2 novembre: salvare le lapidi per…

per prevenire la distruzione di memorie storiche. Un appello contro l’invisibilità (per incuria) delle testimonianze di chi morì per l’epidemia «spagnola» subito dopo il primo massacro mondiale.

di Vito Totire (*)

Da tempo stiamo raccogliendo – al fine di prevenirne la distruzione per vetustà e incuria o comunque l’invisibilità – la memoria di lapidi che ricordano la tragica epidemia che fu detta «spagnola» nell’inizio Novecento.

Il fine? Non smarrire la memoria di un evento tragico per l’umanità che peraltro è nettamente connesso con il massacro («inutile strage» la definì il papa dell’epoca) della prima guerra mondiale. Una ricerca per rendere omaggio ai morti e per auspicare una pace vera, immediata e duratura nel mondo.

Sulla “spagnola” è stato scritto e ricercato sia in campo storico che scientifico, a partire dalla magistrale ricostruzione di Giorgio Cosmacini: che peraltro delinea i criteri a cui facciamo riferimento in questa nostra ricerca, estesa a livello nazionale, delle testimonianze storiche superstiti,

Al momento abbiamo individuato lapidi dalla Puglia all’Emilia-Romagna (nel Comune di Turi come a Monterenzio). Molte di queste lapidi oggi sono in condizioni quasi perfette; altre sono fessurate, rotte o poco leggibili: necessitano di pulizia e di restauro conservativo e non ci pare accettabile che vengano ulteriormente deteriorate da incuria e vetustà.

LANCIAMO UNA CAMPAGNA NAZIONALE PER IL CENSIMENTO.

Alcune indicazioni per chi aderisce:

  • Se ne possono trovare ovunque ma è più facile ovviamente in cimiteri antichi e periferici dove forse ci sono quelle più “disobbedienti” rispetto alla censura imposta dal governo in carica in quella fase storica
  • Per l’identificazione, almeno in termini di alta probabilità, si può partire dal sesso (più spesso femminile), dall’età giovanile, ovviamente dal periodo (cioè da fine 1918 per arrivare al 1920), dalla quasi assenza di scritte di cordoglio e di dolore perchè le manifestazioni di questo genere erano appunto vietate dal governo “liberale” di Emanuele Orlando.

Solo nel piccolo cimitero di Scanello (frazione del comune di Loiano) ne abbiamo individuate tre, assieme ad altre testimonianze delle epidemie di altri periodi storici.

Un lavoro di censimento, al momento, non può rientrare sotto la copertura finanziaria regionale per la rigidità delle norme che concedono finanziamenti solo a progetti presentati da gestori di cimiteri.

Preso atto del silenzio totale del Comune di Loiano e invece d’un cenno di interesse, anche se è impossibile ogni forma di altro sostegno, da parte della Regione, lanciamo il progetto in maniera autonoma, dal basso: come dicono gli ecologisti tedeschi, una “burgerinitiative”.

In concreto, sia cogliendo la circostanza del 2 novembre e sia in ogni altra occasione, la proposta è cercare e segnalare. Poi un comitato tecnico valuterà il materiale inviato esprimendo un parere sull’inclusione nella anagrafe nazionale della lapidi e comunicandolo a chi ha segnalato.

Questa anagrafe sarà periodicamente aggiornata includendo: foto, dati essenziali, nome di chi ha segnalato (previo consenso). E’ ipotizzabile la pubblicazione di un report on line entro un anno, cioè a partire dal 2 novembre 2023.

Ogni altra segnalazione di interesse storico sarà ben accetta e, strada facendo, si potranno eventualmente individuare altri filoni di ricerca (che in parte abbiamo già in mente). I dati verranno segnalati ai Comuni competenti per evitare ulteriori distruzioni oltre quelle già certamente verificatesi.

Per l’nvio cartaceo: circolo Chico Mendes, via Polese 30 40122 – Bologna; per e-mail: vitototire@gmail.com.

(*) Vito Totire è portavoce della «RETE EUROPEA PER L’ECOLOGIA SOCIALE»

 

 

 

Redazione ALMA.Blog
Il Collettivo A.L.M.A. è un collettivo multiculturale di scrittura formato da scrittori, giornalisti e attivisti di origin varie e residenti in Italia.

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