Contro la pena di morte per terrorismo

Un articolo e un documento di Amnesty International («Stop The Cycle Of Violence: The Use Of The Death Penalty For Terrorism-Related Offences») ripresi dal foglio di collegamento del «Comitato Paul Rogeau»; a seguire la presentazione e il sommario del numero 231.


GIORNATA MONDIALE 2016 CONTRO LA PENA DI MORTE PER TERRORISMO

Il 10 ottobre si è celebrata la 14-esima Giornata Mondiale Contro la Pena di Morte. Quest’anno lo scopo principale della manifestazione era quello di denunciare e combattere l’applicazione della pena di morte per reati di terrorismo.

Manifestazioni, richieste di abolire la pena di morte, comunicati e sondaggi in merito sono stati segnalati fra l’altro in: Palestina, Nigeria, Serbia, Congo Brazzaville, Niger, Tunisia, Trinidad e Tobago, Bielorussia, Pakistan, Bangladesh, Malaysia, Indonesia, Egitto, Burundi, Francia, Marocco, Tailandia, Filippine, Liberia, Uganda, Regno Unito, Italia, Francia, Stati Uniti, Libano, nonché da parte del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea.

Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite, il 10 ottobre ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che le sentenze capitali per terrorismo sono spesso emesse dopo processi ingiusti da corti speciali che non rispettano i diritti umani e le leggi vigenti e che, mentre 65 paesi mantengono la pena di morte per reati di terrorismo, l’esperienza insegna che mettere a morte i “terroristi” per lo più alimenta la propaganda per i movimenti a cui i terroristi appartengono, creando dei martiri. Ban Ki-moon ha definito la pena di morte una pratica crudele ed inumana che non ha posto nel 21-esimo secolo. “Per essere legittime ed efficaci, le misure antiterrorismo, come tutte le questioni relative alla sicurezza, devono essere ancorate al rispetto dei diritti umani e delle leggi”, ha aggiunto. Egli ha anche diffidato gli stati dal criminalizzare la libera espressione delle critiche ai governi per mezzo di ambigue misure antiterrorismo: “Sia chiaro, la partecipazione a proteste e critiche pacifiche di un governo – fatte in privato, o in Internet o nei media – non sono né crimini, né atti terrotistici. La minaccia di usare la pena di morte in tali casi è una grave violazione dei diritti umani”. “Preservare la legalità e il rispetto dei diriti umani – anche qundo si verifichino atti terroristici ed estremismo violento – è un obbligo che rafforza la capacità della società di affrontare le minace terroristiche”, ha dichiatato Ban. (1)

In questa occasione Amnesty International ha rilasciato un dettagliato ampio rapporto in merito intitolato Stop The Cycle Of Violence: The Use Of The Death Penalty For Terrorism-Related Offences (Fermare il circolo vizioso della violenza: l’uso della pena di morte per delitti legati al terrorismo) (2) di cui riportiamo, in una nostra traduzione, la presentazione, l’indice, le conclusioni e raccomandazioni.

PRESENTAZIONE

Il 10 ottobre 2016 Amnesty International si unisce al movimento abolizionista globale nella 14-esima Giornata Mondiale Contro la Pena di Morte, per aumentare la consapevolezza circa l’applicazione della pena di morte per reati di terrorismo e per chiedere a coloro che fanno politica nel mondo di confinare nella storia l’uso della punizione estrema crudele, inumana e degradante.

Anche se gli attacchi armati ed altri attacchi violenti non sono un fenomeno nuovo, negli anni recenti si sono ripetuti violenti attacchi di alto profilo che hanno scioccato il mondo.

Gli attacchi alle popolazioni causano terribili sofferenze alle vittime e alle loro famiglie e non possono mai essere giustificati. Amnesty International li condanna e chiede ai governi di indagare appropriatamente e portare i responsabili davanti alla giustizia.

Tuttavia non ci sono prove che la pena di morte scoraggi i crimini violenti più efficacemente di quanto non lo facciano altre punizioni. La pena capitale non rimuove le cause prime degli attacchi armati violenti.

Amnesty International si oppone alla pena di morte in tutti i casi senza eccezione, indipendentemente dalla natura e dalle circostanze del crimine, indipendentemente dalla colpevolezza o innocenza degli individui e dal metodo di esecuzione usato dallo stato.

Indice

1. LA PENA DI MORTE: MAI UNA SOLUZIONE – 2. IL FALSO ARGOMENTO DELLA DETERRENZA – 3. SVILUPPI RECENTI: 3.1 Ripresa delle esecuzioni, 3.2 Violazione degli standard internazionali del giusto processo, 3.3 Uso delle corti militari per imporre le sentenze capitali, 3.4 Espansione degli scopi della pena di morte e uso della pena capitale per fini politici – 4. CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI

Conclusioni e raccomandazioni

Amnesty International chiede a tutti i paesi che mantengono ancora la pena di morte per reati inerenti al terrorismo di: Stabilire immediatamente una moratoria ufficiale sulle esecuzioni in vista dell’abolizione della pena di morte. Commutare senza ritardi tutte le sentenze capitali. Assicurare che i processi per crimini che comportano la pena di morte rispettino i più rigorosi standard di equità riconosciuti internazionalmente. Quando ciò non si verifichi si sottopongano gli accusati a nuovi processi che rispettino detti standard, senza ricorso alla pena di morte. Assicurare la piena osservanza degli standard internazionali nell’uso della pena di morte. Ratificare, senza riserve, la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, e il suo Secondo Protocollo opzionale riguardante l’abolizione della pena di morte.

_____________________

(1) V. www.un.org/apps/news/story.asp?NewsID=55250#.WBuwXIWcGhe

(2) V. www.amnesty.org/en/documents/act50/4945/2016/en/

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PRESENTAZIONE E SOMMARIO DEL FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO DEL COMITATO PAUL ROUGEAU: numero 231, settembre-ottobre 2016

Invio il numero 231 del nostro «Foglio di Collegamento». Chiudiamo l’8 novembre, l’election day, prima che si conoscano i risultati delle elezioni indette negli Stati Uniti sia a livello nazionale, per eleggere il presidente USA, sia in diversi Stati.

Per quanto riguarda la pace nel mondo e i diritti umani sarà molto differente se avrà la vittoria nelle elezioni presidenziali Donald Trump oppure Hillary Rodham Clinton.

Per quanto riguarda la pena di morte, come potete leggere in diversi articoli, sono importanti i risultati dei referendum che si tengono in California, Nebraska e Oklahoma.

Certamente nel prossimo numero parleremo dei risultati elettorali.

In questo numero trovate notizie e commenti su quel che avviene in vari Paesi del mondo: è quasi incredibile ciò che riportiamo per le Filippine – Paese in cui imperversa il nuovo presidente “forcaiolo” Rodrigo Duterte – per l’Iran, per la Turchia…

Ma non troverete solo notizie negative: siamo lieti di parlare del diradarsi delle esecuzioni negli Stati Uniti e della diminuzione del favore per la pena di morte nella popolazione americana, della messa in mora delle esecuzioni in Florida, della presa di posizione ufficiale degli avvocati giapponesi contro la pena capitale, della grande mobilitazione contro la pena di morte per terrorismo che si è avuta nei giorni contigui alla Giornata Mondiale del 10 ottobre.

Come sempre, inviandovi i più cordiali saluti, vi invito a mandarci commenti positivi o negativi a quanto scriviamo

Giuseppe Lodoli per il Comitato

SOMMARIO

Florida: la Corte Suprema boccia la legge sulla pena capitale

Per il giudice Meyers l’ergastolo è una forma di pena di morte

Prima esecuzione in Texas dopo sei mesi di “riposo” del boia

La Governatrice del New Mexico vuole la pena di morte

Buona notizia: in USA sempre meno sostenitori della pena di morte

USA, un’altra buona notizia: il 2016  è l’anno con meno esecuzioni

Giornata Mondiale 2016 contro la pena di morte per terrorismo

Storica presa di posizione abolizionista degli avvocati giapponesi

Rodrigo Duterte chiede l’esecuzione della concittadina Veloso

La Camera delle Filippine legifera sulla pena di morte

Erdogan riparla di pena di morte in Turchia

Forte appello di una madre iraniana contro la pena di morte

30.000 le condanne capitali eseguite nel 1988 nell’Iran di Khomeini?

Notiziario: California, Iran, Iraq, Kenya, Oklahoma, Siria, Texas, Zimbabwe
Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 31 ottobre 2016

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AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI

E’ di vitale importanza per il Comitato Paul Rougeau potersi giovare dell’entusiasmo e delle risorse personali di nuovi aderenti. Pertanto facciamo affidamento sui nostri soci pregandoli di trovare altre persone sensibili alla problematica della pena di morte disposte ad iscriversi alla nostra associazione.

Se ogni socio riuscisse ad ottenere l’iscrizione di un’altra persona, l’efficacia della nostra azione aumenterebbe enormemente!

Cercate soci disposti anche soltanto a versare la quota sociale.

Cercate soci attivi. Chiunque può diventare un socio ATTIVO facente parte dello staff del Comitato Paul Rougeau.

Cercate volontari disposti ad andare a parlare nelle scuole dopo un periodo di formazione al seguito di soci già esperti.

Cercate amici con cui lavorare per il nostro sito Web, per le traduzioni. Occorre qualcuno che mandi avanti i libri in corso di pubblicazione, produca magliette e materiale promozionale, organizzi campagne e azioni urgenti, si occupi della gestione dei soci, della raccolta fondi ecc.

Chiunque può dare un contributo alle attività del Comitato se decide di dedicarvi una quota – piccola o grande – del proprio tempo. Chi ha mezzi o capacità particolari – per esempio un computer collegato a Internet e/o una qualche conoscenza dell’inglese – potrà fornire un aiuto più specifico.

ISTRUZIONI PER ISCRIVERSI AL COMITATO PAUL ROUGEAU

É facilissimo associarsi al Comitato Paul Rougeau: basta inviare un messaggio all’indirizzo prougeau@tiscali.it con una breve autopresentazione e con i propri propri dati: nome, cognome, indirizzo, numero di telefono. Poi, appena possibile, occorre pagare la quota associativa sul c. c. postale del Comitato Paul Rougeau.

Le quote associative annuali sono le seguenti:

Socio Ordinario € 35

Socio Sostenitore € 70

Per ricevere il Foglio di Collegamento su carta, aggiungere all’anno € 18

L’edizione e-mail del Foglio di Collegamento è gratuita per soci e simpatizzanti, chiedetela a:

prougeau@tiscali.it

Versa la tua quota associativa sul c. c. postale n. 45648003 intestato al Comitato Paul Rougeau – o fai un bonifico al Comitato Paul Rougeau con l’ IBAN: IT31Q0760112600000045648003 –specificando la causale “quota associativa”.

Responsabile dei contatti con i soci è Grazia Guaschino (Tel. 011 8991482).

Il nostro indirizzo postale è: Comitato Paul Rougeau C. P. 11035 – 00141 Roma Montesacro.

LA VIGNETTA qui sopra è di Giuliano Spagnul. NELL’IMMAGINE in alto : Rodrigo Duterte, presidente delle Filippine

 

Redazione
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