Scor-date: 10 novembre 1973

di Francesco Masala (*),

a Sassari viene arrestato Dario Fo

racconta Franca Rame:

Arresto di Dario a Sassari.

Il carcere di Sassari

Mi trovavo a Sassari con lo spettacolo “Guerra di popolo in Cile”. Nel pomeriggio, mi reco al carcere dove stavano cinque detenuti, tutti per reati comuni, di cui mi stavo da anni occupando. Avevo fatto la spesa la mattina al mercato: 5 borse con di tutto: aglio, cipolle, pomodori, tonno ecc. Mi presento allo sportello che ritirava i pacchi.

Do i nomi: “tutti suoi parenti?”

“No, nessun grado di parentela… per fortuna. Con i reati che hanno!”

“E perché allora porta a loro da mangiare?”…

Imbarazzata non so che rispondere.

Improvviso tagliando corto: “Sono una dama di S, Vincenzo.. di sinistra.”

Mi guarda interdetto. Finita la consegna, salgo in macchina per ritornare al teatro Rex, dove mi stava aspettando la compagnia: dovevamo decidere il da farsi se la polizia si fosse presentata anche questa sera.

Ci stava capitando anche qui quello che era successo in molte città d’Italia.

Poco prima dell’andata in scena arrivavano poliziotti in gran numero, che cercavano di entrare di prepotenza in sala, per bloccare lo spettacolo.

Noi, forti del numero di spettatori, li bloccavamo all’ingresso. “Spiacenti, non potete entrare. È un circolo riservato ai soli soci. E voi non avete il permesso di iscrivervi perché il vostro regolamento ve lo proibisce… dovete restare fuori.”

Il discorso non ha avuto fortuna con la polizia di Sassari: sono entrati, erano almeno in 30 con tanto di commissario a comandarli.

Ci ragioniamo un po’ sopra con il pubblico e decidiamo di non fare lo spettacolo ma un dibattito sulla repressione.

Si parte. Allora il Partito comunista era forte. Interventi di fuoco, sindacalisti, operai donne, tutti incazzati neri. E i poliziotti tutti lì, a cerchio, appoggiati alle pareti della platea: guardavano davanti a loro senza raccogliere le provocazioni neanche tanto piccole dei più scalmanati, in silenzio.

Ce ne siamo andati a dormire che erano quasi le 3. Stanchi morti.

Il pomeriggio Posteggio la macchina e vedo nella piazzetta adiacente al teatro numerosi poliziotti. Ma proprio tanti. In assetto di guerra: caschi, manganelli, e scudo di plastica.

Che succede? Ci sarà qualche manifestazione, penso.

Entro nel palazzone. I miei compagni eran tutti raggruppati sotto al palcoscenico.

Parlo per un po’ del più e del meno: carcere, consegna pacchi… Ad un certo punto, non vedendo Dario tra di loro, chiedo: “Dov’è Dario?” Silenzio imbarazzato. Poi il direttore di scenabiascica qualcosa… Non capisco. “Come hai detto?” “Dario è in questura…”. Sarà andato come al solito a parlamentare per via dellapolizia che non ci dava pace, penso.

Passa il tempo. Dario non torna… “Ma dove si è cacciato?” dico preoccupata. “Dario è in questura…” mi si ripete, come in una litania.

Non ho più voglia di parlare. Voglio Dario e lo voglio subito. Ripongo la domanda molto seriamente e forse nemmeno con gran gentilezza.

“Stavamo ragionando con i compagni della Comune di qui… c’erano tutti, almeno 40, su come comportarci se la polizia si fosse presentata all’ora dello spettacolo per entrare in teatro… arriva in compagno trafelato:

“Arrivano i poliziotti!” Ci siamo precipitati tutti davanti all’ingresso del teatro, Dario grida: “Prendiamo ci a braccetto, così li blocchiamo!” Un compagno, salta sul muretto della casa di fronte con macchina fotografica per documentare i fatti. Arrivano. Tanti e violenti.

La barriera di uomini, ragazzi e ragazze a braccetto viene sgominata in un momento. A Dario spintonato con forza sono saltati tutti i bottoni del cappotto. Volano manganellate. Il ragazzo con macchina fotografica viene tirato giù, volano manganellate Sanguinante viene caricato su una camionetta. Anche Dario ed altri compagni seguono la stessa sorte.

Caricati su camionette e portati in questura.” A questo punto Piero Sciotto prende fiato. Io mi precipito a telefonare ad un avvocato amico, Guiso che si fionda in questura. “Ci vediamo lì” dico.

Arrivo furente.  Chiedo di Dario. “lo stanno interrogando…” Mi siedo. Fingo indifferenza ma ho il cuore che mi esce. Passa il tempo. Un’ora, due ore. Poi mi arriva la voce del nostro amico avvocato che scendendo le scale dal primo piano urla: “L’hanno arrestato! Arrestato!

Gli hanno messo persino i ferri di campagna! Arrestato per resistenza verbale a pubblico ufficiale. ”

Il cuore mi si ferma per un attimo. Muoio, ho pensato. E tutto per uno spettacolo teatrale! Ma va a morì ammazzato!

Con Guiso non sappiamo che fare. Andiamo a teatro. Folla. Comunichiamo quanto è successo e decidiamo, sui due piedi di fare immediatamente una manifestazione anche se non autorizzata. “Ci arresteranno tutti? Evviva!”

Giriamo per Sassari completamente vuota. Siamo in tanti… Arriva la notizia che il magistrato, vista la mobilitazione cittadina, vuole interrogare subito Dario. “L’avvocato… dov’è l’avvocato Guiso?” Sono le 23. Guiso nascosto nella mia macchina. “Ormai è dentro… lasciamolo stare lì per una notte…”mi dice. “scoppi lo scandalo!”

Telefono a Jacopo per tranquillizzarlo. La radio ha già dato la notizia. Telefono a tutti i giornali.

Telefono ai nostri agenti all’estero. L’indomani mattina arriveranno tutti. Penso a Dario…

“Amore mio… mi dispiace tanto… che stai facendo?… hai freddo? Hai mangiato? Oddio…” che infelicità. Vado a letto. Notte in bianco. E chi riesce a dormire?

L’indomani mattina, manifestazione. Sassari. Zona bianca. Non siamo tanti, ma incrociamo un’altra manifestazione dei panettieri in sciopero. “Ci mettiamo insieme?” chiedo. “ma certo!” Ora sì che facciamo bellafigura.

Arriviamo davanti al carcere. Si canta, si gridano slogan Dario libero! Dario Libero! si

sente da ogni parte.

Dario è sotto interrogatorio. Ci sentirà? “Dario libero! Dario Libero!” grido più forte di tutti.

“Franca recita qualcosa così la gente si ferma.”, mi dicono i compagni.

Manco il tempo di contare sino a tre che vengo issata sul tetto di una cinquecento o topolino, non ricordo.

Guardo i manifestanti. Siamo veramente in tanti. Inizio a recitare mamma Togni.

“Voltati! – grida qualcuno – Rivolgiti alla polizia, guarda in quanti sono. Sì. Tanti, ma tanti. Ragazzi cantano. Suonano. Arrivano le 14.

Finalmente Dario esce. Libero! Beh, un abbraccio così grande gliel’ho dato poche volte.

Tutti lo acclamano, l’abbracciano. Lo sollevano di peso e issano anche lui sul tetto della

povera macchinina.

“Bella esperienza compagni! Sono stato benissimo anche se mi hanno messo i ferri di campagna. Appena entrato mi hanno identificato… consegnato una coperta e lenzuola. Mentre venivo accompagnato in cella tutti i detenuti mi salutavano, mi stringevano la mano tra le sbarre. “Sei dei nostri!!” Come mi sono sistemato m’è arrivato un enorme piatto di spaghetti, burro in quantità, formaggio… una vera festa. Diciamo che ho dormito… insomma… sonnellini… ma ero rilassato, tranquillo. Un’esperienza in più.

L’indomani mattina ora d’aria. Camminavo nel cortiletto a raggio. Gran silenzio. Poi, prima quasi sottovoce a crescere tutti i detenuti fischiettavano Bandiera rossa. Beh… il groppo alla gola m’è venuto. Pensavo a Franca, alla sua certa mobilitazione… al suo amore… ero in pena per lei. Il magistrato è stato gentilissimo. M’ha interrogato… ed eccomi qua…

Bene. Tutto è finito. Vi aspetto a teatro.

Stasera ingresso libero!

da qui

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info .

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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