Amianto ovunque: da Castel de’ Britti…

a Castel de’ ruschi?

di Vito Totire (*)

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Persino una vasca… per un bel bagno rilassante nella discarica abusiva. Dal 2006 monitoriamo i cassonetti di Castel de Britti con particolare attenzione: in quell’anno il sito fu meta di un raccapricciante smaltimento abusivo di lastre in cemento-amianto spappolate e l’asilo di fronte era ancora aperto! Quello smaltimento abusivo di cemento amianto non fu l’unico. Anzi l’ultimo, due tubature, si è verificato solo pochi giorni fa. L’amministrazione comunale ha manifestato vaghe intenzioni di monitorare il sito con una telecamera; si tratta di una ipotesi che noi stessi abbiamo caldeggiato ma non basta.

COMUNQUE SIAMO PUNTO E A CAPO: IERI LA NOSTRA VIGILANZA PERIODICA HA INDIVIDUATO:

  1. UNA VASCA DA BAGNO
  2. UNA CARCASSA DI FOTOCOPIATRICE
  3. UNA PARTE DI PORTA A VETRO
  4. UN CONTENITORE ESAUSTO DI LIQUIDO CHIMICO (SOLVENTE ALLA NITRO).

Certo non ci aspettavamo una soluzione immediata dopo la nostra ultima segnalazione ma prediligiamo battere il chiodo finché è caldo:

  1. abbiamo detto che la ultima bonifica del cemento-amianto è stata condotta in un tempo congruo tra segnalazione e intervento e con buona professionalità (abbiamo occasionalmente interloquito con l’operatore addetto). Non ci pare che ci sia chiarezza invece su come potremo prevenire i “prossimi” smaltimenti abusivi: riteniamo che tutti i Comuni italiani debbano garantire il prelievo gratuito a domicilio delle piccole quantità di cemento-amianto di provenienza domestica. Cosa si aspetta a garantire questo servizio?
  2. l’episodio conferma la necessità di integrare il censimento dell’amianto con quello delle tubazioni interrate;
  3. gli ultimi (di ieri) ritrovamenti – vasca da bagno contenitore di vernice alla “nitro” – confermano che la provenienza dei rifiuti non è solo domestica ma anche da attività produttive. Questo comporta che non è sufficiente vigilare sul sito ma occorre un intervento più capillare alla fonte, per esempio, nei cantieri edili e in certe officine.

Sarà un caso ma all’immagine di abbandono che si trae dalla visione della scuola vuota si è associato un altro segnale: la scomparsa della piante di maclure (maclura pomifera) che fino al novembre dell’anno scorso ornavano il bordo di un campo vicino il sito. Ripetiamo: sarà un caso; la pianta non è particolarmente protetta ma è bella con i suoi insoliti frutti al sapore di mela e con sembianze da corteccia cerebrale. Certamente non c’è nessun nesso con gli smaltimenti abusivi ma dispiace che si debba registrare anche la scomparsa in quel sito, già così degradato, di una piccola testimonianza di biodiversità.

Aspettiamo passi concreti dalla amministrazione di s. Lazzaro: passi che, più volte sollecitati, non abbiamo ancora visto. Non vogliamo interferire con l’amministrazione ma l’uscita dalla giunta dell’assessore Archetti pare associata a un calo di “presenza” e di “efficienza”. Vedremo oltre…

Bologna, 3.12.2016

(*) Vito Totire è portavoce di AEA-associazione esposti amianto e rischi per la salute e del circolo “Chico” Mendes di Bologna

 

Redazione
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