Scor-data: 7 luglio 1944

Le donne di Carrara

di Daniela Pia (*)    E’ il 7 luglio 1944, la guerra civile in Italia è segnata dai rastrellamenti e dalle rappresaglie dei nazi-fascisti. I tedeschi la fanno da padroni, a Carrara un manifesto intima alla popolazione tutta di evacuare la città, gli abitanti saranno confinati in provincia di Parma.

Centomila persone verranno strappate alla loro terra e potrebbero diventare altrettanti ostaggi sulla linea Gotica: trecento chilometri, da Massa e Carrara sino a Pesaro. I partigiani sui monti organizzano la resistenza ma l’opposizione più tenace si sviluppa in città dove protagoniste indiscusse sono le donne. Decise a tutto e consce del fatto che «libertà è disobbedienza» si preparano a resistere ad oltranza. Fiere e decise capaci, di fronte al diktat nazista, di scegliere la strada più ardua, quella della dignità.  Disposte a mettere in conto un prezzo da pagare, che contempla anche la vita affinché ai loro figli e nipoti rimanga come eredità qualcosa di più di una casa, di un letto o di una finestra dalla quale osservare, protette, ciò che accade fuori. Fuori ci sono i nazisti schierati, i fucili spianati e pronti per far rispettare l’ ordine. Le donne scelgono di restare e per rendere possibile la sopravvivenza degli abitanti iniziano a percorrere sentieri impervi. Sanno far fronte all’assedio, in un esodo che è solo temporaneo,  spingendosi sin nella Garfagnana alla ricerca di cibo. In tante muoiono tentando di attraversare i passi dell’Appennino ma vi è sempre chi riesce a tornare portando il pane con sé. Sanno inventarsi pietanze ricavando cibo dal nulla, sanno organizzare le comunicazioni e diventano un simbolo così forte che gli stessi nazisti capiscono di non poterle sconfiggere solo con le armi e infine ritirano l’ordine.

Vittoria declinata al femminile: contribuì a far sì che alla città di Carrara fosse conferita, il 12 gennaio 2007,  la medaglia d’oro al merito civile. Tempi lunghi per riconoscere che «la popolazione tutta, partecipò, con generosa determinazione, alla guerra partigiana, rendendosi protagonista di eroici slanci di umana solidarietà verso quanti avevano bisogno di aiuto e prodigandosi, col ritorno alla pace, nella difficile opera di ricostruzione morale e materiale».

Per questo mantenere vivo il ricordo del valore delle carraresi significa ribadire il ruolo rivestito da tutte le donne durante la Resistenza, ruolo spesso misconosciuto o sottovalutato in un’ottica prettamente militarista, laddove si tende a scordare che la lotta di Liberazione è stata possibile anche per il contributo indefesso che le donne seppero dare in modi, forse poco eclatanti, ma  necessari  e irrinunciabili per la sconfitta della dittatura.  Per tutte loro – quelle cioè della  “Resistenza taciuta”  – ecco il testo della poesia di Massimiliano Larocca intitolata «Le donne di Carrara».

Al zìrn le gonede

ntl vent d’la sera

Al zìrn le gonede

a lè primavera*

 

Figlio mio

pura bellezza

la senti a monte

l’onda tedesca?

Figlio mio

il fronte avanza

vieni a cullarti

tra le mie braccia

Le vedi scendere in strada quando viene sera

con le ginestre in mano e un fazzoletto al collo

Come rondini di maggio consacrate al volo

davanti a un altro giorno di lavoro

 

Con occhi da bambine e fianchi da contadine

discutono per ore di un presunto amore

Tra i portici di marmo con la pioggia nei capelli

specchiandosi nel sole senza pudore

Al zìrn le gonede

ntl vent d’la sera

Al zìrn le gonede

a lè primavera*

Sui passi delle cave la polvere che sale

che brucia nei polmoni e confonde le stagioni

Poi l’elmo di un soldato a rompere il silenzio

e il calcio di un fucile in ogni fienile

 

Dalle filande deserte a Piazza delle Erbe

fantesche in processione per la Liberazione

Saranno fame od onore a renderle incoscienti

saranno semi sparsi tra il piombo ed il cemento

 

Al zìrn le gonede

ntl vent d’la sera

Al zìrn le gonede

a lè primavera*

(*) Girano le gonne

nel vento della sera

Girano le gonne

è primavera

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, o persino triplica, come oggi, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”. Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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