Povertà: appello Oms ai governi

di Gianluca Cicinelli

Welfare e sanità gratuita per tutti, rimozione delle barriere economiche che impediscono l’accesso ai servizi per le fasce economicamente deboli della popolazione, combattere le disparità di genere, costruzione di quartieri sicuri, sani e inclusivi. Quelle che ormai, visti i tempi, sembrerebbero le conclusioni del comitato centrale degli ultimi bolscevichi superstiti, sono in realtà le proposte della moderatissima Organizzazione Mondiale della Sanità per fronteggiare l’aggravamento della povertà mondiale causato dalla pandemia da Covid.

Abbiamo visto nei giorni scorsi come in Italia le persone che vivono al disotto della soglia di povertà sono diventate 5 milioni e 600 mila ma la stima nel mondo – dal momento in cui è cominciata l’ultima crisi sanitaria – è che ai poveri esistenti si siano aggiunte fra 119 e 124 milioni di persone.

Il numero di persone che vivono sotto la soglia di povertà estrema era passato da 1 miliardo 895 milioni nel 1990 a 736 milioni nel 2015 grazie alle campagne lanciate negli scorsi anni dalle organizzazioni non governative di contrasto al fenomeno in accordo con l’azione delle Nazioni Unite; ma il covid ha riaperto drammaticamente la partita portando a un incremento esponenziale dei nuovi poveri. Secondo l’indicatore adottato dalla Banca Mondiale, contestato da molte Ong, la soglia della povertà è fissata sulla soglia di chi vive con 1,90 dollari al giorno, ma in realtà non si basa su una valutazione diretta del costo dei beni essenziali. Alzando l’asticella alle esigenze fondamentali – una dieta di almeno 2.100 calorie al giorno e uno spazio in cui vivere di almeno tre metri quadrati – la soglia sotto cui possiamo parlare di povertà assoluta è di 2,63 dollari nei Paesi in via di sviluppo e di 3,96 dollari in quelli ad alto reddito. Questi dati erano contenuti nell’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulla povertà estrema e i diritti umani del 7 luglio scorso.

Già prima della crisi derivata dal covid, si leggeva nel rapporto, abbiamo sprecato un decennio nella lotta contro la povertà, con un trionfalismo fuori luogo che ha bloccato proprio le riforme che avrebbero potuto prevenire gli effetti peggiori della pandemia. Le stime rese note ieri dall’Oms sono di gran lunga peggiori delle previsioni fatte nel luglio scorso dall’Onu, ferme a 70 milioni di nuovi poveri, che in realtà sono tra i 119 e i 124 milioni. Le malattie e le morti per covid, secondo l’Oms, sono state più elevate fra i gruppi che affrontano discriminazioni, povertà, esclusione sociale in condizioni di vita e di lavoro quotidiane avverse, comprese le crisi umanitarie. I tassi di mortalità sotto i 5 anni fra i bambini delle famiglie più povere sono il doppio di quelli dei bambini delle famiglie più ricche. L’aspettativa di vita per le persone nei Paesi a basso reddito è di 16 anni inferiore a quella per le persone che vivono nei Paesi ad alto reddito.

Per questi motivi l’Oms ha lanciato cinque azioni urgenti per un mondo più sano e più giusto. La più urgente è quella di rendere disponibili e a tutti coloro che ne hanno bisogno vaccini sicuri ed efficaci, ma anche risorse basilari come l’ossigeno medico, le mascherine, i test diagnostici e i medicinali. La seconda azione urgente è quella di investire nell’assistenza sanitaria di base, un obiettivo che i governi possono raggiungere semplicemente spendendo l’1% in più del Pil. Dare priorità alla salute e alla protezione sociale con appositi programmi nazionali è la terza azione proposta dall’Oms. C’è poi la necessità di costruire quartieri sicuri, sani e inclusivi, visto che l’80% della popolazione mondiale che vive in condizioni di estrema povertà vive nelle zone rurali. La quinta azione richiesta consiste nel rafforzare i dati e i sistemi di informazione sanitaria per capire dove esistono le disuguaglianze e affrontarle, visto che il covid ha prosperato fra le disuguaglianze nelle nostre società e le lacune nei nostri sistemi sanitari.

ciuoti

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