Cantarle chiare: il NO di Fiorella

«Ci manca(va) un venerdì – 87»: alla vigilia del referendum Fabrizio Melodia, noto astrofilosofo, dichiara il suo amore per Fiorella Man-NO-ia però, per strada, fa i conti anche con Montesqiueu e Brecht, vola con Spock, concludendo con Homer Simpson

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«Io voto NO perché non sono all’altezza di capire 47 punti della Costituzione che vengono cambiati e non ho capito come. 

Voto NO perché non mi bevo il fatto che si snellisce la votazione di una legge, quando le hanno votate in tre giorni quando gli ha fatto comodo. 

Voto NO perché non mi convince questo nuovo Senato composto da sindaci e consiglieri comunali, visto che la metà dei Comuni italiani sono in odore di corruzione e non mi va che a queste persone sia data l’immunità parlamentare. 

Voto No perché i senatori non saranno più votati da noi. 

Voto NO perché non si capisce nel caso di disaccordo tra Camera e Senato chi ha la parola finale, chi decide. 

Voto NO perché penso che sia un risparmio relativo, e che potremmo risparmiare molto di più se ritirassimo le truppe dall’Afghanistan visto che siamo lì da vent’anni e ci costa due milioni e seicento euro al giorno, circa 900 milioni all’anno. 

Voto NO perché per contribuire al bilancio potremmo fare una vera legge anti corruzione.

Voto NO perché potremmo cercare chi non paga le tasse e porta i capitali all’estero. 

Voto NO perché non capisco che cosa ci sia dietro a tutto questo interesse per questo referendum tanto da scomodare banchieri e addirittura il presidente degli Stati Uniti d’America e non mi fido. 

Voto NO perché un referendum avrebbe avuto senso se ci avessero semplicemente chiesto: volete ridurre il numero dei senatori? Allora sarebbe stato semplice rispondere SI senza scrivere una pappardella incomprensibile perfino ai costituzionalisti piú preparati.

Voto NO perché il mio voto sarà l’eredità che lascio alle generazioni future e sono troppo ignorante per assumermi la responsabilità di cambiare la nostra Costituzione con queste premesse.

IO VOTO NO».

Così in un post della sua pagina Facebook la cantante Fiorella Mannoia. Una presa di posizione chiara e netta, semplice e lineare.

Sottoscrivo e per inciso dico che anche io voto NO. Però un dubbio mi assale… Ha capacità interpretative sublimi e una voce dal timbro unico ma davvero a Fiorella Mannoia “manca un venerdì” se pensa sia così facile nell’Italia di oggi varare una efficace legge anti-corruzione e dare la caccia ai veri evasori fiscali. Le redini del debito pubblico sono tenute dalle banche – non proprio pulitissime perlopiù – le quali in sostanza stringono lo Stato con un cappio alla gola. Bertolt Brecht affermava con mal celata ironia: «La corruzione è la nostra unica speranza. Finché c’è quella, i giudici sono più miti, e in tribunale perfino un innocente può cavarsela».

Di innocenti ce ne sono da salvare, magari dando retta – in questo – al papa: «Se noi chiudiamo la porta ai migranti, se noi togliamo il lavoro e la dignità alla gente, come si chiama? Si chiama corruzione e tutti noi abbiamo la possibilità di essere corrotti. Nessuno di noi può dire “io mai sarò corrotto”. No, è una tentazione, è uno scivolare verso gli affari facili, verso la delinquenza dei reati, verso la corruzione. […] Quanta corruzione c’è nel mondo: è una parola brutta, perché una cosa corrotta è una cosa sporca. Se noi troviamo un animale che è corrotto è brutto, puzza. La corruzione puzza e la società corrotta puzza, e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza».

Tornando al referendum, Fiorella Mannoia partecipa in modo consapevole ma quante/i faranno come lei, quando le reali informazioni vengono occultate, distorte e veicolate attraverso un’intensa campagna di marketing? Molte persone stanno decidendo come votare attraverso spot pubblicitari, promesse ballerine, dibattiti fasulli sulle reti tv, slogan con l’accetta, bufale clamorose… senza approfondire cosa è in gioco. Dalla parte del SI viene incoraggiata la confusione, generando paura.

Se per il referendum sulle trivellazioni i massmedia avevano informato pochino ma almeno non avevano sparato “cannonate” stavolta il cosiddetto Quarto Potere – per dirla con Orson Welles – è quasi tutto appiattito sul SI e ogni giorno lo mostra, martellando le ragioni di Renzi… cioè di banche e Confindustria che (per pura combinazione) sono spesso i proprietari di giornali e tv.

I timori di Fiorella Mannoia, anche sul rimpiattino fra Camera e Senato, sono fondati: verrà meno il principio della separazione dei poteri – cioè esecutivo e legislativo saranno una cosa sola – ovvero la condizione senza la quale la stessa democrazia crolla come un edificio costruito senza fondamenta. Basterà il potere giudiziario a tagliare gli artigli al “sovrano”? E comunque la riforma costituzionale consentirà al governo di controllare meglio il Csm – Consiglio Superiore della Magistratura – e la Corte Costituzionale.

Ben ci aveva avvertiti il buon filosofo giurista Montesquieu, il quale, nella sua fondamentale opera «Lo spirito delle leggi» – pubblicata clandestinamente e messa al bando da gesuiti e giansenisti – scriveva: «Tutto sarebbe perduto se lo stesso uomo, o lo stesso corpo di maggiorenti, o di nobili, o di popolo, esercitasse questi tre poteri: quello di fare le leggi, quello di eseguire le decisioni pubbliche, e quello di giudicare i delitti o le controversie dei privati». Insomma “il potere assoluto corrompe assolutamente” come spesso in «Star Trek» Spock, citando proprio Montesquieu, ricorda al capitano James Kirk, durante le loro discussioni riguardo alla bontà o meno della democrazia e della partecipazione.

Poteri separati ed equipollenti dunque: «una Costituzione può esser tale che nessuno sia costretto a fare le cose alle quali la legge non lo obbliga, e a non fare quello che la legge permette» – ancora Fiorella Mannoia – garantendo la libertà di agire e di pensiero necessaria all’esistenza stessa della democrazia.

Per i perplessi, i confusi e quelli che lanceranno in aria la monetina, lascio concludere il ragionamento da Homer (quello del cartone animato «I Simpson»): «Gli elettori sono come foche ammaestrate. Lancia loro un pesce e guarda come sbattono le pinne». Se vi piace esser foche mangiatevi il pescetto… e se no informatevi che ancora due giorni ce l’avete.

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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