«Addio alle armi» di Ernest Hemingway e le fucilazioni sommarie

di Francesco Cecchini (*)

Hemingway descrive alcune fucilazioni avvenute vicino al ponte di Pradamano sul torrente Torre. Lo scrittore ne venne a conoscenza da una crocerossina inglese, Agnes Colloway, che incontrò in un ospedale a Vicenza dove fu ricoverato per una ferita presa al fronte. Il racconto di Agnes venne ripreso in «Addio alle armi». Renato Guttuso dipinse un giudizio sommario di carabinieri – a un ufficiale che poi venne “giustiziato” – in una delle 8 illustrazioni del romanzo di Hemingway che fu pubblicato da Mondadori del 1946, tradotto da Dante Isella, Puccio Rosso e Giansiro Ferrata.

RenatoGuttuso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«Due carabinieri condussero il tenente colonnello verso la riva del fiume. Camminava nella pioggia vecchio, a capo scoperto con un carabiniere per parte. Non vidi la fucilazione, ma udii gli spari. Stavano fucilando un altro. Anche questo ufficiale si era allontanato dalle sue truppe. Non gli permisero di dare una spiegazione. Quando lessero la sentenza sul notes, pianse e quando lo fucilarono stavano interrogandone un altro». Queste esecuzioni risalgono a immediatamente dopo Caporetto ma nel mese di maggio, ben prima, erano stati fucilati 111 ufficiali e soldati. L’ informazione proviene dallo stesso generale Cadorna. E sarà bene ricordare che molte di queste fucilazioni erano immediate senza alcun giudizio, seppur sommario, dunque neppure “registrate”. A esempio il 16 luglio, dopo la “sedizione” di alcuni reparti prima di essere spediti al fronte, erano stati fucilati 28 soldati. Il generale Albricci dichiarò: «Le fucilazioni sono tra le più dolorose necessità che accompagnano inevitabilmente una guerra». Alla fine il bilancio ufficiale, mai definito con esattezza, sarà ben oltre il migliaio.

«Addio alle armi» è un romanzo d’amore e di guerra, ma contiene anche un messaggio contro una guerra e i suoi morti ammazzati per nulla. Un romanzo per la vita contro la guerra. Lo scrittore descrive scenari bellici con grande capacità nel raccontare paesaggi e sentimenti, evidenziando la sua idea antimilitarista e contraria alla guerra, vista come stupida e totalmente inutile. Il protagonista Frederic Henry è uno statunitense che viene volontariamente sul fronte italiano, guidato da principi idealistici e patriottici ma durante il conflitto incontrerà la fame, le perdite, la stupidità dei militari, la morte e la disillusione.

Il romanzo venne  portato al cinema da King Vidor – ma alla regia lavorò, non accreditato, anche John Huston – nel 1957; lo si può vedere su You Tube. C’era già stata una versione precedente di Frank Borzage (nel 1932, con Gary Cooper): il film fu proibito dal fascismo assieme al libro. Anche la prima versione può essere visto su You Tube ma in lingua inglese, digitando «A farewell to arms».

Proprio in questi giorni il romanzo è letto nella trasmissione «Ad alta voce» (su Radiotre) da Tommaso Ragno.

(*) Molta letteratura e molti film raccontano il grande massacro del 1914-1918, le trincee dell’altipiano di Asiago, le rocce del Carso, l’angoscia di sentire la fine vicina, le morti, le fucilazioni e le decimazioni. Qui in blog parleremo di alcuni di questi film, romanzi o racconti per accompagnare l’azione-appello che abbiamo iniziato per la riabilitazione dei fucilati e decimati perché rifiutavano la guerra o avevano contestato i comandanti. Contemporaneamente continua la diffusione dell’appello al presidente del Consiglio, al ministro della Difesa e al presidente della repubblica. Il testo è qui: Un appello per riabilitare i «decimati», i disertori, i disobbedienti di guerra. Le adesioni continuano ad arrivare. L’elenco con le prime adesioni è già in blog, verso fine ottobre posteremo l’aggiornamento. Per aderire occorre inviare un email a: francesco_cecchini2000yahoo.com . Nel frattempo sullo stessa tema Daniele Barbieri e Francesca Negretti scritto una lettura a due voci che inizia a girare (Padova, Milano, il 19 ottobre a Imola e il 24 a Torino): se vi può interessare contatteli su pkdick@fastmail.it o qui in blog.  (db, dl, fc)

 

Redazione
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Un commento

  • grande ed opportuna rievocazione – perchè la “macchina bellica” non ha mai smesso – ma solo continuato a perpetrare “un po’ più in là” i suoi orrori – semmai con le armi costruite da noi 🙁
    Irene

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