Still life – Uberto Pasolini
di Ismaele (*)
all’inizio John May sembra una specie di Mr. Bean, solo più triste e più solo, senza neanche Teddy.
fa un lavoro che più triste non si può e prova a dare un ordine, a lasciare in ordine le cose.
mai si riesce a chiudere le pratiche, che vengono archiviate, con dispiacere e non senza partecipazione, però senza una soluzione del caso.
ma alla fine un caso riesce ad avere una fine positiva, e forse John May potrebbe smettere i panni soliti per qualcosa di diverso, visto che intanto gli hanno tolto il lavoro.
ma il Caso decide altrimenti.
John May è un po’ perechiano (nel senso di Perec), un po’ travet, un po’ investigatore, un po’ gogoliano (nel senso di Gogol), alla fine siamo tutti con lui.
la fine è un coup de theatre, come un omaggio del regista all’impiegato, una piccola grande consolazione proprio alla fine, anzi dopo.
è in pochissime sale, cercatelo, non vi deluderà
(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente».