NATO: via libera al massacro dei curdi

articoli di Alberto Negri, Zeyneb Murad e Ahmed Karamus, Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. Un ricordo di Orhan Dogan. E altri link.

Turchia. Per Erdogan arriva il via libera al massacro dei curdi

di Alberto Negri (*)

Doppio standard. Il Sultano della Nato ha stabilmente insediato le truppe e occupato il territorio di altri stati senza che nessuno osi alzare neppure il sopracciglio. È lui a decidere, con la nostra complicità, chi siamo noi, che cosa è davvero l’Alleanza atlantica e soprattutto anche il destino dei curdi, siriani e iracheni.

I curdi iracheni erano intanto accorsi a difendere le loro postazioni. mentre dall’avanzata dell’Isis, ai curdi turchi, in conflitto perenne con Ankara, erano i jihadisti, sostenuti dai servizi turchi, a tagliare la gola. Allora i curdi erano i nostri eroi, acclamati come i difensori contro la barbarie, e ora, per far entrare Svezia e Finlandia nella Nato, abbiamo svenduto a Erdogan la loro sorte e i tanto conclamati valori occidentali. Perché di questo si tratta leggendo il memorandum firmato dai ministri degli esteri di Turchia, Svezia e Finlandia. Al punto 8 del documento si prevede, “sulla base delle informazioni fornite dalla Turchia”, l’estradizione di membri del Pkk, come presunti terroristi, ma anche degli appartenenti alle organizzazioni affiliate come l’Ypg curdo-siriano, le milizie che proteggono l’esistenza del Rojava, un esperimento politico laico, multi-etnico e multi-religioso che dovremmo preservare.

In tutto questo non si fa minimamente cenno al fatto che la Turchia occupa parti del territorio siriano e iracheno, che bombarda sistematicamente non solo le milizie armate ma anche i civili, curdi, siriani, iracheni, compresi gli yezidi, proprio coloro che soffrirono di più delle stragi e degli stupri dei jihadisti. Finlandia e Svezia toglieranno anche il bando alla vendita di armi ad Ankara. In poche parole si tratta di un via libera su tutta la linea a Erdogan per fare quello che vuole nel nord della Siria, in Iraq e, ovviamente, anche nel Kurdistan turco dove in anni passati sono stati rase al suolo città come Cizre. Cnsiglio il documentario “Kurdbûn – Essere curdo”, diretto dal regista curdo-iraniano Fariborz Kamkari, da mesi nelle sale italiane. Si comprende che tra un Putin e un Erdogan non passa poi molta differenza.

In compenso Erdogan per bombardare i curdi usa i nostri elicotteri Agusta (Leonardo) e ricatta l’Europa con i suoi tre milioni e mezzo di profughi siriani, per cui l’Unione europea versa 6 miliardi di euro perché li tenga ben lontani da noi. Si chiama, per i valori occidentali, “esternalizzazione delle frontiere” e degli esseri umani. Il Sultano della Nato ha stabilmente insediato le truppe e occupato il territorio di altri stati senza che nessuno osi alzare neppure il sopracciglio. È lui a decidere, con la nostra complicità, chi siamo noi, che cosa è davvero l’Alleanza atlantica e soprattutto anche il destino dei curdi, siriani e iracheni, da scambiare sul tavolo del negoziato per l’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato.

Fanno sorridere amaramente alcuni titoli dei giornali italiani del genere: “Erdogan cede alle richieste degli alleati”. Casomai è il contrario. E se ne accorgerà presto anche il presidente del consiglio Draghi atteso in Turchia per uno scottante bilaterale. Noi, per quanto ci riguarda, abbiamo già ceduto alle richieste turche: chiediamo il permesso ad Ankara anche per esercitare con le navi dell’Eni il diritto acquisito di trivellare nella zona greca di Cipro, cosa che naturalmente ha fatto infuriare gli ellenici. Figuriamoci quando ci toccherà discutere sulla zona economica esclusiva tracciata tra Turchia e Libia da Erdogan nel 2019 che allora salvò il governo di Tripoli dalle truppe del generale Haftar alle porte della capitale.

Ma l’Italia non ha molte carte da giocare se non chiedere al Sultano di aiutarci a mettere un po’ d’ordine tra le fazioni comandate anche dai turchi e a portare a casa qualche barile di petrolio e di gas libico, visto che all’ex colonia ci lega un gasdotto con una portata di 30 miliardi metri cubi, che sarebbero più di un terzo dei nostri consumi annuali. L’Italia, dalla caduta di Gheddafi nel 2011, è diventata in questi anni il Paese più esangue del Mediterraneo: va bene ricostruire l’Ucraina ma forse sarebbe più di nostra competenza avviare una sia pure timida azione di governo e diplomatica per una dignitosa ricollocazione del Paese dove è sempre stato geograficamente.

In realtà stiamo dando al massacratore di curdi Erdogan tutte le soddisfazioni che vuole. Mentre il Sultano si potrà vantare di avere portato Svezia e Finlandia nella Nato _ rendendole ai suoi occhi alleati “ragionevoli” – allo stesso tempo è in trattative con Washington per una nuova partita di caccia F-16 e forse gli Stati uniti gli sbloccheranno pure gli F-35, se rinuncia ad altre forniture di batterie antimissile S-400 di Mosca. E così Erdogan, contando sull’acquiescienza nostra e di Washington, ci dà dentro con la “sua” guerra ai curdi. Che noi naturalmente, da meschini alchimisti del doppio standard, facciamo finta di non vedere.

(*) pubblicato sul quotidiano “il manifesto” del 3 giugno

In merito alla richiesta di adesione alla NATO di Svezia e Finlandia e al memorandum d’intesa tra i rispettivi Paesi.

di Zeyneb Murad e Ahmed Karamus (**)

Il Memorandum d’intesa tra Turchia, Svezia e Finlandia è un tradimento nei confronti di tutti i curdi svedesi qui in patria, ma anche nei confronti di tutti i curdi al di fuori dei confini della Svezia. Dalla firma dell’accordo martedì, I curdi preoccupati per l’argomento si sono resi conto che l’accordo in generale consiste esclusivamente in punti relativi alla questione curda della pace e della libertà. È un giorno buio per tutte le centinaia di migliaia di curdi svedesi. I curdi sono stati nuovamente vittime del perseguimento di scopi e interessi altrui, come abbiamo visto molte volte nel corso della storia.

La posizione dei curdi sulla questione è stata chiara: la Svezia ha il diritto di prendere decisioni e misure necessarie per la sicurezza politica del Paese, ma non a spese dei curdi. Definire terroristi tutti i curdi che lottano per la libertà e la democrazia è inconcepibile, soprattutto alla luce della lotta condotta per diversi anni dell’YPG / YPJ contro l’ISIS.

Erdoğan ha spinto la Svezia a un vergognoso adeguamento e, in pratica, la Svezia, insieme alla NATO, ha concesso alla Turchia un accordo per esercitare un’oppressione transnazionale. Il lungo braccio dell’autoritarismo di Ankara può ora estendersi e minacciare le vite dei curdi, all’estero ma in particolare qui in Svezia, grazie alla complicità della NATO.

I curdi in Svezia hanno sofferto per più di trent’anni in relazione all’omicidio del primo ministro svedese Olof Palme. In quel contesto i curdi sono stati identificati come assassini e bollati come terroristi, cosa che ci ha accompagnato per tutti questi anni e ha costituito la base per le vessazioni e l’oppressione dei curdi. La Turchia ha svolto un ruolo cruciale in quel contesto, cosa di cui siamo di nuovo testimoni mentre la storia si ripete.

I curdi svolgono attività politiche in molti Paesi per la libertà e la democrazia. Un’attività condotta in conformità con le leggi e i regolamenti dei rispettivi Paesi. La lotta curda non deve essere considerata un’attività terroristica, ma piuttosto una lotta per la democrazia e la libertà di espressione. Ci aspettiamo che Svezia e Finlandia ci mostrino solidarietà, ma soprattutto che promuovano e facciano sentire la voce della democrazia e della libertà di espressione.

Non dimentichiamo che i curdi che lottano per la pace, la libertà e la democrazia sono costantemente vessati, picchiati e arrestati.

Le aspettative dei curdi nei confronti di Svezia e Finlandia sono la solidarietà e il sostegno alla lotta per la libertà.

Stoccolma, 29 Giugno 2022

(**) copresidenti KNK, Congresso Nazionale Kurdistan KNK

Accordo NATO-Erdogan

Il comunicato di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Proviamo solo disprezzo per i politici occidentali riuniti a Madrid, corresponsabili dell’infame accordo che pugnala alle spalle il popolo curdo. Noi non abbandoniamo il popolo curdo e l’opposizione democratica in Turchia e domenica saremo a Ankara al congresso dell’HDP, il partito dei curdi e delle minoranze, che Erdogan vuole mettere al bando.

Quando Stoltenberg benedice a nome della NATO la lotta al terrorismo del fascista Erdogan fa finta di non sapere che in Turchia basta chiedere la liberazione di Abdullah Ocalan, il Nelson Mandela del popolo curdo, per venire accusati di terrorismo. In questo momento sono in carcere 4.000 militanti e almeno 40 parlamentari dell’Hdp. E come migliaia di giornalisti, intellettuali, artisti, sindacalisti, attivisti, oppositori sono tutti terroristi per Erdogan.

Dopo il summit NATO di Madrid evitateci l’ipocrita propaganda di guerra sui presunti valori europei e occidentali.

La verità sulla guerra in corso in Ucraina è resa esplicita dal memorandum. Se davvero dietro allo scontro con la Russia ci fossero la democrazia e i diritti umani non ci sarebbe spazio per accordi con Erdogan sulla pelle dei curdi.

Non solo Svezia e Finlandia siglando il memorandum accolgono le richieste di Ankara sulla lotta al Pkk e la fine dell’embargo alle forniture militari ma Stoltenberg, Biden e gli altri presidenti benedicono la guerra illegale di Erdogan contro i curdi.

Davanti alle telecamere di tutto il mondo sono state tradite le eroiche combattenti curde assediate dall’Isis a Kobane, le protagoniste nel Rojava dell’esperienza più avanzata di autogoverno e convivenza del Medio Oriente.

Erdogan si è servito e ancora si serve dei tagliagole jihadisti per combattere curdi, ha bombardato i villaggi e le città curde in Turchia come in Siria e Iraq ma secondo Stoltenberg e la NATO i crimini del regime turco ci rendono più ‘sicuri’.

La realtà è che la NATO è l’organizzazione armata dell’imperialismo occidentale a guida USA e che non ha mai avuto tra i suoi obiettivi la democrazia e i diritti umani ma la supremazia unipolare sul pianeta oggi minacciata dalle stesse conseguenze della globalizzazione. Agli USA interessa la nuova guerra fredda con la Cina che è stata ora ufficialmente dichiarata dal summit e non certo per nobili ragioni umanitarie.

Domenica 3 luglio, con la compagna Anna Camposampiero della segreteria nazionale, saremo a Ankara al congresso dell’Hdp per testimoniare la solidarietà del Partito della Rifondazione Comunista alle nostre compagne e ai nostri compagni curdi che ogni giorno mettono a repentaglio la loro vita e la loro libertà.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

IN MEMORIA DI ORHAN DOGAN (***)

Il 29 giugno sono passati15 anni dell’improvvisa scomparsa di ORHAN DOGAN: avvocato, militante politico, incarcerato varie volte per aver difeso i diritti dei curdi di Turchia.

Lo conoscemmo molto bene durante il processo a carico suo e di Leyla Zana, Hatip Dicle, Selim Sadak, che si tenne ad Ankara dal marzo 2003 all’aprile 2004.

Orhan Dogan aveva 52 anni; più di 10 li aveva passati in carcere. Eletto deputato nel 1991 alla Grande Assemblea turca, il Parlamento, fu arrestato in esso nel 1994 assieme ai suoi colleghi curdi con l’accusa di terrorismo, esattamente nello stile di oggi. Dopo il colpo di stato del 1980, responsabile della Associazione per i diritti umani (IHD), Orhan si  recò a Cizre, una città curda in fondo a Kurdistan tra le più colpite e massacrate dalla repressione militare, mettendo così a rischio quotidianamente la propria stessa vita, sempre spesa dal lato dei perseguitati, dei carcerati, delle loro famiglie, di quelle dei desaparesidos  (ancora oggi Cizre è violentemente colpita dalla repressione, basti vedere il bellissimo documentario “Kurdbun” – essere kurdo – di Kamkari Fariborz,  che documenta la violenza che viene usata contro la popolazione, tutta curda, di questa cittadina). Dopo la sua scarcerazione, nel 2007 Orhan era a Dogubayazit, nell’estremo territorio curdo di Turchia, per un comizio, un infarto lo colpì, l’ambulanza ci impiegherà quattro ore per portarlo all’ospedale di Van, non sopravvisse.

Al suo funerale, a Cizre, la città della sua prima militanza, erano presenti 250 mila persone.

Noi lo incontrammo, dopo la sua scarcerazione, nel luglio 2004, avevamo seguito tutte le udienze del processo del 2003-2004 e così per noi Orhan Dogan, Leyla Zana, Hatip Dicle e Selim Sadak  divennero nostri amici. Scarcerati, con loro avvenne un incontro commovente e felice: il legame che si era creato era davvero forte. Oggi più che mai sentiamo ancora la forza di Orhan.

Silvana Barbieri e Luigi Vinci

IL TRADIMENTO DELLA SVEZIA E IL FALLIMENTO DELL’OCCIDENTE.

I KURDI NON SONO PIU’ GLI EROI DI KOBANE. ERDOGAN CI HA ORDINATO DI RISCRIVERE LA STORIA. E NOI UBBIDIAMO “(Roberto Escobar)

Contributo al dibattito di Galo Torres “Al summit di Madrid la Svezia, Finlandia e Turchia lavorano sui temi della sicurezza, del terrorismo e dell’export delle armi”: lo ha detto Stoltenberg in conferenza stampa con la premier svedese Magdalena Anderson. Sono quasi 85 mila i curdi presenti in Svezia (16 mila in Finlandia), molti dei quali rischiano l’estradizione: il che significa, nel migliore dei casi, la galera a vita a regime carcerario duro: nel peggiore sistema di torture e assassinio politico. Tanto per capirci: è come se negli anni ’70 i paesi europei avessero estradato i profughi cileni, argentini consegnandoli ai campi di concentramento e ai plotoni di esecuzione.

Non solo: l’accordo con Erdogan, il principale alleato dello Stato islamico e della sua nascita, prelude a una possibile via libera a una nuova invasione militare in Rojava (zona curda della Siria). Mentre i diritti dei migranti in Turchia, tenuti nei lager finanziati con i fondi della U.E. sono sistematicamente violati, le libertà in Turchia annegano nella durissima repressione di un regime in crisi di consensi e terrorizzato dal rischio di una rivolta popolare”.

Arturo Scotto: “I combattenti curdi che oggi vengono definiti terroristi, li abbiamo armati contro lo Stato islamico non più tardi di 5 anni fa nel nome dei valori occidentali. Per poi abbandonarli nelle mani di Erdogan. Quando c’è la guerra il cinismo di chi nega la democrazia e quello di chi vuole difenderla spesso coincidono. In mezzo il destino di popoli innocenti. I curdi venduti ancora una volta. Secoli di stato di diritto al macero. Oggi tocca ai curdi, domani magari agli stessi ucraini se tutto torna a posto con Putin”

Enrico Carone: “La signora Magdalena Andersson, premier socialdemocratica della Svezia, che ha deciso di mettere fine alla politica di neutralità svedese, aderendo alla Nato. La neutralità della Svezia è iniziata con le guerre napoleoniche all’inizio dell’800, ed è stata mantenuta nelle due guerre mondiali che hanno insanguinato l’Europa, anche se nessuno dimentica la “benevolenza” dimostrata ad Hitler, permettendo il passaggio di truppe per l’aggressione all’Unione Sovietica. Il “neutralismo attivo” di O. Palme durante la guerra fredda è stato l’obiettivo politico di coloro che desideravano un continente libero, autonomo, pacifico, armato fino ai denti per salvaguardare il proprio paese. Due secoli e mezzo di storia buttati nel cesso. Non lo dimenticheremo, Magdalena!”.

(***) ripreso da www.anbamed.it del 1 luglio

ALTRI LINK

Se l’Occidente accontenta Erdogan sulla pelle del Kurdistan e dei dissidenti 

https://nonseneparla.wordpress.com/?fbclid=IwAR1OzH-Jrv1QShA_9j99KCDnlYXDvI_S7eRvl9L6lMHUkDrjQRokU_sDPyI/

La vergogna del baratto di Svezia e Finlandia con Erdogan: 33 rifugiati curdi in cambio dell’ingresso nella NATO

Incredibile e vergognoso “compromesso” al vertice NATO di Madrid: il dittatore turco Erdogan ha messo all’angolo Svezia e Finlandia prima di dare il via libera al loro ingresso nell’Alleanza Atlantica e pretende il rimpatrio di 33 rifugiati curdi che considera “terroristi”. Imbarazzo di Draghi.
di Paolo Soldini

LE VIGNETTE sono di Benigno Moi. LE FOTOGRAFIE invece sono del “solidale” Gian Luigi Deiana che oggi ha alzato, poco dopo l’alba, la bandiera Pkk a Punta La Marmora (il punto più alto della Sardegna: it.wikipedia.org/wiki/Punta_La_Marmora). Speriamo che la bandiera resista al vento … come i popoli resistono al fascismo di Erdogan e ai suoi tanti complici.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • Comunicato di solidarietà con i militanti ed il popolo Kurdo
    COBAS Sardegna

    I COBAS Sardegna condannano l’ignobile baratto della estradizione in Turchia dei militanti Kurdi rifugiati in Svezia e Finlandia richiesto dal sanguinario dittatore Erdogan in cambio del suo assenso al loro ingresso nella NATO.

    Tale evento se realizzato costituirebbe un precedente gravissimo e un ulteriore tassello della persecuzione del popolo Kurdo.

    I COBAS Sardegna nell’esprimere piena solidarietà alle compagne ed ai compagni Kurdi si impegnano a denunciare in tutte le sedi politiche e sindacali tale gravissimo e vile scambio in nome dell’atlantismo imperante che si consuma con la colpevole complicità della UE.

    I COBAS Sardegna si dichiarano disponibili alla partecipazione ad eventuali azioni di protesta che si deciderà di organizzare in appoggio alle/ai militanti Kurdi rifugiati e dell’intero popolo Kurdo.
    COBAS Sardegna

    http://www.cobasscuolasardegna.it/comunicato-di-solidarieta-con-i-militanti-ed-il-popolo-kurdo-cobas-sardegna/

  • Altre prese di posizione  sul connubio Nato-Erdogan-UE ai danni del popolo curdo

    1 – l’Associazione SENZA CONFINE (di Roma)
    Se questi sono i valori dell’Europa…
    Le nefaste conseguenze della guerra in Ucraina a livello umanitario, ambientale e geopolitico sembrano non avere limiti: il vertice Nato di Madrid risulterà nell’ aumento della militarizzazione e quindi dell’ instabilità e insicurezza a livello mondiale.
    Vogliamo però mettere in evidenza in particolare la gravità dei contenuti del memorandum trilaterale sottoscritto da Turchia, Svezia e Finlandia.
    Il cedimento al ricatto del dittatore Erdogan legittima la sua politica espansionistica e le sue guerre in Rojava e in Iraq del nord e mette una pesante ipoteca sul diritto d’asilo in tutta Europa, non solo per curde e curdi e oppositrici e oppositori del regime fascista di Erdogan in Turchia, e costituisce così un precedente pesantissimo.
    Il fallimento dell’Europa a livello politico e diplomatico, già sotto gli occhi del mondo, tocca un nuovo apice: mentre continua a mancare una seria riflessione su una profonda revisione della politica di accoglienza, si lascia che uno sporco baratto sponsorizzato dalla Nato passi sulla pelle di persone in carne e ossa che in Svezia e Finlandia hanno trovato asilo.
    Nonostante le sentenze delle corti belghe e della corte europea che hanno riconosciuto che il PKK non è un’organizzazione terroristica, non solo viene assunta la tesi di Erdogan che lo definisce tale, ma vengono equiparate a organizzazioni terroristiche anche le YPG/YPJ che hanno difeso la loro terra, l’Europa e il mondo intero dal terrorismo di ISIS, sponsorizzato e finanziato proprio da Erdogan.
    E rassicurano poco le affermazioni di politici e giornalisti, secondo le quali la decisione sull’estradizione delle persone inserite nella lista di proscrizione turca dovrà essere ratificata dai tribunali nazionali: Erdogan ha già reiterato il ricatto ricordando che il voto definitivo del parlamento turco sarà subordinato all’effettiva estradizione.
    E di quanto siano coraggiosi i governi europei in simili situazioni, in Italia ne abbiamo un esempio più che significativo: Abdullah Öcalan, titolare in Italia dello status di rifugiato politico, langue dal 1999 nell’isola carcere di Imrali. Il governo italiano non solo non ha mai speso una parola contro questa flagrante violazione dei diritti umani e del diritto di asilo, ma è grazie alla sua complicità che fu resa possibile la sua cattura e incarcerazione.
    Se i valori dell’Europa sono questi, non sono di certo i nostri.
    Continueremo a restare al fianco del popolo curdo nella sua lotta per la democrazia e la libertà e al fianco delle donne e degli uomini costretti a fuggire da persecuzioni di regimi dittatoriali, dalla devastazione ambientale e dalla fame creati dal modello sviluppo capitalis

    2 – Comunicato Cobas (lavoro privato)
    IL CONNUBIO NATO-ERDOGAN-UE LIQUIDA VALORI UMANI E DIRITTI DEL POPOLO CURDO
    Il tradimento di valori universali, conclamati all’indomani della 2° guerra mondiale sopratutto dalle democrazie scandinave,è il sintomo evidente della preparazione della 3° guerra mondiale.
    Quanto accordato in sede Nato a Madrid da Svezia e Finlandia è la resa incodizionata al criminale di guerra Erdogan, che avrà via libera su estradizioni,torture,uccisioni dei resistenti alla dittatura fascista in Turchia, in primis dei valorosi combattenti della causa curda e della rivoluzione in Rojava.
    Così operando si è legittimato un dittatore spietato e un regime fascista, che non nasconde le mire della grandeur ottomana, utilizzando a tal fine jadisti e tagliagole di ogni risma.
    Dopo il Patto di Monaco Molotov-Ribbentropp(1938), l’accordo odierno di Madrid è la più brutta pagina che grava sui popoli oppressi e sull’intera umanità.Ed è proprio in questi tempi tristi che vanno dispiegati il sostegno al popolo curdo e la resistenza ai signori della guerra .
    La Nato globale che si annuncia a Madrid è uno strumento di guerra e di morte dei valori universali ,finalizzata alla supremazia di nuovo ordine mondiale gerarchico e finale.

    VEDI ANCHE: https://www.open.online/2022/07/01/zerocalcare-nato-curdi/ 

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