Uno straordinario artista: Jacek Yerka 13

di Mauro Antonio Miglieruolo
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Parlerò oggi, considerando la coppia di tipologie fantascientifiche che più hanno avuto effetti positivi sulla mia immaginazione e che ritengo abbiano prodotto effetti analoghi in Jacek Yerka, della seconda, la sua più specifica (anche se non solo sua), quella degli interni esterni o degli interni all’aria aperta; nei quali ottiene risultati di particolare suggestione.3-jacek_yerka_corrado_brando
Esterno ed interno. Vi sono momenti nella Meccanica Quantistica, che spesso sconfina in territori che sembrano ispirati dalla e alla fantascienza. Quando enuncia ad esempio, l’influenza delle aspettative dell’osservatore sugli esiti di un determinato esperimento. Il pensiero dunque influenzerebbe la materi, l’interno prevalendo sull’esterno. Alcune filosofie orientali (o dovrei dire psicologie?) arrivano addirittura a negare che tra di due termini vi sia effetiva discontinuità. Le tendenze più radicali di queste filosofie, anche quando non negano l’esistenza dell’oggettività, arrivano a ammettere l’esistenza di una sola vera dimensione, quella interna, essendo quella esterna illusione. Tutto quello che succede fuori, si dice, in un certo senso succede perché è già successo dentro l’individuo che attraversa una specifica esperienza.

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Non mi pronuncio su tali filosofie, troppo più grandi di me per poterle criticare. Vero è che nella produzione artistica, realtà di vita allargata, tutto succede dentro colui che la produzione mette in opera (anche se, occorre ricordarlo, egli è il frutto di una serie di avvenimenti culturali, affettivi e materiali che si sono riversati in lui e ne hanno determinato la crescita); e succede anche in dipendenza degli snodi dei banchi di memoria, la dove gli interni e gli esterni sono ben distinti, e però strutturati dalla ininterrotta ri-costruzione degli avvenimenti operata dai ricordi.
Nell’artista tutto succede dentro. Ma succede per essere proiettato fuori (e per contribuire a produrre un fuori che avrà effetti rilevanti di ritorno nel dentro: se non altro nella aumentata perizia che deriverà all’autore dall’esperienza).

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In Yerka questo continuo rimescolio dentro/fuori è all’opera in continuazione, costituisce uno dei suoi punti di forza. Non a caso riesce a presentare esterni apparecchiati per sembrare interni e interni esposti totalmente all’influenza dell’esterno.
Può accadere che l’arredamento di un bagno o di una cucina trovi posto in un giardino; oppure che all’interno di una vasto spazio d’erba, contornato di alberi, sia apparecchiata una tavola da pranzo. Non quale rimembranza di un dejeuner sur l’herbe, ma quale rappresentazione di un vero e proprio modesto tinello, che nell’offerta dell’artista diventa un lussuoso invito a desinare. A gustare l’avventura e il mistero, prima che il cibo.
Ma può anche accadere che sia l’esterno a irrompere nell’interno, dentro una qualsiasi stanza, conducendo con sé una forte carica di inquietudine, o dando luogo a creature alle quali avremmo incertezze, pur riconoscendole, a dare un nome.

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Jacek Yerka non si ferma qui. La contaminazione dentro-fuori continua negli strumenti stessi di cui si serve per attuarla: continua nel miscuglio delle fonti, che è anche continuo riproporre di opposizioni. Fonti quali l’irrazionale dato insieme al razionale, con l’apparente e l’essente posti sullo stesso piano. Su tutto la mediazione dell’artista quale coscienza esterna, la coscienza che osserva, o presume di osservare, cioè la coscienza cosciente (quella non seppellita dal sogno o dagli strati successivi sovrapposti nel profondo); coscienza però che si lascia volentieri guidare dal costruito di un’intera vita (dal costruito di tutte le nostre vite), dall’intuizione e dalle visioni. Sono questi i mezzi con i quali manifesta le latenti potenzialità di un’epoca. Sono questi i mezzi che adopera per permettere alle forme che ambiscono di prendere forma di uscire dallo stato di latenza. Forme reali, sospese a mezz’aria come in un sogno, e forme immaginarie, forme più grandi di tutti noi; nelle quali forme è riconoscibile uno stile (quello di Yerka, naturalmente), senza che però esso influenzi i valori metaforici, subliminali e mitici attorno alle quali vengono plasmate. Si tratta di valori storici e valori trascendenti. Perché dentro l’opera di Yerka trova posto la sintesi dei nostri tempi, ma anche quella di molti se non tutti i tempi.

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Per l’anteprima di queste gallerie vedi:
http://danielebarbieri.wordpress.com/2014/08/27/yacek-yerka-artista-sintesi-del-novecento-anteprima/
Per l’introduzione e note biografiche vedi:
http://danielebarbieri.wordpress.com/2014/09/03/uno-straordinario-artista-jacek-yerka-01/
Le immagini di Jacek Yerka sono accompagnate da un breve commento anche nei post:
https://danielebarbieri.wordpress.com/2014/09/10/uno-straordinario-artista-jacek-yerka-07/

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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