Le quattro volte – Michelangelo Frammartino

di Ismaele (*),

non tutti i dvd sono indispensabili, questo sì,

 

lo metti e sei in un altro mondo, meglio, in questo, ma con occhi diversi, è il mondo minoritario che si estingue, non il mondo delle città.
mi viene in mente Werner Herzog, come se fosse un film sugli indios del Sudamerica, o Ernesto De Martino, il racconto di un mondo minoritario e resistente, destinato alla scomparsa, etnologia e antropologia al cinema.
ed è un mondo che, se non conosciamo più, abbiamo conosciuto, ma “le magnifiche sorti e progressive” lo condannano, salvo poi piangerlo e rimpiangerlo, come succede con i morti.
questo è un film speciale, con una fotografia straordinaria, un film pieno di morte e di vita, e di bellezza e dolore.
le parole non servono, e in tutto il mondo tutti lo possono vedere, nessuno può dirsi estraneo, tutti siamo coinvolti.
vogliatevi bene, cercate “Le quattro volte”.

http://markx7.blogspot.it/2014/09/le-quattro-volte-michelangelo.html

 

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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