Human Be In: 14 gennaio 1967

di Gianluca Cicinelli

https://www.youtube.com/watch?v=3lvH6gZH3j8

Qui trovate la musica necessaria per la lettura dell’articolo. E’ a palla? Ok.

La situazione a un certo momento prese la seguente piega: Augustus Owsley Stanley III (https://www.rollingstone.com/culture/culture-news/meet-owsley-stanley-iii-grateful-deads-acid-cooker-114865/) – un chimico definito il padre della psichedelia – lanciava acidi agli spettatori durante le performances degli artisti. Cazzo gente, già promette bene così ma non perdetevi il resto che è di più. Perchè succede che il 14 gennaio 1967 c’è un winter of love prima della summer of love nella San Francisco dove le migliori menti distrutte di quella e altre generazioni partecipano allo Human Be In.

Augustus non te ne andare, racconto di te a questi amici e poi andiamo insieme ad allargare l’area della coscienza.

Dicevamo: 14 gennaio 1967, San Francisco’s Golden Gate Park Polo Fields, c’è lo Human Be In, il raduno delle tribù, il “Gathering of the Tribes”, la controcultura americana dispiega la sua massima esibizione di potenza. Il 6 ottobre 1966 era entrata in vigore in California una legge che vietava l’uso di Lsd. Sale sul palco Timothy Leary – il visionario chimico, professore cacciato da Harvard – e la sua frase divenne storia in pochi secondi, o forse erano secoli (vallo a capire quanto è durato l’effetto): «Accendi, sintonizzati, abbandona». Ma c’è soprattutto lui, il profeta alcolizzato, Allen Ginsberg che canta mantra, e accanto a lui Lenore Kandel, Lawrence Ferlinghetti, Jerry Rubin e Alan Watts. Poi c’è qualche gruppetto rock. Poca roba soltanto i Jefferson Airplane, i Grateful Dead, Quicksilver Messenger Service e Blue Cheer. Niente di che. E poi c’è lui, Augustus Owsley Stanley III, che per l’occasione produce un potente Lsd chiamato White Lightining che verrà distribuito ai partecipanti.

Augustus dai, tieni buono Allen che continua a cantare questa nenia del cazzo mentre spiego la situazione.

Racconta Fernanda Pivano che le ragazze e i ragazzi indossavano «cappelli strani, tuniche indiane, boa piumati, sono scalzi, hanno bambini, portano cani, e in mano campanelli, libri, candele». Qualcuno dice che erano 20 mila altri dicono 30 mila, ma d’altronde valli a contare tutti mentre stai in acido e quelli si muovono disegnando arcobaleni di sentimenti di pace nella notte nebbiosa della baia. Comunque erano tanti. E diversi. Perchè tu leggi hippy e pensi ai capelloni che chiedono centesimi alle stazioni. Perchè sì c’erano gli hippies, ma qui hippy è parte di un movimento studentesco che aveva dato vita a proteste in tutti gli Usa, a partire da Berkeley, opposizione radicale alla morale classista, sessuofobica e borghese di una società che chiamava i suoi figli alla guerra mentre questi rivendicavano pace. Un movimento che si salda presto con i cantori della beat generation, generazione precedente di poeti e letterati che esprimono – e rivendicano – il loro disadattamento sociale nell’America (anzi l’Amerika) dove vali solo per quello che possiedi. Allen Ginsberg e la sua banda hanno proprio questo ruolo, diventare la cinghia di trasmissione fra una generazione che avvertiva il disagio della cultura americana in forme non organizzate e questa generazione più giovane, intorno ai vent’anni nel 67, che guidata anche dai loro testi non vuole limitarsi a interpretare il mondo, vuole invece fare qualcosa, agire, ribellarsi, cambiare la società.

Su Augustus, lo so che tu hai regalato l’acido a tutti ma senza Ginsberg a dare un tono adesso avrebbero detto di voi che eravate soltanto dei “fattoni”… lo sai anche tu! E fammi finire per favore.

La letteratura corrosiva, disincantata e iconoclasta di Ginsberg & Co tiene insieme in quel 1967 culture molto diverse tra loro, unite da una certezza: mettere in discussione l’autorità: della famiglia, della polizia, dell’esercito, dei politici, delle leggi. C’è chi lo farà prendendo posto sulla scena con le armi, come le Pantere Nere e i bianchi dei Weather Underground. Ci sono quelli del Flower Power che invece amano tutti. C’è un movimento femminista radicale che pone la questione dell’uguaglianza anche nei gruppi alternativi e underground. C’è l’immenso movimento studentesco che sfila contro la guerra in Vietnam e brucia in piazza le cartoline di chiamata nell’esercito a servire la patria. Nascono i primi strumenti d’informazione alternativa, fra tutti il San Francisco Oracle diretto dal poeta Allen Cohen, che pone le basi della controinformazione unendo poesia, politica, letteratura e spiritualità in una grafica psichedelica mai vista prima.

«Union of love and activism»: questo accadde allo Human Be In. E’ bello ricordarsene oggi, nell’era dell’odio e della passività.

NOTICINA DELLA BOTTEGA

Non è che siano molti i libri italiani (o tradotti) che hanno saputo raccontare quelli che per molti sono rimasti solamente i “capelloni” o “i figli dei fiori”. Vale dunque segnalare una notevole eccezione ovvero «Hippies!» di Salvatore Proietti (prima edizione 2003, riedito nel 2008) che oltretutto contiene una ricca bibliografia.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

7 commenti

  • Oh! Finalmente qualcuno si ricorda di un avvenimento epocale… Quello, per me, è lo spirito vero del ‘68, L ’undeground e la controcultura. E non il delirio leninista dei gruppi. Il leninismo, una ipotesi già ampiamente sconfitta dalla Storia.

  • si nel 68 c’era quello ma non solo …
    le anime sono state tante- nella ribellione, molto estesa nello spazio : anime individuabili e comprensibili, come conviene sempre fare nella lettura storica

    e sul piano della storia ufficiale o degli apparenti risultati tangibili tutte le anime sono state sconfitte… e non a causa dei deliri di qualche componente

    Chi ha lottato però ha vinto anche per gli/le altri… nella capacità-possibilità acquisite , di pensare e progettare OGGI …oltre i limiti delle soggettività

  • Il vecchio travolse il nuovo, lo tsunami dei gruppi travolse il movimento e i risultati si son visti. Alla gioia e ai colori della creatività subentrò l’oscurità dei comitati centrali e della burocrazia.
    Non riesco a dimenticare quando gli stalinisti del Movimento Studentesco della Statale di Milano prendevano a sprangate anarchici e hippies. Oggi il loro leader, il Mario Capanna di Formidabili quegli anni, invoca la “legittimità costituzionale” dei suoi vitalizi. Cioè dei suoi privilegi di casta. Come volevasi dimostrare…

  • Human Be-In, Full program

    https://youtu.be/HTGyFgyB5Q8

  • ti capisco…ricordo le botte al Vigorelli date ai lenisti da aderenti alla quarta internazionale , botte a gogò da tutte le parti… e anche morti e arresti – ma su quegli anni l’analisi ed il bilancio bisogna ancora farli e recuperare il senso del conflitto e dei valori di fondo espressi a cominciare dall’opposizione alle istituzioni totali e all’autoritarismo …
    LA STORIA SU QUEGLI ANNI FINO AD ORA L’HA SCRITTA SOLTANTO “IL POTERE”, ISPIRANDOSI AI VERBALI DELLA POLIZIA… saprai che parte di documenti ed altri materiali sono stati distrutti, DAI MILITANTI, quando si sentiva pericolo di perquisizioni
    Tutto è stato un percorso obbligato… e per fortuna che c’è stato… e sono convinta che nonostante la sconfitta …possiamo parlare di VITTORIA… militarizzate”

  • MI DISPIACE – CON RIFERIMENTO ALLA MIA PRECEDENTE MAIL
    VORREI POTER TOGLIERE UNA PAOLA IN Più – MILITARIZZATE… CHE APPARTENEVA AD UN ALTRO CONCETTO CHE HO CANCELLATO PURTROPPO A META’ – DI CRITICA ALLE ORGANIZZAZIONI MILITARIZZATE DI ALLORA –
    DELLE QUALI QUALCHE STOLTO, ANCORA OGGI ,CONTINUA A PARLARE CON ENTUSIASMO …

  • Gianni Sartori

    …mon dieu…e pensare che a me proletario autoalfabetizzato- e all’epoca anarco(al 50%) comunista(l’altro50%) – sarebbe bastato ridurre (non dico dimezzare, anche solo riformisticamente ridurre) i turni (di notte: nove, dieci ore con pausa di 20 minuti verso mezzanotte) alla Domenichelli…o almeno una mascherina protettiva alla Veneta-piombo…roba così…altro che “…sesso-droga e rochenrol…”

    (o magari – in un sano rigurgito luddista – buttare la fresa nel cesso…)

    GS

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