Scor-data: 28 novembre 1978

El Salvador: la Guardia Nacional uccide il prete operaio (e guerrigliero) Ernesto Barrera Motto

di David Lifodi (*)

Il 28 novembre 1978 la Guardia Nacional e la polizia della dittatura salvadoreña assassinarono il sacerdote operaio Ernesto Barrera Motto di Ciudad Delgado, mentre era impegnato a condurre il suo lavoro quotidiano di pastoral obrera.

Neto, questo era il soprannome del sacerdote, fu ucciso perché faceva parte della guerriglia delle Fuerzas Populares de Liberación Farabundo Martí (quello che in seguito sarebbe diventato l’Fmln): così si giustificarono i gorilla che avevano trasformato il paese in una succursale Usa dell’interventismo in America Latina. In effetti, il giovane sacerdote (aveva da poco compiuto 30 anni) era in compagnia di tre giovani realmente appartenenti alla guerriglia: Valentín Martínez, carpentiere, e gli operai Isidro Portillo e Rafael Santos Ortiz. Per gli operai e i poveri di Ciudad Delgado, Ernesto Barrera rappresentava una guida spirituale ed un esempio di solidarietà: denunciava i soprusi e le vessazioni imposte alla popolazione dalla dittatura e partecipava alle manifestazioni sindacali. Barrera è stato uno dei tanti sacerdoti vicini alla Teologia della Liberazione e impegnati sul versante della giustizia sociale uccisi dal regime di El Salvador: fu per questo motivo che i militari lo assassinarono. Nel 2013 Lorena Peña, adesso deputata del Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional e allora guerrigliera conosciuta sotto lo pseudonimo di comandanta Rebeca, ha raccontato che il sacerdote operaio era davvero un membro delle Fuerzas Populares de Liberación Farabundo Martí, ed è stata testimone della sua caduta in combattimento. Ernesto Barrera, nome di battaglia Felipe, cadde dopo aver cercato di opporre resistenza insieme ai suoi compagni. Lorena Peña era nascosta in una casa a poca distanza da quella dove si erano rifugiati Neto e i suoi compagni: la Guardia Nacional li picchiò con i calci dei fucili e poi li assassinò. Ad avvertire la comandanta Rebeca che il sacerdote si trovava in quella casa poco distante dalla sua Atilio Montalvo, conosciuto come Chambita Guerra, un altro storico guerrigliero del Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional. Nato il 26 ottobre 1948, Ernesto Barrera fu ordinato sacerdote nel 1976 e inviato nella parrocchia di San Sebastián, a Ciudad Delgado, proprio negli anni più duri del conflitto armato. Pochi mesi dopo, il regime salvadoreño cominciò a far fuori i sacerdoti impegnati con la pastorale sociale: il 12 marzo 1977 fu ucciso Rutilio Grande, parroco di Aguilares e braccio destro di monsignor Oscar Romero, mentre l’11 maggio 1977 fu la volta di padre Alfonso Navarro Oviedo. In gran parte dei casi gli autori furono i fascisti dell’organizzazione paramilitare Unión Guerrera Blanca. L’ultimo crimine commesso contro i sacerdoti di El Salvador fu la strage del 16 novembre 1989 con la mattanza dei gesuiti spagnoli nel campus dell’Universidad Centroamericana “José Simeón Cañas” ad opera del sanguinario battaglione Atlacatl. Responsabile della pastorale operaia, Ernesto Barrera si era avvicinato alla guerriglia proprio durante il suo lavoro di denuncia a fianco dei sindacati: fu la stessa guerriglia, dopo la sua morte, a piangerlo come il “compagno Felipe”. Eppure, sulla sua appartenenza alle Fuerzas Populares de Liberación Farabundo Martí si discusse molto. Durante la sua omelia del 29 novembre 1978, monsignor Oscar Romero affermò che la sua vicinanza alla guerriglia era soltanto una congettura non provata, e nonostante fosse stato invitato a desistere dal celebrare la messa, disobbedì. Romero, che pagò quel gesto di disobbedienza e la sua ferma condanna del regime di El Salvador con la vita (fu ucciso mentre celebrava una funzione religiosa, il 24 marzo 1980, da sicari che avevano come mandanti morali i militari Roberto D’Aubuisson e Álvaro Saravia), disse durante l’omelia che la Chiesa aveva il dovere di ricordare Ernesto Barrera dal punto di vista umano, pur condannando la violenza, sia quella militare sia quella cosiddetta “rivoluzionaria”. Fu proprio durante l’omelia di Romero che molti giovani simpatizzanti con la guerriglia iniziarono a gridare: porque el color del sangre jamás se olvida. Los masacrados serán vengados. Romero, che riteneva giuste le rivendicazioni delle organizzazioni sociali e politiche, pur non condividendone i loro metodi, a partire dall’uso della violenza, pare che si arrabbiò molto e chiese di poter portare a termine l’omelia.

Ernesto Barrera Moto, alias Neto, alias Felipe, è comunque un martire del regime militare di El Salvador, sia che fosse realmente un guerrigliero sia che il suo impegno sociale si limitasse alla pastorale operaia. La sua morte non placò la sete di vendetta e di pulizia sociale dei militari. Negli anni seguenti caddero sotto i colpi della Guardia Nacional  e dell’ Unión Guerrera Blanca padre Octavio Ortiz, il sacerdote Rafael Palacios e ancora le religiose statunitensi Ita Ford, Maura Clarke, Dorothy Kazel e Jean Donovan. Dalle alte sfere religiose nessuna condanna: c’era da sbaragliare la Teologia della Liberazione a qualsiasi costo e per i tanti sacerdoti impegnati dal punto di vista sociale non ci fu alcuna pietà.

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)

 

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *