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La Bottega del Barbieri

Sgomberi, presidi, accampamenti. A Roma si sente aria d’estate

Una cronaca del maggio romano, per chi pensa che nella Capitale “non succede mai niente”.

di Stefano Portelli (*)

Il primo maggio piove quasi tutto il giorno.
Ai cortei per la festa del lavoro ci sono tantissime bandiere palestinesi; anche al concertone di San Giovanni parte il coro “Palestina libera”.
Giovedì due i carabinieri sgomberano la scuola Sibilla Aleramo, appena occupata da una dozzina di famiglie con venti minori.
Il tre intorno all’ambasciata israeliana appaiono finti cartelli stradali che indicano “Ambasciata del genocidio”.
Il quattro esce il rapporto di Antigone: Regina Coeli è il carcere italiano con più suicidi. Il cinque inizia il primo accampamento per la Palestina a Roma, all’American University di Trastevere.
Il sei segue la città universitaria della Sapienza: la sera nelle tende ci sono già più di cento persone.
Il sette all’alba la polizia sgombera l’occupazione anarchica di Torremaura, attiva da trentadue anni, dopo una campagna diffamatoria del programma televisivo Quarta Repubblica. Due denunce, il presidente del municipio si complimenta con poliziotti e giornalisti.
Nel pomeriggio alcuni sionisti entrano di nascosto alla Sapienza e imbrattano la lapide per Sufian Tayeh, rettore dell’università islamica di Gaza ucciso dalle bombe israeliane: scrivono “Israele”, disegnano quattro stelle di David sul marmo, e alla lapide attaccano un foglio contro “gli infami feroci assassini palestinesi abitanti di Gaza”.
L’otto a Monteporzio muore Giovanna Marini, 87 anni, la più grande interprete di musica italiana di tradizione orale.
Il nove una famiglia di Torrenova, che ha già passato anni nei centri di accoglienza, riesce a sventare un nuovo sgombero insieme all’Assemblea di autodifesa dagli sfratti; l’ufficiale giudiziario tenta di falsificare il verbale per favorire la proprietà e criminalizzare il picchetto. In contemporanea, un’altra famiglia viene sfrattata al Torrino-Eur, il giorno prima una famiglia bengalese.
Un ragazzo su uno scooter muore scontrandosi con un’auto in fondo alla Prenestina: è il terzo morto in strada in tre giorni, il cinquantaduesimo dell’anno.
Il dieci violente cariche al corteo femminista contro la “Giornata della natalità” a piazzale degli Eroi, dove si annuncia l’entrata dei “pro-vita” nei consultori. A manifestare erano soprattutto studenti medi: ne escono con un trauma cranico, un trauma toracico, dita rotte, articolazioni lussate, e uno studente arrestato. Almeno trecento persone la sera all’accampamento alla Sapienza.
Sabato undici si apre con una grande assemblea nazionale contro la militarizzazione della scuola a Spin Time; nel frattempo c’è un presidio di protesta per le cariche del giorno prima, e nel pomeriggio sia la manifestazione di Ultima Generazione che il corteo per la Palestina, entrambi da piazza Vittorio. Almeno seimila persone sfilano fino all’Università, riuscendo infine a entrare all’accampamento per Gaza alla Città universitaria, nonostante un centinaio di poliziotti fossero schierati all’ingresso.
La notte, un raro evento atmosferico, una tempesta geomagnetica causata da grandi esplosioni di plasma dal sole, rende visibile l’aurora boreale anche dai cieli di Viterbo e della Tuscia.
Domenica dodici il sindaco di New York visita la Sinagoga e il ghetto insieme al presidente della comunità ebraica e al rabbino capo, che approfittano per ribadire il diritto di Israele a distruggere e affamare Gaza, presentato come “battaglia della democrazia e dell’Occidente”. Il sindaco si fa fotografare davanti alle foto di sette ostaggi e dichiara: “Riportiamo gli ostaggi a casa e distruggiamo Hamas”, poi va a trovare il papa.
Il tredici l’ambasciata israeliana dichiara che l’antisemitismo si è diffuso anche in Vaticano, denunciando un evento in piazza San Pietro dove qualcuno ha nominato il genocidio e la pulizia etnica a Gaza tra gli applausi del pubblico.
Von der Leyen e Tajani si incontrano, blindati in un hotel di Villa Borghese, con un presidio fuori a contestarli. Sapienza chiude la Biblioteca Alessandrina con la scusa delle proteste, senza alcuna ragione apparente.
Il quattordici Salvini mette la prima pietra del porto commerciale di Fiumicino, mentre il porto turistico viene stralciato dai finanziamenti per il Giubileo.
Il quindici sera sei picchiatori sionisti si vendicano per le posizioni filo-palestinesi di Gabriele Rubini, noto come Chef Rubio: lo seguono fin dentro casa della madre a Cassino, sfondano il cancello e lo massacrano di botte.
Il sedici finale di Coppa Italia all’Olimpico, e visita di Mattarella in Sapienza, in occasione della riunione del Senato accademico.
Nel pomeriggio la polizia irrompe a casa di Seif Bensouibat, l’educatore algerino del liceo privato Chateaubriand licenziato per un post su Hamas, e lo porta nel Cpr di Ponte Galeria. Seif, titolare di protezione umanitaria, vive e lavora in Italia da oltre un decennio.
Il diciassette l’occupazione kurda Ararat di Testaccio compie venticinque anni: è nata dalla grande protesta kurda del 1999 contro la deportazione di Abdullah Ocalan, che il governo D’Alema consegnò alla Turchia, dove da allora è in carcere.
Sabato diciotto scade il bando del Comune per l’inceneritore di Santa Palomba.
A Ostia una cinquantina di attiviste di Mare Libero occupano una spiaggia privatizzata la cui concessione è scaduta; sul Muro Torto una trentina di Ultima Generazione si incollano all’asfalto per fermare le macchine. Manifestazione per la Palestina a Centocelle: da otto mesi migliaia di persone manifestano ogni sabato.
Domenica diciannove presidio al Cpr di Ponte Galeria, dove è trattenuto Seif Bensouibat: “Nella tua città c’è un lager”, dice la locandina del presidio.
Lunedì venti inizia l’abbattimento di alberi per la costruzione dello stadio a Pietralata: si mobilita un gruppo di vicine e abitanti.
Parte un accampamento per la Palestina anche alla sede Ostiense dell’Università Roma Tre, mentre docenti e personale non accademico raccolgono quasi duecento firme perché il Senato accademico interrompa i rapporti con Israele.
Il ventuno all’alba la Digos accompagna un gruppo di operai all’accampamento per Gaza alla Sapienza: inizia un cantiere nel pratone, proprio ora, chiaramente per infastidire gli studenti nelle tende.
Nel pomeriggio Seif Bensouibat viene scarcerato da Ponte Galeria: il giudice di pace non conferma la detenzione. La Legal Clinic di Roma Tre lo dichiara “vittima di una giustizia razzista e xenofoba”.
Artisti e lavoratrici dello spettacolo occupano temporaneamente il MAXXI contro il genocidio a Gaza.
Il ventidue va deserta una giornata di “orientamento professionale” condotta dai militari della Scuola di Artiglieria di Bracciano in una scuola del litorale romano: alunni e docenti disertano la chiamata alle armi. Presidio anti-repressivo a Piazzale Clodio durante il processo per Stella, studentessa denunciata per le proteste per la Palestina. Il ventitre mattina oltre cinque furgoni e una quarantina di agenti antisommossa impediscono il presidio dell’Osservatorio contro la militarizzazione della scuola sotto la sede della Conferenza dei Rettori a piazza Rondanini (Pantheon), per chiedere alle università di sospendere gli accordi con Israele.
Nel frattempo c’è un altro presidio a piazzale Clodio per un altro studente detenuto; e un blitz contro le morti sul lavoro di Ultima Generazione al ministero del lavoro di via Veneto: gli agenti placcano attivisti e attiviste bloccandole a terra con le ginocchia, e dicendo “andate a lavorare”.
Tre giornalisti che documentavano l’evento (una del Fatto, una del Corriere), vengono portati al commissariato di Castro Pretorio e trattenuti per due ore in cella.
Intanto, a piazzale Aldo Moro degli energumeni aggrediscono gli studenti e le studentesse dell’accampamento per Gaza alla Sapienza, ma nel pomeriggio un ex parlamentare esce da una finestra del palazzo del Parlamento a Montecitorio, cammina sul cornicione e appende una bandiera palestinese sulla facciata.
La sera davanti al Centro commerciale Villaggio Falcone (Roma est) una donna di 81 anni viene colpita da un proiettile “vagante” sparato da un’auto vicino alla sua.

Il ventiquattro la donna morirà al policlinico di Tor Vergata. La mattina molte scuole romane si mobilitano scendendo in strada con lo slogan “Apriti Pace”.
Durante la notte qualcuno entra al centro sociale Ex Snia per vandalizzare l’interno: il centro sociale scrive un comunicato di denuncia.
Sabato venticinque anche il centro antiviolenza autogestito Lucha y Siesta subisce un attacco: le attiviste trovano il cancello ricoperto di cacca e un manifesto contro la violenza di genere strappato.
Grande incendio doloso nella pineta di Castelfusano. Nel pomeriggio, nuovo blitz di Ultima Generazione a piazza Barberini, e manifestazione di Non Una di Meno contro la chiusura dei consultori, da piazza Vittorio a Bocca della Verità.
La sera un passante muore ucciso da un’auto sulla Tuscolana.
Domenica ventisei un gruppo di manifestanti sventola bandiere per la Palestina dietro le transenne del Giro d’Italia, al momento del suo passaggio intorno al Colosseo.
Nella notte qualcuno sfonda la vetrina del circolo Arci Santa Libbirata alla Certosa, ruba un mixer e una cassa, e toglie una bandiera palestinese, buttandola tra i vetri rotti.
Un motociclista di trent’anni muore in un incidente sulla Via del Mare, una delle strade più pericolose di Roma,  all’altezza di Tor di Valle.
Lunedì ventisette, all’alba, sgombero dell’occupazione nelle officine Romanazzi di Tor Cervara: decine di migranti sfrattati, furgoni antisommossa, denunce, perquisizioni, arresti, grandi complimenti del prefetto e del presidente della Regione: presto la zona tornerà ai bianchi. Manca solo il saluto del podestà.
Intanto il movimento per l’abitare porta decine di tende davanti alla sede dell’assessorato alle politiche abitative a Garbatella: sfrattati e sfrattate dormono in piazza Giovanni da Verrazzano per chiedere la requisizione degli immobili vuoti e l’assegnazione di case popolari d’emergenza.
Il ventotto la polizia informa di una operazione interforze a Nuova Ostia, con 5 appartamenti perquisiti, 505 persone fermate, “tra cui 72 extracomunitari”, 32 posti di blocco, 295 autovetture controllate. Risultati? Tre multe, arrestato un piccolo spacciatore italiano, due detenuti ai domiciliari mandati in carcere, e duemila euro di multa a un negozio bengalese per del riso avariato.
Il ventinove mattina sgombero di dieci palazzine ad Ardea: venticinque persone sfrattate, complimenti del Viminale, della prefettura, ecc., nessuna notizia su dove andranno a vivere gli sfollati.
Il trenta si annuncia l’apertura di un hotel di lusso nella storica sede del Pci nel centro storico, in via delle Botteghe Oscure.
Altri due morti in incidenti d’auto: un imprenditore cinquantenne sul Raccordo e un settantatreenne ex vigile urbano a Castel di Leva.
Il trentuno il Consiglio di Stato conferma la fine della concessione per il Kursaal, storico stabilimento balneare di Ostia, la cui ruota panoramica appare anche nel film La dolce vita. Continuano piccoli rovesci di pioggia e giornate nuvolose, ma nell’aria si inizia a sentire l’estate.

(*) Tratto da Monitor Italia.
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alexik

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