Domani arriva l’uovo – 8

Aspettando Uovot è un’opera teatrale poco nota di Daniel Beckett, scrittore imolese-irlandese di ascendenze romano-sardo-galattiche.

Ecco alcuni passaggi essenziali dell’opera.

Vladimiro (Didi) ed Estragone (Gogo) stanno aspettando su uno stra-blog (strano blog) un uovo. Ogni domenica si ritrovano lì, con altre/i, a scrutare i minimi mutamenti di un enorme uovo (una metafora della frittata cosmica? Un riferimento al mondo cotto? Una parafrasi della gallina pazza?).

Uovot manda a dire a Didi e Gogo che devono aspettare. E loro attendono. (Ma per quanto ancora?)

Intanto tutte e tutti – in scena e fuori – ci lamentiamo del freddo, della fame, del presente immobile, del futuro incerto, del passato manipolato, di Berlusconi e di Monti, dell’autismo di massa.

A un certo punto nella stesura originale di «Aspettando Uovot» arriva Pozzo di Merda, che si definisce il proprietario della terra sulla quale Vladimiro, Estragone e tutte/i attendono. Pozzo è un uomo crudele: tiene milioni di persone al guinzaglio con una lunga corda. La critica più avveduta ritiene che Pozzo sia il Fondo Monetario Internazionale e/o la Banca Mondiale.

In quest’opera – e quel che è peggio forse nella vita – non esiste più legame fra parola e azione, fra il linguaggio e la storia che dovrebbe esprimere, comunicare e attivare. Una catastrofe ma forse Uovot arriverà e potrebbe portare buone novità. Dunque pazientate per sapere chi (o cosa) è veramente Uovot ma nel frattempo magari incazzatavi e organizzativi.

 


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