Per un mondo senza guerre

   recensione a «Arte e pacifismo nella guerra 1914-18» di Lina Lo Giudice Sergi

di Sarina Aletta (*)

ArtePacifismo-recSA

Per un mondo senza guerra
Ama l’arte e non metterla da parte

Riuscire a contagiare un sogno sta nella certezza che l’utopia a cui tendiamo sarà realtà per quelli che verranno.
Presentato come saggio, scopriamo un grande ”affresco” che, ripiegato in forma di libro, si apre sorprendente e diverso ad ogni lettura.
Il tema, sempre attuale, grazie ad un’innata vocazione umana, è la follia della guerra.
LINA LO GIUDICE SERGI – studiosa appassionata d’arte, di musica in particolare –  immagina e realizza una singolare indagine storico-psicologica,
liberamente ispirata al titolo dell’opera: “ARTE E PACIFISMO NELLA GUERRA 1914 – 18”.
Dopo l’immediata premessa, affidata a una lettera datata 3 agosto 1914 che la trentaduenne Wirginia Woolf scrive alla sorella Vanessa, il libro si articola in cinque capitoli, ricchi di personaggi ed eventi: L’arte e la Guerra; La letteratura tra guerra e pace;  Letteratura europea e pacifismo; La Musica; Arte Figurativa.
Ed ecco miriadi di artiste e artisti ad affollare lo “spazio scenico” dell’epoca.
Ci sono proprio tutti. Protagonisti di infinite storie che si sfiorano e si intrecciano  più o meno comunicanti tra musica,arte visiva, letteratura, teosofia, psicanalisi… Ineffabile escursione nel mondo dell’arte e del pensiero, folta di notizie, comparazioni, citazioni in un prezioso lavoro di incastro  dove l’affresco muta spesso in mosaico tra scene orribili di guerra
senza mai una parola in più del necessario.
Un corale rigoroso di grande respiro per comprendere come il vero artista,
creatore per eccellenza, sia il primo antagonista, oppositore perfino involontario,  di antiche aberrazioni militaresche propedeutiche “all’arte della guerra”. Basti pensare ad Alban Berg, allievo di Schoenberg, che dalla sperimentazione musicale più avanzata, esploderà in un “tragico figurativo di accusa“ componendo la sua prima opera lirica: la storia vera del soldato Wozzeck nel quale il compositore viennese si identifica.
Diverso dunque da una saggistica abituale, questo lavoro di Lina Lo Giudice,
sostenuto da un ritmo costante, avvincente ed essenziale, fa pensare a un romanzo storico ultramoderno che vada dritto allo scopo sorvolando antiche cadenze del romanzare.
Potremmo dire: un libro indescrivibile sul “grande inganno”.
E infine, tra le righe di queste 172 pagine dense e velocissime, capita di avvistare a occhio nudo la sceneggiatura per una Storia dell’Arte del Novecento assolutamente “inedita”.

(*) ripreso da «ex-@rt magazine – oltre l’arte». Il libro di Lina Lo Giudice Sergi è pubblicato da Lepisma (176 pagine per 14.99 euri). Sarina Aletta promette altre recensioni – girellando fra letteratura, teatro e arte – per la “bottega”: bene, potrebbe diventare anche una rubrica intitolata «L’arte non si mangia» (come è di moda dire fra i politici più cretini) e in effetti sarebbe un peccato mortale mangiarla perché è indispensabile… direbbe un certo guitto geniale. (db)

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