Teatrando: chi Enpals e chi no

di Angelo Maddalena  
Qualche sera fa ho vissuto una scena, anzi tante scene degne di nota, purtroppo. Ero a una cena di amici a Bari, arrivato tramite una mia amica (Maria) e mi sono ritrovato seduto accanto a un paio di trentenni che, mio malgrado, ho scoperto essere i “capi” e i collaboranti della compagnia Xyz (*).

Avevo ricevuto

alcune mail da parte loro anni fa dove proponevano seminari teatrali e cose del genere, ma adesso li avevo davanti, senza sapere chi fossero… Poi me l’hanno detto, ma prima di dirlo hanno detto altre cose, con modi così schifosi che mi vergogno un po’ e mi deprime ricordare. All’inizio sembravano anche simpatici con le battutine e l’ironia da sfottò goliardico, dopo un po’ diventavano pesanti, dopo un quarto d’ora indigeribili. La cosa riprovevole è che hanno riempito e avvelenato la convivialità di quella cena (13 persone) con frecciate a base di invidia, frustrazione, pettegolezzo e acidità fra il gratuito e il non gradito. Questi purtroppo – ed è la cosa più grave – sono i “giovani” che prendono migliaia di euro dalla Regione Puglia e rappresentano il teatro di un certo Sud, che in teoria viaggiano, gestiscono (soldi pubblici)… però sfottono gratuitamente e pesantemente chiunque capiti a tiro. Per esempio una di loro mi ha chiesto come ero arrivato lì e tramite chi, e già lì potevo dirle «fatti i cazzi tuoi» ma non sospettando tanta malignità gliel’ho detto («tramite Maria») e un altro si è permesso di dire «Ah ti scopi la Maria» più di una volta; lui non conosce né me né Maria se non lontanamente (nel mio caso era la prima volta che lo incontravo). Non erano ubriachi né erano passate ore da quando eravamo lì, ma pochi minuti, per dire il contesto. Poi è intervenuta la capa sfottendomi per il fatto che io prendo 200 euro per ogni spettacolo (chi è addentro sa che non è facile di questi tempi e in generale riuscire a vivere dignitosamente come nel mio caso) mentre lei millantava migliaia di euro di cachè; ma, stringi stringi, ha confessato che essendo una compagnia fra mezzi di trasporto, Empals, cazzi e mazzi non venivano più di 200 euro a testa. Poi ha rimarcato che avevano preso 10mila euro dalla Regione Puglia per uno spettacolo e per una tournée a Milano, che hanno partecipato a grandi festival nazionali riconosciuti… Ora, a parte la dubbia qualità dei loro spettacoli – chi li ha visti ha detto che sono le solite seghe mentali fini a se stesse – la cosa che mi ha sconvolto di più è che queste persone non smettevano di ridacchiare come quindicenni. Al punto che la capa a un certo punto si era detta “vergognata” (ma per fare scena, mica per vergogna sincera; altrimenti avrebbe dovuto evitare anche lei certe battutine) di stare lì con loro. Però non si vergogna di millantare che se vai negli spazi dove si paga l’Enpals ti pagano bene o che “io pago l’Enpals”: la farei parlare con gente che dopo dieci anni si è tolta Enpals e anche partita Iva per continuare a sopravvivere. Evidentemente questi fanno parte di un altro pianeta, quello dei paraculati, degli ammanicati: dio ne scansi e liberi!

http://act-theatret.blogspot.it/2014/06/cari-direttori-di-teatro.html

(*) A me piacciono molto i racconti di viaggio di Angelo, teatrante schietto e ciclista indomito. Li metto sempre in blog quando me li manda, correggendo qualche refuso perché Angelo scrive (e vive) di frettissima… Anche questa mi è sembrata una testimonianza interessante su un certo tipo di “gente di teatro” poco bella. Però ho tolto il nome della compagnia perché, visto che non li conosco, mancava la possibilità di offrire loro uno spazio per far sentire “l’altra campana”. Ma anche senza nomi a me pare uno squarcio tristemente interessante. (db)

 

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