Scor-data: 16 giugno 1969

Bombe, fascisti e indagini deviate
di Saverio Ferrari (*)
Una premessa al breve testo qui sotto, tratto da «Le stragi di Stato», un libretto che – con il sottotitolo «Piccola enciclopedia del terrorismo nero: da piazza Fontana alla stazione di Bologna» fu pubblicato nel 2006 come supplemento del quotidiano «L’unità». Per le persone più giovani probabilmente il quadro intorno alla strage di piazza Fontana – il 12 dicembre 1969 – è confuso; d’altronde è stato (Stato, se intendete quello che voglio dire) fatto di tutto per intorbidare le acque. Qui in blog se ne è parlato e se ne riparlerà ma intanto vale tentare una sintesi. Per capire l’importanza di questa «scordata» – che rimanda alla data in cui il commissario Juliano indaga sul fascista Freda, cioè sul gruppo terrorista di destra più importante di quel periodo – bisogna calarsi nel contesto della «strategia della tensione»: spaventati dalle lotte sociali, settori dello Stato hanno concordato con gruppi neofascisti una escalation di attentati per favorire una svolta a destra (e/o un successivo intervento dei militari, sull’esempio – due anni prima – del golpe dei colonnelli in Grecia). Per questo le indagini sugli attentati devono essere indirizzate verso «maoisti» e «anarchici»; per questo provocatori (sia fascisti che in divisa) si infiltrano nei gruppi di estrema sinistra; e per questo soprattutto non si deve indagare a destra. Il commissario Juliano verrà fermato con le “buone”, qualche altro verrà ammazzato; qui in blog potete leggere – fra le tante – la storia di Armando Calzolari, ucciso proprio dai suoi camerati (pochi giorni dopo la strage di piazza Fontana) perché, in disaccordo con la strage «fatta a casaccio», aveva minacciato di rivelare i nomi dei veri assassini. Come già scritto varie volte il riferimento storico d’obbligo è alla contro-inchiesta «La strage di Stato» che uscì nel 1970 a firma di un collettivo, di recente lo ha ristampato Odradek: nonostante il tempo che passa, con tutti i suoi limiti e qualche piccolo errore, è il quadro d’insieme più esatto su quello che accadde a ridosso di piazza Fontana. (db
Juliano-copLibroFerrari)

[…] Riaffiorò, in questo quadro, la vicenda del commissario Pasquale Juliano, dirigente della squadra mobile di Padova, a cui il questore Federico Manganella si era rivolto, insoddisfatto delle indagini condotte dall’ufficio politico, dopo i diversi attentati in città che nel 1969 avevano colpito la redazione de «Il Gazzettino», in febbraio, la sede del Psiup, in marzo, e l’ufficio del rettore dell’università, il 15 aprile.
Attraverso alcuni confidenti il commissario, nel giro di poche settimane, raccolse dettagliate informazioni sulla cellula di Freda e Ventura.
In questo ambito arrestò a Padova Giancarlo Patrese, appena uscito dalla casa di Massimiliano Fachini, stretto collaboratore di Freda, con un pacchetto contenente una pistola e un ordigno esplosivo.
Il commissario venne rimosso con l’accusa di aver precostituito le prove. Un suo confidente, si disse, aveva consegnato a Patrese l’involucro incriminato, allo scopo di incastrare il gruppo. Il portiere dello stabile Alberto Muraro testimoniò a favore di Juliano, sostenendo di aver visto entrare e uscire Patrese già con il pacco in mano e nessun altro. Non servì a nulla. Da Roma partì l’ordine di sospendere il funzionario dall’attività e dallo stipendio. Fu successivamente trasferito a Ruvo di Puglia.
Solo nel maggio 1979, dieci anni dopo, una sentenza del tribunale di Padova lo assolverà definitivamente da questa infamante montatura.
In un suo memoriale del 6 settembre 1969, inviato ben prima del 12 dicembre al giudice istruttore di Padova Francesco Ruberto, già denunciava l’esistenza di «un’organizzazione che faceva capo a certo avvocato Freda da Padova, a certo Ventura, un librario di Treviso, e a un bidello del Configliachi di Padova» (Marco Pozzan – nda).
Il 13 settembre del 1969 il portiere Alberto Muraro, ex-carabiniere, sarà rinvenuto morto nel vano dell’ascensore di casa Fachini, dopo un volo di diversi metri. Il cadavere non fu sottoposto ad autopsia e il fatto archiviato come incidente.
(*) Saverio Ferrari è autore di libri e ricerche importanti sul neofascismo italiano e internazionale. Molti suoi contributi (a volte ripresi qui in blog) sono sul sito dell’«Osservatorio democratico sulle nuove destre. In questi giorni esce da Bfs (Biblioteca Franco Serantini: 176 pagine per 15 euri) «I denti del drago: storia dell’internazionale nera fra mito e realtà» che, nei prossimi giorni, sarà recensito e commentato con l’attenzione che merita.
Ricordo anche – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 16 giugno fra l’altro avevo ipotizzato: 1671: ucciso a Mosca Stenka Razin, leader contadino; 1829: nasce Geronimo; 1881: insegnamento primario gratuito in Francia; 1904: è il «Bloomsday», dedicato a Joyce; 1911: nasce Ibm; 1935: nasce Charles Nelson Perker, leader della lotta per i diritti civili in Australia; 1937: il governo spagnolo mette il POUM al bando; 1944: pena di morte per il quattordicenne afroamericano George Genius Stinney; 1955: golpe contro Peron; 1959: a Parigi si pubblica «La cancrena» sull’uso sistematico di torture nell’Algeria “francese”; 1963: vola Valentina Tereskova; 1976: rivolta a Soweto; 1978: Leone si dimette; 1988: muore Andrea Pazienza; 2002: inizia la costruzione del muro israeliano. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

Redazione
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