Pelle artificiale e sogni bionici: Pisa firma …

un altro passo nel futuro

di Fabrizio Melodia (*)

«Ogni progresso della civiltà è stato costruito sulle spalle di una mano d’opera sacrificabile, non abbiamo più lo stomaco per gli schiavi… a meno che non siano artificiali… ma non posso crearne più di tanti. Un pascolo sterile, vuoto… e salato… proprio qui…» commenta quasi con noncuranza il signor Wallace, creatore dei replicanti, intelligenze artificiali biologiche usate per i lavori pericolosi che l’elite umana non ha di certo voglia di fare ma che sono “necessari” almeno per chi vuole arricchirsi. Schiavitù o meno, le macchine simili se non identiche all’uomo hanno nel film «Blade Runner» un ruolo centrale, sempre pronte a combattere per reclamare quei diritti alla vita che i loro creatori negano. E che soffocano nel (loro) sangue quando i replicanti si ribellano ai loro creatori.

Musica già sentita? Come tutta la buona fantascienza, la denuncia contro l’inumano sistema capitalistico – fondato sulla piramide al cui vertice vive l’ agiatissima e annoiatissima elite e alla base gli schiavi – arriva come un violento pugno nello stomaco.

C’è una scena, in «Blade Runner 2049», in cui l’ agente K accarezza il volto della sua compagna olografica Joi. Non c’è carne, non c’è calore. Ma c’è desiderio, palpabile e incasinatissimo, ma vero come la pioggia acida che tutto permea e corrode. E c’è tatto, o almeno, qualcosa che lo imita. Perché il futuro, quello vero, che si costruisce nei laboratori e non sui set cinematografici o sulle tavole dei fumetti parte spesso da domande semplici: come facciamo a far “sentire” un robot? Come può Joi percepire i sentimenti, il desiderio, dell’agente K? Come ci può essere attrazione, quando si é solo una intelligenza artificiale concretizzata da un fumoso ologramma?

A questa domanda cerca di rispondere un team di ricercatrici e ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha sviluppato una pelle artificiale in grado di emulare le funzionalità tattili umane. 

Il risultato? Una delle più sofisticate e promettenti interfacce bioniche mai progettate, frutto di una collaborazione con l’Università Federale di Uberlandia in Brasile, il cui esito é stato pubblicato su “Nature Machine Intelligence”.

Un progresso che sembra uscito da una splash page di «Descender» di Jeff Lemire, dove il piccolo androide TIM-21 è dotato di sensibilità e coscienza, oppure dalle storie di Nathan Never, l’agente Alfa che ha conosciuto sulla propria pelle – in senso letterale – il confine sottile tra umano e artificiale, dal robot positronico C-09 (apparso nel primo numero “Agente Speciale Alfa”) passando persino per un episodio dell’altro affascinante personaggio del pantheon bonelliano, il noto detective dell’impossibile Martin Mystére, arrivato per via diretta nel futuro in versione artificiale. E senza dimenticare il taxista più avventuroso e sfortunato del fumetto, Lazarus Led, che si é scontrato più volte, nel corso della sua vicenda editoriale, con l’intelligenza artificiale Axis.

Il tatto, tra carne e silicio

«La percezione del tatto è essenziale per l’essere umano» afferma Calogero Oddo, coordinatore del progetto pisano. «Permette di esplorare il mondo, riconoscere oggetti, interagire con sicurezza. Riprodurlo in un sistema artificiale è una delle più grandi sfide dell’ingegneria robotica».

Entra in gioco l’intelligenza artificiale: la pelle sviluppata dalla Scuola Sant’Anna non si limita a percepire pressioni e sfioramenti. Li interpreta. Grazie a sensori in fibra ottica e a una rete neurale spiking, progettata per imitare il sistema nervoso umano, la pelle artificiale sa dove è stato toccato un oggetto, con quanta forza, per quanto tempo.

Un po’ come accade nei «New X-Men» di Grant Morrison, dove il personaggio di Dust, pur essendo pura sabbia, percepisce lo spazio che la circonda. Oppure come in «Alex + Ada», il fumetto di Sarah Vaughn e Jonathan Luna, dove l’androide Ada impara lentamente cosa significhi toccare … con significato.

Quando la bionica incontra l’empatia

Le possibili applicazioni di questa tecnologia sono già da romanzo cyberpunk: protesi bioniche con feedback sensoriale realistico, robot collaborativi che “sentono” l’ambiente e sanno interagire con delicatezza. Ricorda qualcosa? In «Ghost in the Shell», Motoko Kusanagi si muove in un corpo completamente cibernetico ma dotato di input sensoriali realistici. Un tema caro anche a personaggi come Cyborg della DC Comics, la cui umanità sopravvive in una macchina che impara, giorno dopo giorno, a sentire.

Il bello è che tutto ciò, oggi, non è più materia solo per il fantastico: «Dotare i robot di tatto significa migliorare la sicurezza sul lavoro, ma anche la qualità della vita per chi ha perso un arto o vive una disabilità sensoriale» dice ancora Oddo. «È un passo avanti verso una tecnologia più umana, più empatica».

Qui, più che il bruttisimo “Terminator”, ci viene in mente la fantascienza umanista di Isaac Asimov, o le tavole malinconiche di «A.I. Revolution», manga giapponese dove una giovane androide sogna di diventare umana attraverso l’apprendimento sensoriale. Il confine tra umano e macchina non è più un muro: è una pelle. Artificiale, sì. Ma sempre più viva.

Scienza con cuore umano?

Lo studio pisano è stato dedicato a Francesco Ceccarelli, giornalista e figura chiave nella divulgazione scientifica della Scuola Sant’Anna. Una scelta che suona come un gesto di rispetto verso chi, con le parole, ha costruito ponti tra scienza e società. Perché, come ci insegnano sia il mio amato «Star Trek» (con le vicende dell’androide Data che cerca invano di diventare più umano) che le graphic novel più visionarie, il progresso è inutile se non è condiviso.

In un futuro che bussa già alla porta, Pisa ci ricorda che la fantascienza non è più un genere letterario. È un genere uman-istico. Quando la tecnologia imita la pelle, forse non stiamo solo costruendo robot migliori. Stiamo cercando, un tocco alla volta, di costruire un mondo più sensibile.

La sensibilità salverà il mondo?

La classica immagine della disumanizzazione dell’Essere umano nella sua controparte artificiale (con quest’ultima rappresentata nei suoi aspetti più temibili) é storia vecchia e ancora adesso é disturbante. Perché noi umani sappiamo essere vera, reale e dura, come il metallo. Ed evanescente come le I. A. del cyberspazio. Dai robot ribelli di Karel Capek, ad HAL 9000, ai Terminator e ai Cyloni, alla ironica I.A. di Matrix, fino all’epoca odierna dei robot “buoni” dove la tecnologia si fonde con l’umano sempre di più rendendo indistinguibile natura e artificio: assistiamo ad una progressiva disumanizzazione dell’umano, sempre più solo, impaurito, infelice e affamato. Ormai prigionieri dei social – ben poco sociali – dove siamo solo ombre evanescenti, ridotti a una arena dove siamo gli uni ad azzannare gli altri, questi barlumi di umanità che arrivano proprio dalla tecnologia potrebbero essere benefici. Cosa potrebbe ancora impedire al nostro smartphone, come per Joi, di dire al suo utente un sincero e accorato “Ti amo”?

PER APPROFONDIRE

Fonti scientifiche e giornalistiche

– RAI News – TGR Toscana

AI, realizzata una “pelle artificiale” che emula funzionalità tattili della pelle umana

https://www.rainews.it/toscana (da aggiornare con il link diretto all’articolo)

Nature Machine Intelligence

Studio scientifico originale pubblicato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Università Federale di Uberlandia

https://www.nature.com/natmachintell

– Scuola Superiore Sant’Anna – Istituto di BioRobotica

Sito ufficiale: https://www.santannapisa.it

Fonti cinematografiche e televisive

Blade Runner 2049

Regia di Denis Villeneuve – Warner Bros. Pictures

Ispirato al precedente «Blade Runner», tratto da Do Androids Dream of Electric Sheep? di Philip K. Dick

Ghost in the Shell (1995)

Regia di Mamoru Oshii – Production I.G

Basato sul manga di Masamune Shirow (Kodansha, 1989)

Star Trek – The Next Generation (1987–1994)

Ideata da Gene Roddenberry

con il personaggio di Data e le interazioni uomo-macchina

Black Mirror – Episodio “Be Right Back” (2013)

Ideato da Charlie Brooker – Netflix

con tematiche su IA, empatia, e replicanti digitali

Fonti letterarie

– Isaac Asimov – Io, Robot

varie edizioni Mondadori Urania

con «Le Tre Leggi della Robotica» e riflessioni sull’etica dell’IA

– Philip K. Dick – Il cacciatore di androidi (Do Androids Dream of Electric Sheep?), poi con il titolo Blade Runner

Edizioni Fanucci ma anche Mondadori Urania

Fonte ispiratrice per Blade Runner

Fonti a fumetti / graphic novel / manga

Descender

Testi di Jeff Lemire, disegni di Dustin Nguyen – Image Comics / Bao Publishing

Protagonista: TIM-21, androide dotato di empatia e coscienza

Nathan Never

Creato da Michele Medda, Antonio Serra, Bepi Vigna – Sergio Bonelli Editore

Serie cyberpunk italiana: polizia, IA e umanità artificiale

Alex + Ada

Testi di Sarah Vaughn, disegni di Jonathan Luna – Image Comics

Storia d’amore tra un umano e un’androide con coscienza emergente

New X-Men

Testi di Grant Morrison – Marvel Comics

Personaggi con sensi “altri”, come Dust, che percepisce senza pelle

Cyborg

Creato da Marv Wolfman e George Pérez – DC Comics

Eroe metà uomo metà macchina che affronta il senso dell’identità umana

Astro Boy (Tetsuwan Atom)

Manga di Osamu Tezuka – 1952

Primo robot bambino con emozioni e senso di giustizia

A.I. Revolution

Manga di Yuu Asami – Shogakukan

Androidi e sentimenti: l’apprendimento delle emozioni attraverso l’esperienza tattile

Approfondimenti tematici : divulgazione scientifica

– IEEE Spectrum – Robotics & AI

https://spectrum.ieee.org/robotics

– MIT Technology Review – Artificial Skin and Sensory Feedback

https://www.technologyreview.com

(*) Fabrizio Melodia si presenta come «famigerato Astrofilosofo ispirato dalle cronache del domani ma anche di oggi». E’ spesso in bottega, all’incrocio (o forse nel vortice) delle due culture e mezzo: l’umanistica, la scientifica e… la migliore fantascienza.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *