Salvo (di Pabuda)

ora sei in ballo:

amico,

m’hai promesso

un tango.

cosa stai dicendo?

ti tiri indietro adesso

così di punto in bianco?

tutt’a un tratto temi

il mio lato strambo?

sollevami la benda

e guarda l’occhio destro:

lo so, che manca:

è solo un grumo bianco.

ma non aver paura,

è come un sole spento.

vediamo

chi ha più fegato:

ripetimi che hai detto

e se non capisco

spiegalo!

se sono io che sbaglio,

per stavolta, amico mio,

sei salvo.

NOTA:

per quanto sia assurdo cercare di spiegare una poesia o il testo d’una canzone, forse, in questo caso, è bene dare un riferimento e ricordare che in origine il tango era una danza per soli uomini; si dice anche fosse particolarmente diffusa tra i carcerati. Perché a Pabuda sia venuta in mente questa storia proprio adesso  è un’altra faccenda e, in un certo senso, sono affari suoi 

 

 

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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