«Sylphidarium» (Maria Taglioni On the Ground) del Collettivo Cinetico

 

di Susanna Sinigaglia

Questo sorprendente spettacolo del Collettivo Cinetico ha radici lontane; sicuramente quelle cui rimanda il sottotitolo, ossia l’opera di Maria Taglioni del 1832, La Sylphide, ma anche le silfidi del balletto romantico realizzato da Michel Fokine su musiche di Chopin – un dichiarato omaggio del coreografo proprio a Maria Taglioni – le cui note s’insinuano nella partitura durante la performance accompagnata live da violino e percussioni.

La silfide è una figura della mitologia nordica che si pensava popolasse i boschi e i venti; evanescente e mutevole, aveva il suo corrispettivo maschile nei “silfi”. La coreografia del Collettivo Cinetico evoca tutti questi motivi, echi remoti, estremizzandone gli aspetti fantasmagorici con effetti spesso farseschi.

In scena, all’inizio, vediamo un performer rannicchiato sul palco con il dorso rivolto verso il pubblico, come se dormisse, mentre uno a uno entrano strani personaggi presentati da una voce fuori campo, bizzarre creature con altrettanto bizzarre abitudini sottolineate da quello che, più che a un abbigliamento, assomiglia a una pelle o alla struttura di una forma di vita aliena.

 

photo-©-Giuseppe-Distefano

 

Dopo questa prima presentazione, comincia un’incessante serie di incursioni sulla scena dei danzatori abbigliati di volta in volta da animali con lunghe code che si accarezzano voluttuosamente,

o allacciati in posture tanto astruse da suggerire forme ibride che possono ricordare i centauri o accoppiamenti di libellule. Un altro elemento ricorrente è la stoffa scozzese, indossata come gonnellino o a mantella o addirittura in foggia di scudo dietro cui ci si mimetizza.

Cessato il turbine vorticoso di immagini e acrobazie dei danzatori, che uniscono a una straordinaria preparazione fisica una forza interpretativa ed espressiva altrettanto straordinaria, i performer compaiono tutti insieme sulla scena, nudi, portando un grande vassoio su cui si trova una piccola montagna di cibo: popcorn? scaglie di parmigiano? Comunque sia, cominciano a mangiarne imboccandosi di tanto in tanto l’un l’altro; si ha la sensazione che sia il finale, la chiusura conviviale dello spettacolo. Scende il buio, il pubblico è incerto con mia grande soddisfazione così non scoppia, come avviene quasi sempre, in applausi mentre ancora non si è nemmeno riaccesa la luce in sala. Ma lo spettacolo non è affatto finito: i danzatori irrompono di nuovo sulla scena tutti vestiti di bianco e argento dando vita a una sarabanda scatenata e travolgente che li tiene impegnati sul palco, per ancora una buona mezz’ora, in una stupefacente prova di resistenza.

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E infine la chiusura divertente: continuando a danzare allo stesso ritmo sfrenato, uno a uno i performer abbandonano il palco. L’unica che non demorde e continua il suo moto incessante finché non cala definitivamente il buio in scena è la coreografa Francesca Pennini, la danzatrice più minuta della compagnia: con la tenacia dei grandi artisti.

http://www.triennale.org/teatro/collettivo-cinetico-sylphidarium/

Susanna Sinigaglia
Non mi piace molto parlare in prima persona; dire “io sono”, “io faccio” questo e quello ecc. ma per accontentare gli amici-compagni della Bottega, mi piego.
Quindi , sono nata ad Ancona e amo il mare ma sto a Milano da tutta una vita e non so se abiterei da qualsiasi altra parte. M’impegno su vari fronti (la questione Israele-Palestina con tutte le sue ricadute, ma anche per la difesa dell’ambiente); lavoro da anni a un progetto di scrittura e a uno artistico con successi alterni. È la passione per la ricerca che ha nutrito i miei progetti.

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