P2 e sistema politico [seconda – e ultima – puntata]

di Franco Astengo

IL DOCUMENTO DI «RINASCITA NAZIONALE»: ANALISI DELLE PROPOSTE DI CARATTERE ECONOMICO-SOCIALE

Riprendo l’analisi del documento redatto dalla P2 nel 1975 sul tema della “Rinascita Nazionale” per affrontare i passaggi che, in quel famoso documento, erano dedicati alle proposte in campo economico e sociale.

Così recitava il documento (in grassetto, nei punti giudicati salienti, le osservazioni di chi ha redatto questo testo).

Provvedimenti economico-sociali
b1) abolizione della validità legale dei titoli di studio (per sfollare le università e dare il tempo di elaborare una seria riforma della scuola che attui i precetti della Costituzione);
b2) adozione di un orario unico nazionale di 7 ore e 30′ effettive (dalle 8,30 alle 17) salvi i turni necessari per gli impianti a ritmo di 24 ore, obbligatorio per tutte le attività pubbliche e private;

Punto di estrema attualità nel dibattito pubblico. E’ stata espressa, proprio in questi mesi, la volontà di limitare l’accesso universitario, di proporre ai giovani le scuole tecniche, di fermare l’ascensore sociale. Nel frattempo però l’Università Italiana appare alla frutta da tutti i punti di vista.
b3) eliminazione delle festività infrasettimanali e dei relativi ponti (salvo 2 giugno – Natale – Capodanno e Ferragosto) da riconcedere in un forfait di 7 giorni aggiuntivi alle ferie annuali di diritto;
b4) obbligo di attuare in ogni azienda ed organo di Stato i turni di festività – anche per sorteggio – in tutti i periodi dell’anno, sia per annualizzare l’attività dell’industria turistica, sia per evitare la “sindrome estiva” che blocca le attività produttive;
b5) revisione della riforma tributaria nelle seguenti direzioni:
1 – revisione delle aliquote per i lavoratori dipendenti aggiornandole al tasso di svalutazione 1973-76;
2 – nettizzazione all’origine di tutti gli stipendi e i salari delle P.A. (onde evitare gli enormi costi delle relative partite di giro);
3 – inasprimento delle aliquote sui redditi professionali e sulle rendite;
4 – abbattimento delle aliquote per donazioni e contributi a fondazioni scientifiche e culturali riconosciute, allo scopo di sollecitare l’autofinanziamento premiando il reinvestimento del profitto;
5 – alleggerimento delle aliquote sui fondi aziendali destinati a riserve, ammortamenti, investimenti e garanzie, per sollecitare l’autofinanziamento delle aziende produttive;
6 – reciprocità fra Stato e dichiarante nell’obbligo di mutuo acquisto ai valori dichiarati ed accertati;
b6) abolizione della nominatività dei titoli azionari per ridare fiato al mercato azionario e sollecitare meglio l’autofinanziamento delle aziende produttive;
b7) eliminazione delle partite di giro fra aziende di Stato ed istituti finanziari di mano pubblica in sede di giro conti reciprochi che si risolvono – nel gioco degli interessi – in passività inutili dello stesso Stato;
b8) concessione di forti sgravi fiscali ai capitali stranieri per agevolare il ritorno dei capitali dall’estero;
b9) costituzione di un fondo nazionale per i servizi sociali (case – ospedali – scuole – trasporti) da alimentare con:
1 – sovraimposta IVA sui consumi voluttuari (automobili – generi di lusso)
2 – proventi dagli inasprimenti ex b5)4;
3 – finanziamenti e prestiti esteri su programma di spesa;
4 – stanziamenti appositi di bilancio per investimenti;
5 – diminuzione della spesa corrente per parziale pagamento di stipendi statali superiori a L. 7.000.000 annui con speciali buoni del Tesoro al 9% non commerciabili per due anni.
Tale fondo va destinato a finanziare un programma biennale di spesa per almeno 10.000 miliardi. Le riforme di struttura relative vanno rinviate a dopo che sia stata assicurata la disponibilità dei fabbricati, essendo ridicolo riformare le gestioni in assenza di validi strumenti (si ricordino i guasti della riforma sanitaria di alcuni anni or sono che si risolvette nella creazione di 36.000 nuovi posti di consigliere di amministrazione e nella correlativa lottizzazione partitica in luogo di creare altri posti letto). Per quanto concerne la realizzabilità del piano edilizio in presenza della caotica legislazione esistente, sarà necessaria una legge che imponga alle Regioni programmi urgenti straordinari con termini brevissimi surrogabili dall’intervento diretto dello Stato; per quanto si riferisce in particolare all’edilizia abitativa, il ricorso al sistema dei comprensori obbligatori sul modello svedese ed al sistema francese dei mutui individuali agevolati sembra il metodo migliore per rilanciare questo settore che e’ da considerare il volano della ripresa economica;
b10) aumentare la redditività del risparmio postale elevando il tasso al 7%;
b11) concedere incentivi prioritari ai settori:
I – turistico
II – trasporti marittimi
III – agricolo specializzato (primizie zootecnia)
IV – energetico convenzionale e futuribile (nucleare – geotermico – solare)
V – industria chimica fine e metalmeccanica specializzata di trasformazione; in modo da sollecitare investimenti in settori ad alto tasso di mano d’opera ed apportatori di valuta;
b12) sospendere tutte le licenze ed i relativi incentivi per impianti di raffinazione primaria del petrolio e di produzione siderurgica pesante.

Da questo punto di vista l’analisi del documento appare del tutto datata. Nel 1975 non erano prevedibili fenomeni come quelli prodotti dal secco spostamento verso la finanziarizzazione dell’economia; la globalizzazione accelerata dall’innovazione tecnologica e dal riequilibrio sul piano planetario dovuto al crollo dell’URSS , al passaggio della Cina al capitalismo, alla crescita ( e caduta) di tante economie emergenti nel terzo mondo, alla ripresa su vasta scala di conflitti armati con l’effetto di causare imponenti flussi migratori.

Certamente se si pensa alla politica di Trump si notano elementi di affinità di fondo, non tanto sul merito dei singoli provvedimenti (il livello è assolutamente affatto altro) ma nell’impostazione di fondo del ritorno a un controllo e a un comando da parte dello Stato sul sistema liberale.

c) Pregiudiziale e’ che oggi ogni attività secondo quanto sub a) e b) trovi protagonista e gestore un Governo deciso ad essere non già autoritario bensì soltanto autorevole e deciso a fare rispettare le leggi esistenti. Così e’ evidente che le forze dell’ordine possono essere mobilitate per ripulire il paese dai teppisti ordinari e pseudo politici e dalle relative centrali direttive soltanto alla condizione che la Magistratura li processi e condanni rapidamente inviandoli in carceri ove scontino la pena senza fomentare nuove rivolte o condurre una vita comoda. Sotto tale profilo, sembra necessario che alle forze di P.S. sia restituita la facoltà di interrogatorio d’urgenza degli arrestati in presenza dei reati di eversione e tentata eversione dell’ordinamento, nonché di violenza e resistenza alle forze dell’ordine, di violazione della legge sull’ordine pubblico, di sequestro di persona, di rapina a mano armata e di violenza in generale.

d) Altro punto chiave è l’immediata costituzione di una agenzia per il coordinamento della stampa locale (da acquisire con operazioni successive nel tempo) e della TV via cavo da impiantare a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del Paese. E’ inoltre opportuno acquisire uno o due periodici da contrapporre a Panorama, Espresso, Europeo sulla formula viva “Settimanale”.

In conclusione si può notare come la parte più interessante del documento del 1975 è sicuramente quella riguardante l’assetto dello Stato, la forma di governo, il ruolo delle istituzioni e dell’informazione: pur tuttavia, in particolare rispetto alla più stretta attualità e nonostante il modificarsi radicale del quadro complessivo di riferimento, anche il piano delle proposte economico-sociali deve essere ancora analizzato con attenzione.

In sostanza, almeno a mio giudizio, il documento del 1975 è preveggente su un punto specifico che tengo a sottolineare per la sua importanza.

Il taglio è di tipo sovranista/corporativo e prevede il superamento della Costituzione e l’adattamento della Repubblica parlamentare a una forma di “fascismo senza dittatura” con il potere esercitato da una “vocazione maggioritaria” di stampo autoritario.

Un disegno che stava completamente dentro il progetto di modifica della Costituzione elaborato nel 1997 dalla Bicamerale presieduta da D’Alema (che prevedeva il semipresidenzialismo) come in quello elaborato dal centrodestra (che prevedeva il presidenzialismo) e respinto dal voto popolare nel 2006. Sicuramente definibile come “fascismo senza dittatura” il progetto Renzi-Boschi ( se ne comprendono le origini recondite proprio rileggendo il documento del 1975) che mirava a creare una sorta di “super casta” di politici di mestiere che avrebbero ricoperto diversi incarichi eleggendosi fra di loro e riducendo drasticamente la possibilità di espressione da parte dei cittadini/e. Il tutto sarebbe stato corroborato da una formula elettorale (quella dell’Italicum) che avrebbe garantito, con il premio di maggioranza al ballottaggio, la stabilità del ruolo del potere.

L’interesse nel rileggere questo testo risiede nel fatto che ci consente di capire appieno l’origine delle dinamiche riguardanti i tentativi di stravolgimento dell’assetto parlamentare. E’ questo il punto decisivo, quello proprio del “fascismo senza dittatura” che qualcuno al momento della nomina del governo Monti definì di scivolamento verso il salazarismo (che comunque era una dittatura del ‘900).

Va ricordato come le modalità di nomina del governo Monti, a opera del presidente Napolitano, si siano verificate in una forma da giudicare sicuramente “border line” rispetto al dettato costituzionale.

Fermandoci a questo punto – anche se ci sarebbero altri elementi da sottoporre all’attenzione di tutti – non resta che da ricordare come il bene collettivo rappresentato dalla Costituzione rimanga l’elemento da preservare, difendere, applicare prioritariamente in tutta la nostra azione politica, culturale, sociale.

NELL’IMMAGINE- scelta dalla “bottega” – LA RICEVUTA DI PAGAMENTO DELLA TESSERA, la numero 1816, FATTA ALL’EPOCA DA SILVIO BERLUSCONI (che infatti in codesta “bottega” abbiano nominato perlopiù come “il signor P2-1816”).

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *