Brasile: «Quando Dio entra in gioco»
Recensione al libro dell’antropologo Claude Petrognani, dedicato ad una riflessione su calcio, religioni e società in Brasile.
di David Lifodi (*)
Quando Dio entra in gioco è un libro che fa percepire, con grande chiarezza, come i gruppi evangelici abbiano dato una formidabile spinta affinché il bolsonarismo sia riuscito a mettere le radici in Brasile, anche oggi che al Planalto non siede più il «Messia Nero», ma Lula.
Nell’ottica pentecostale, spiega l’autore e antropologo Claude Petrognani nelle sue riflessioni su calcio, religioni e società nel più grande paese dell’America latina, l’insegnamento calcistico va di pari passo con quello pentecostale e, in questo contesto, è emblematico il caso dell’ex calciatore Zé Roberto, un idolo per molti giocatori delle giovanili non solo per le sue doti tecniche, ma anche perché, in qualità di aderente alla Chiesa mondiale del Potere di Dio, ha fatto della visibilità un vero e proprio cavallo di battaglia.
Su un campo di calcio, ma anche in Parlamento, il proselitismo religioso dei «profeti di Dio» è tale che la fede evangelica acquisisce una «iper-visibilità pubblica», con buona pace della laicità del paese, tanto che lo stesso ex calciatore, tra le altre, di Grêmio, Real Madrid, Bayer Monaco, Bayer Leverkusen e Seleção, promosse un incontro dedicato a parlare dei suoi successi sportivi inquadrati in una prospettiva religiosa non in una sede di tifosi o sulle tribune di un campo da gioco, bensì all’interno dell’associazione evangelica Adhonep – Associazione degli uomini d’affari del pieno Vangelo.
Tuttavia il lavoro di Petrognani, già calciatore, per molti anni, nelle serie dilettantistiche liguri, pone l’accento, più in generale, sulla simbologia cosmologica «cattolico-evangelica-afrobrasiliana», a partire dalla definizione di gol dalle parabole improbabili coniata dal drammaturgo, scrittore e giornalista Nelson Rodrigues, «gol espírita». Del resto, come sottolinea nella prefazione Ari Pedro Oro, docente di Antropologia sociale all’Universidade Federal do Rio Grande do Sul, la cultura brasiliana ha la capacità e il merito di riunire le sfere della vita quotidiana, tra cui il calcio e la religione che, in quanto parte operante del sistema sociale, permea la vita delle persone e di conseguenza non entra solo negli stadi, ma anche negli spogliatoi.
A questo proposito Petrognani ricorda un intervento di Gilberto Gil, ministro della Cultura del governo Lula nel 2003: «Siamo un popolo meticcio che ha creato, attraverso i secoli, una cultura essenzialmente sincretica». L’autore parte proprio da qui per definire il concetto di «spogliatoio sincretico», come dimostra il caso dello Sport Club Internacional di Porto Alegre. Il giorno della partita, evidenzia Petrognani, lo spogliatoio si trasforma in un vero e proprio spazio ecumenico dove appaiono le statuette della Nostra Signora di Aparecida, patrona del Brasile, ma anche le immagini degli orixás tipiche dell’universo afro-religioso, in una sorta di altare laico e sacerdotale al tempo stesso che si caratterizza come un prolungamento della società.
Ovviamente, il sincretismo religioso è assai distante dal Dio «escludente» propugnato dal bolsonarismo e da tutte quelle chiese pentecostali e neo-pentecostali schierate su posizioni ultraconservatrici a difesa della famiglia tradizionale contro l’ideologia di genere, ossessionate dall’aborto e da un anticomunismo viscerale. Tuttavia, conclude Petrognani, parlare di calcio, in Brasile, significa parlare di religione e parlare di religione significa anche parlare di politica poiché i ventidue in campo non si fanno esclusivamente portatori del loro talento calcistico, ma anche della religiosità, alimentando l’ethos della cultura sincretica brasiliana.
“Quando Dio entra in gioco”
di Claude Petrognani
Rogas Edizioni, 2025
pagg. 118 – € 15.70
(*) Recensione pubblicata sull’edizione di luglio 2025 di “Le monde diplomatique/il manifesto”