tre bellissimi film (di fantascienza) dall’Unione Sovietica

di Ismaele (*)

 

Dead Man’s Letters (Quell’ultimo giorno Lettere di un uomo morto) – Konstantin Lopushansky

un film che più terribile non si può, senza speranza. Ha una sua coerenza e un suo fascino, merita di essere visto. A me è piaciuto molto. Ne ho sentito parlare qui . Astenersi chi vuol passare un paio d’ore rilassanti.

 

Posetitel muzeya (il visitatore del museo) – Konstantin Lopushansky
ne ho letto per la prima volta qui, mi ha incuriosito, Lopushansky sembra arrivi da un altro mondo, e va a segno, qualche girone infernale dantesco dev’essere così; Dante sarebbe rimasto colpito ed ispirato da questo film.
Racconta del nostro mondo diventato un inferno, e nessuno si senta escluso.
Non sarà perfetto, ma è un film davvero speciale.

 

Kin-dza-dza! – Georgi Daneliya

un piccolo capolavoro, sconosciuto ai più (se ricorda qualcuno a me ricorda Douglas Adams), pieno di invenzioni e di umanità.
ogni parte del film ti stupisce, senza effetti speciali, ma con una fantasia grande e speciale, e ti affezioni ai personaggi del film, davvero.
da non perdere, ku – Ismaele

QUI e QUI il film completo (con sottotitoli in inglese)

 

 

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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