Scor-date: 1 marzo 1921

Kronstadt

di Mark Adin (*)

“Un tuono distante raggiunge le mie orecchie mentre attraverso il Nevskij Prospect. Risuona, più forte e vicino, quasi rotolasse verso di me. Improvvisamente mi rendo conto che è fuoco di artiglieria. Sono le sei di sera. Kronstadt è stata attaccata.”kronstadt manifesto

Così Alexandr Berkman, anarchico russo amico di Emma Goldman, descrive l’inizio della resistenza del Soviet dell’isola di Kotlin, nel golfo di Finlandia, all’attacco dell’Armata Rossa guidata da Trotskij.

La Comune rivoluzionaria e libertaria di Kronstadt era nata il Primo Marzo 1921 e resistette sedici giorni, battendosi eroicamente contro il governo centralista bolscevico, prima di soccombere. Stretti d’assedio, i comunardi erano costituiti in buona parte dai marinai della locale guarnigione militare, che si ammutinarono unendosi ai ribelli.kronstadt-sailors

La battaglia fu lunga e sanguinosa, e causò ingenti perdite per entrambi i contendenti, concludendosi nell’unico modo possibile, vista la soverchia forza militare delle guardie rosse: la Comune fu distrutta e il potere centralista soffocò nel sangue la rivolta.

“Tutto il potere ai Soviet” fu la parola d’ordine qualificante dei Comunardi, che si batterono contro il governo centrale del Partito e dei suoi burocrati.

Chi vorrà approfondire la vicenda  sotto il profilo storico potrà farlo agevolmente, vista l’abbondanza di materiale documentale facilmente reperibile, compresa la “Piattaforma politica” in quindici punti del Soviet rivoltoso.

Kronstadt divenne il simbolo della repressione inesorabile del Partito contro tutte le istanze di libertà provenienti non dalla reazione, ma dall’anima stessa della Rivoluzione; non di segno controrivoluzionario, bensì autenticamente anti-autoritario, contro la supremazia del Partito sui Soviet e a favore del federalismo solidale e dell’autogestione.

Le miserie del Comunismo autoritario si rivelarono successivamente nell’arco di tutto il Novecento: il tradimento della Rivoluzione spagnola del 1936 e il patto tra Stalin e Hitler che ne segnò la fine, il massacro e la deportazione nei Gulag , l’Ungheria del 1956, i fatti polacchi, il 1968 cecoslovacco, la cosiddetta Rivoluzione Culturale cinese, gli sterminii di Pol Pot in Cambogia e troppe altre vicende sanguinose e tragiche, mostrarono il volto della involuzione autoritaria del comunismo, sollevando una questione tuttora dibattuta: fu deviazione dalle linee guida originarie o piuttosto inevitabili evoluzioni storiche insite e radicate nel germe, profondamente autoritario, del Marxismo-Leninismo? La questione ha diviso fin dalla prima Internazionale anarchici e comunisti, libertari e autoritari, e tuttora li distingue.

Kronstadt è il simbolo non solo di tutto questo: ci interroga sul diritto/dovere di ciascuno di difendere le idee, e soprattutto i fatti, di libertà da ogni attacco e ad ogni costo. Ma qual è il limite, superato il quale questo diritto/dovere si può e si deve attivare?

Non è facile rispondere alla domanda, considerate le esigenze di “disciplina” che la rivoluzione e certi grandi avvenimenti storici comprensibilmente impongono: lontano da pretese di ridurre e risolvere questioni parecchio complesse, non resisto però a riproporre il basilare assunto, insidiosamente semplicistico ma sempre efficace, dell’anarchismo: “la mia libertà finisce dove comincia la tua”. Vale, ovviamente, anche il suo reciproco: la tua libertà finisce dove incomincia la mia, sappi che la difenderò ad ogni costo.

Dice Pino Daniele, che non è uno studioso ma sa rendere l’idea nella modalità bassa e prosaica, che non schifo: “I sò pazzo, i sò pazzo: nun ci scassate o cazzo.”

Adoro le contaminazioni e la sintesi.

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(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta –
il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio, ogni giorno
(salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e
un minuto una «scordata», di solito con 24 ore circa di anticipo
sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o
a un evento che per qualche ragione la gente sedicente “per bene”
ignora, preferisce dimenticare o rammenta “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 2
marzo avevo appuntato queste ipotesi di lavoro: 1904: 8 operai muoiono
al lavoro e per la prima volta in italia il sindacato chiede sicurezza
sul lavoro; 1932: rapito il figlio di Lindbergh; 1933: prima di «/King
Kong/»; 1944: strage sulla ferrovia a Balvano; 1948: ucciso dalla mafia
Epifanio Li Puma; 1962: golpe in Birmania; 1980: muoree il poeta Alioune
Diop; 1982: muore Philip Dick; 2000: sgombero di rom a Tor di Cenci;
2011: cinque sindaci scrivono al Viminale contro il razzismo
istituzionale; 2012: sono 25 i capi di governo Ue (su 27) a firmare il
«fiscal compact». E chissà, a cercare un poco, quante altre «scor-date»
salterebbero fuori su ogni giorno.

Molte le firme e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete
post brevissimi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se
l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente
citate la fonte. Se vi va di collaborare mettetevi in contatto
(_pkdick@fastmail.it <mailto:pkdick@fastmail.it>_) con me e con il
piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a
gruviera”. (/*db*/)

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • .”.. inevitabili evoluzioni storiche insite e radicate nel germe, profondamente autoritario del…” GENERE UMANO!

    Ma…la notte più lunga eterna non è.
    (BB)

    In questo senso bisogna lavorare…su noi stessi…
    il resto viene da se…prima o poi.

    (Talvolta la retorica resta unica tragica verità.)

    Sarina
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