Simone De Beauvoir: se il secondo sesso sceglie la libertà

di Fabrizio Melodia


Il 14 aprile 1986 ci lasciava Simone de Beauvoir, pensatrice, scrittrice e attivista di gran pregio nonché compagna per la vita del filosofo e scrittore Jean Paul Sartre. Una filosofa e per questo già dovrebbe essere ricordata, in quanto la filosofia non ha “riservato” molti posti alle donne, nel suo recente passato. Dobbiamo conoscerla e ricordarla non solo per ragioni storiche ma perchè il suo pensiero è attuale al giorno d’oggi.
Nata a Parigi da una famiglia convintamente cattolica il 9 giugno 1908, Simone de Beauvoir sin dall’ infanzia aveva spirito ribelle, tanto che da adulta volle a tutti i costi proseguire gli studi, iscrivendosi all’ istituto cattolico Desìr: lì s’innamorò della letteratura francese classica e moderna oltre che dei surrealisti, conoscendo anche Elisabeth Lacoin che divenne poi sua migliore amica. Spinta da fortissima passione, entrò alla Sorbona di Parigi, nel 1926, al corso di laurea in filosofia. Per l’epoca, decisamente una rivoluzione.
Studiò con grande profitto, frequentò molti esponenti della cultura parigina dell’epoca, fra cui il futuro strutturalista e antropologo Claude Levì-Strauss, il filosofo anti marxista Raymond Aron che divenne poi “amico per la vita” di Jean Paul Sartre, altro incontro determinante la vita futura della giovane Simone.
Conobbe anche Maurice Merlau-Ponty e Paul Nizan.
In questo grande fermento culturale, Simone De Beauvoir si laureò con una tesi su Leibniz, iniziando poi a lavorare come insegnante, avendo ottenuto l’ avallo all’insegnamento nelle scuole francesi, un riconoscimento che veniva assegnato ai migliori allievi.
In questo lasso di tempo non mancarono eventi che avrebbero formato in modo indelebile la giovane insegnante filosofa. Dapprima un’importante storia d’amore con il cugino Jacques Champigneulle, che oltre a “rubarle” il cuore l’avrebbe fatta appassionare a scrittori anticonformisti quali Gide e Radiguet (oltre a Marcel Proust) ma quando finì Simone cadde nella depressione nera… aggravata dalla morte della sua migliore amica Elisabeth Lacoin (per una delusione d’amore con Maurice Merlau-Ponty).
Nel 1943 la carriera d’insegnante di Simone de Beauvoir s’interruppe bruscamente a causa dell’accusa – all’epoca infamante – di corruzione di minore, avendo intrattenuto una relazione omosessuale con una sua studentessa. Non subì processi penali in quanto l’età per il sesso consenziente in Francia è di 15 anni e la sua amante (Nathalie Sorokin) ne aveva 17. Ma ne ebbe un durissimo procedimento disciplinare e dovette rinunciare all’insegnamento, dedicandosi completamente all’attività di scrittrice.
Si legherà sempre di più al filosofo Jean Paul Sartre, il quale – senza matrimonio e neppure convivenza – diventerà il suo compagno di vita. I due inizieranno a viaggiare tantissimo, dal Marocco alla Spagna, in Grecia e in Italia.
Vissero con grande partecipazione le tragedie di quegli anni: il nazismo in Germania, la guerra civile spagnola, lo scoppio del secondo conflitto mondiale. Dopo l’invasione nazista, Simone rimarrà a Parigi unendosi (ovviamente in segreto) al gruppo di resistenza «Socialismo e Libertà». Nel 1944 scrive «
Il sangue degli altri» per condannare i totalitarismi e la guerra dove mette in luce due grandi responsabilità: combattere in prima persona e spronare alla lotta gli altri.
Nel 1949 pubblica «
Il secondo sesso», pietra miliare della filosofia ma anche della cultura femminista. Fu oggetto di durissime e aspre polemiche ma alla lunga dei suoi detrattori è rimasta polvere menntre quel libro resta una pietra miliare.
Ma l’isolamento di Simone peggiorò con la lotta di liberazione dell’ Algeria: lei si schierò a fianco dei ribelli e le destre (ma anche una parte delle sinistre) non le risparmiarono attacchi pesantissimi. Di nuovo la storisa dette ragione a lei, lasciando ai colonialisti solo l’infamia delle stragi e delle torture.
Nel 1971 è fra le redattrici del «
Manifesto delle 343 puttane» firmato con altre 342 intellettuali, attrici e donne comuni che dichiarono di avere abortito. In quell’anno è ancora in vigore la legge del 1920, dove era prevista la pena detentiva da 3 mesi a 6 anni per chi abortiva (e persino la pena capitale per chi lo praticava).
Nell’ ultimo periodo della sua vita, Simone de Beauvoir pubblicò un altro grande e coraggioso libro «
La terza età» (1970). Qui parliamo solo dei testi filosofici; ma i suoi romanzi e racconti sono altrettanto importanti.
Nel 1981, dopo la morte di Sartre, Simone scrisse la struggente «
Cerimonia degli addii». Il commovente e sincero epitaffio di un’atea convinta: «La sua morte ci separa. La mia morte non ci riunirà. È così; è già bello che le nostre vite abbiano potuto essere in sintonia così a lungo».
Alcuni studiosi – non avendo di meglio da fare? – e tanto giornalismo pettegolo si sono occupati e “scandalizzati” del particolare rapporto d’amore che legò Simone e Jean Paul. Spesso avevano avuto amanti e talvolta li avevano condivisi. Lei sfiorò questi temi già nel romanzo «L’invitata» (del 1943) scatenando non poco scalpore: narrava dell’irruzione nella coppia di una terza persona, costringendo i protsgonisti – e chi legga – a guardare sentimenti e modi di vita da una nuova e prospettiva. Che l’amore vada oltre la monogamia (o che ogni essere umano voglia percorrere molte strade in libertà) non sfiora però la mente dei “guardoni” che periodicamente riscoprono storie (per altro già note) delle “perversioni erotiche” di Simone e/o Jean-Paul.

Per chi non lo conoscesse … «Il secondo sesso» è una spietata analisi della condizione femminile sotto il patriarcato e, per molti versi, il manifesto di quello che sarebbe poi diventato il movimento femminista. Il testo ebbe l’ onore di essere incluso nell’Indice dei Libri Proibiti dalla Chiesa Cattolica, insieme all’altro suo saggio «I mandarini» (scritto nel 1954 e premio Goncourt) in cui descrive in modo duro e lucido la società parigina dell’ epoca.
Di lei scrisse il filosofo Nigel Warburton: «Nel
Secondo Sesso, Simone de Beauvoir imprimeva una svolta diversa alla filosofia esistenzialista, sostenendo che le donne non sono nate donne, ma lo diventano: con questo intendeva dire che le donne tendono ad adeguarsi all’ideale che gli uomini hanno delle donne. Essere ciò che un uomo si aspetta da te è una scelta ma le donne, essendo libere, possono decidere da sole ciò che vogliono essere. Non esiste un’essenza, un modo naturale di essere donna a cui devono adeguarsi».

Simone de Beauvoir: scrittrice, filosofa, libera pensatrice, donna consapevole e coraggiosa.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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