Presidenziali Ecuador: la frode nell’urna

L’ingombrante presenza Usa, la dichiarazione dello stato d’assedio a poche ore dal voto, la forza dei gruppi di pressione appartenenti all’oligarchia e ai settori più oltranzisti del cattolicesimo hanno consegnato una dubbia vittoria a Daniel Noboa nel ballottaggio del 13 aprile scorso. Luisa González e Revolución Ciudadana denunciano brogli e non riconoscono la vittoria di Noboa. di David Lifodi

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L’Ecuador al voto nella paura

Oggi, 9 febbraio, si vota per le presidenziali in un paese travolto dalla violenza della criminalità organizzata e da un’oligarchia rapace che punta su Daniel Noboa, presidente uscente e responsabile di irregolarità di ogni tipo. A sfidarlo Luisa González del movimento progressista Revolución Ciudadana. Se Noboa si conferma al potere, l’Ecuador diventerà automaticamente una democratura. di David Lifodi

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Guatemala ed Ecuador: un voto di speranza

Dall’esito delle urne del 20 agosto in due stati falliti e nelle mani della criminalità organizzata si intravedono piccoli segnali di cambiamento. In Guatemala, nel ballottaggio, si afferma il timido progressismo di Bernardo Arévalo, nonostante una vera e propria guerra sporca dell’estabilishment nei suoi confronti. In Ecuador, la correista Luisa González (Revolución Ciudadana) andrà al ballottaggio del 15 ottobre con

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Ecuador: sul voto irrompe il sicariato

Il 20 agosto si vota per il nuovo inquilino di Palacio de Carondelet dopo le fallimentari esperienze di Moreno e Lasso in un clima di violenza. Il 10 agosto uno dei candidati alla presidenza, Fernando Villavicencio, è stato ucciso dalla criminalità organizzata nel corso di un comizio. Sinistra divisa tra correisti che sostengono Luisa González (Revolución Ciudadana), una parte che

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