Nobel alle donne africane?
La ragazza camminava con andatura costante e passo fermo, senza arrancare , nonostante il carico e il sentiero in salita. Procedeva piegata quasi ad angolo retto, a causa del peso delle fascine, assicurate alla schiena da una sorta di basto, di cui una estremità passava attraverso la fronte. Il suo volto, nonostante il sudore, lo sguardo fisso sul percorso, i denti serrati e lo spasmo della mandibola, era bello. Con ogni fibra del suo corpo tesa nel massacrante lavoro, la giovane contadina esprimeva comunque energìa e risolutezza.
Ricordo che pensai: come è vero che in Africa tutto grava sulle spalle delle donne. E, subito dopo: ecco, è il quotidiano camminare delle donne a dar vita all’Africa intera.
Ricordo che pensai: come è vero che in Africa tutto grava sulle spalle delle donne. E, subito dopo: ecco, è il quotidiano camminare delle donne a dar vita all’Africa intera.
Il 23 maggio la campagna per l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace 2011 alla Donna Africana entrerà nel vivo, con la presentazione ufficiale al Parlamento Europeo. Due giorni dopo sarà la volta della Farnesina. Poi la campagna proseguirà con numerosi eventi. Questa inusuale proposta di premio collettivo vede come promotori CIPSI, coordinamento di numerose associazioni e ong, e l’associazione Chiama l’Africa. Leggendo l’appello sul sito della campagna, che prevede anche una raccolta di firme (www.noppaw.org), si potranno imparare molte cose sull’Africa, oltre alle motivazioni della proposta, nate da una profonda conoscenza e di quel contesto. Cose di cui nessuno quasi mai parla. Così come molto istruttivo è leggersi l’articolo “Se lo meritano” di Elisa Kidanè, pubblicato sul numero di febbraio di Nigrizia. Scrive, tra l’altro, la missionaria comboniana eritrea:
“ … le donne africane sono decise a frustrare le aspettative di coloro che hanno già decretato da tempo la scomparsa del continente. Il premio vorrebbe onorare questa loro determinazione, questa loro capacità di resistere, affinché l’Africa possa esistere”.
Nel frattempo, possiamo onorare il loro “umile protagonismo” semplicemente con una firma. Magari adesso.
Massimo Lambertini
P.S. L’articolo della Kidanè è consultabile all’indirizzo
http://www.nigrizia.it/sito/opinioni_pagina.aspx?Id=10539&Module=1
Vedi anche: www.cipsi.it www.chiamafrica.it