«Per le ceneri dei padri»

db alle prese con il romanzo di Davide Del Popolo Riolo, vincitore del premio Urania, in edicola ancora per pochi giorni all’onesto prezzo di 6,90 euri.
«Ignorare i fatti non è buona attitudine quando si vuole scoprire la verità», per incredibile e dolorosa che sia la ricerca. Rubando il titolo – «Per le ceneri dei padri» – a un verso dei “Canti di Roma antica” di Maculay, l’avvocato Davide Del Popolo Riolo, d’ora in poi DDPR, bissa il successo al Premio Urania, già vinto nel 2019.
Ed è interessante che questi due romanzi siano così diversi anche per stile: «Il Pugno dell’Uomo» era coraggioso, con un notevole intreccio, illuminandosi di rivelazione intima e di contenuto. La recensione in “bottega” sprizzva entusiasmo. Al secondo premio, DDPR continua a scrivere più che bene, a sorprenderci con i colpi di scena spiazzanti che quasi più non si può e a farci innamorare di alcuni personaggi che mai appaiono stereotipi.

Ovviamente trattandosi di fantascienza dobbiamo (e vogliamo) frugare nei meandri delle possibilità e fin dall’inizio dare credibilità alla co-esistenza di Alter Ego Digitali o alla quasi utopica «Casa tra le stelle»: forse un pianeta in stile Paradiso terrestre (senza un Dio arrogante a comandare ma con strani tecno-Dei usciti… dalla distruzione del pianeta Terra) o forse «un’astronave grande quanto una Luna». In quella “Casa” quasi tutto è “bello” e neanche… si suda: insomma si vive assai bene con quasi un sololimite; non è possibile «moltiplicare il tempo». All’opposto di quel felice modo di vivere nella “Casa” sappiamo subito di altri mondi abitati da umani, umanoidi o alieni. Come il pianeta Abisso dove violenza regna: da lì viene Vento Gioioso, la protagonista del romanzo, che dopo essere stata “scelta” e avere felicemente vissuto 20 anni nella «Casa tra le stelle» dovrà – evitando lo spoiler pieno, diciamo solo: per un antico debito familiare – tornare là dove essere crudeli è il normale modo di vivere con una giustificazione secca come un colpo di pistola: «la necessità è l’unico Dio».

A completare questo Urania i tre racconti finalisti del premio «Urania Short 2023» ovvero «La parete bianca» del pisano Giuliano Cannoletta, «Testimone vivente» del triestino Lorenzo Davia (citabile la secca frase: «succederà il futuro» a chiudere ogni domanda) e «La cavalcata di una valchiria» (il perchè del titolo si capisce solo a racconto concluso) della udinese Paola Viezzi: nomi relativamente nuovi a confermare che l’attuale onda lunga della fantascienza italiana è spumeggiante qb.
Se volessi votare (c’è l’apposita scheda) mi sentirei nei guai: non per mancanza di buone liste ma per abbondanza. Tutti e tre i racconti, così diversi in tutto, sono eccellenti: proprio il contrario delle elezioni abituali, vero?
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danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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