzione, e quindi di amore» (p. 15). Naturalmente questa possibilità di cambiamento è asservita alle esigenze del consumismo.

Per chiarire cosa intende con “amore”, parola in effetti generica e soggetta a fraintendimenti, Guerra recupera la classificazione in sei categorie proposta dal sociologo canadese John Alan Lee in «Colours of Love» (1973): eros, ludos, storge, pragma, mania e agape. L’amore agape è quello incondizionato, basato sull’altruismo e la compassione: dunque non solo quello connesso al desiderio sessuale, ma anche quello rivolto a un gruppo, a una comunità. È l’amore agape quello che possiede un potenziale rivoluzionario nei confronti della società neoliberista.

Jennifer Guerra costruisce la sua interessante proposta sul potenziale rivoluzionario dell’amore a partire da affermazioni provenienti da fonti diverse, relative al rapporto fra sentimento e forma economica della società: Roland Barthes, Erich Fromm, Karl Marx, Lise Vogel, Silvia Federici, Guy Debord, Byung-chul Han, Rosa Braidotti.

Questo libro è un contributo valido e originale nel dibattito sull’agonia del capitalismo, portata alla luce dalle contraddizioni generate dalla pandemia di Covid-19. Attendo con interesse il prossimo libro dell’autrice.

Jennifer Guerra, Il capitale amoroso. Manifesto per un eros politico e rivoluzionario, Bompiani, pp. 126, euro 15 (euro 9,99 eBook)

 

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