Salvini, Meloni, Jannone e Buonanno…
… un cane (anzi, più di uno) che si morde la coda di Angelo Maddalena
Continua a leggereil Blog di Daniele Barbieri & altr*
… un cane (anzi, più di uno) che si morde la coda di Angelo Maddalena
Continua a leggeredi db, di Energu e di Fabrizio Melodia (*)
Continua a leggeredi Rinaldo Capra (*) La comunicazione di tutti i media – TV, social, stampa, Radio, ecc.- dopo il 14 Novembre è straordinariamente uniforme, monolitica: è un atto di guerra. Lo scontro è di civiltà, e la compassione caritatevole, la solidarietà umana è a senso unico, nessun dubbio e nessuna incertezza. Per i militanti della guerra all’Islam l’identità è tutto, e
Continua a leggerePer non dimenticare. 25 anni fa, Cuba e Yemen soli contro la prima guerra del Golfo mentre il Consiglio di sicurezza dice sì al sequestro dell’Onu da parte statunitense, nella preparazione della devastante «Tempesta del deserto» contro l’Iraq, scatenata a partire dal 17 gennaio 1991. di Marinella Correggia
Continua a leggereUn appello di intellettuali francesi: «Quando furono scatenate le guerre in Afghanistan e Iraq sapevamo che quei conflitti avrebbero seminato, alla cieca, caos e morte. Avevamo torto? La guerra di Hollande avrà le stesse conseguenze. Per questo non si può non reagire». (*)
Continua a leggere7 recensioni (non solo giallo-noir) di Valerio Calzolaio (*)
Continua a leggeredi Alain Goussot Dal tragico attentato a Parigi sui social network come negli stadi o nelle Università sventola la bandiera francese. Si può comprendere l’emozione e la solidarietà con le vittime di questo crimine, eppure personalmente, come figlio di un francese, di un parigino, formato in una cultura francofona in Belgio non esibisco la bandiera francese e voglio spiegare perché. 1) Ritengo
Continua a leggere… con una postilla su Pier Paolo Pasolini di Giorgio Riolo
Continua a leggereDue libri come antidoto all’orrore “ripulito” dai nuovi guerrafondai (*)
Continua a leggeredi Alessandro Ghebreigziabiher (*) C’era una volta una storia che si ripeterà. Vedrete, anche stavolta sarà così. Perché il film è quello, la sceneggiatura è sempre la stessa. Ecco perché il finale non cambia. Possono chiamare altri attori, inventare scenografie suggestive e giocare quanto gli aggradi con le parole. Lo spettacolo offrirà ogni volta il medesimo messaggio. Di guerra e
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