Faenza, dopo l’acqua il fuoco…

di Rete Nazionale Lavoro Sicuro

OCCORRE ARRIVARE IL GIORNO PRIMA è la tesi fondamentale su cui è nata la RETE NAZIONALE LAVORO SICURO il 26 maggio 2022 a Modena.

Cosa è successo a Faenza ?
Cosa sta succedendo in tutta Italia in questi ultimi mesi in cui le notizie sui casi di incendio paiono crescere a dismisura (Vigevano, Saronno, Bosco della Panfilia , Parma)?
Auspichiamo la redazione di un bilancio esaustivo dei danni causati dal drammatico evento faentino di ieri mattina.
I giornali hanno notificato che il bilancio economico di CAVIRO è florido, dunque la dirigenza deve aver destinato grande attenzione ai profitti derivanti da una merce che nel mondo e in Italia, quantomeno, è consumata in eccesso (anche se gli eccessi non sono distribuiti uniformemente nella popolazione e tuttavia riguardano purtroppo le persone più vulnerabili).
Pur guardando con grande attenzione alle posizioni di scienziati che propongono di eliminare l’alcool totalmente dalla dieta, possiamo dire che nel caso si voglia continuare a produrre vino, senza sconfinare nella attuale perniciosa sovrapproduzione, occorre farlo rispettando tutti i criteri di prevenzione e sicurezza.
Il sito di Faenza incute timore, in quanto tale.
Molti amici e conoscenti, dopo aver transitato lungo l’autostrada nel territorio faentino, dopo essersi tappate le narici con rischio per la guida dell’automobile (sarebbe importante uno studio sul nervo olfattivo dei residenti, come in altri siti tipo comuni della Brianza attorno a Seveso), ci hanno chiesto nel corso dei decenni: cosa succede a Faenza ?
Tra distillerie e ceramiche c’è molto da studiare e approfondire, ma torniamo alla mattina di ieri.

Le cronache dicono che fossero in atto lavori di manutenzione.
Autogestite o gestite da ditta esterna?
In questo secondo caso, vogliamo sperare, le operazioni siano state condotte nell’ambito del DUVRI, vale a dire il documento di coordinamento tra le valutazione del rischio di ogni singola azienda.
Se la manutenzione era autogestita la questione potrebbe essere più nebulosa e, forse, ancora più grave.
Ad ogni modo: L’EPILOGO NON E’ STATO DRAMMATICO COME ALLA MECNAVI E I COSTI UMANI NON HANNO COMPORTATO PERDITE IRREPARABILI E ACUTE,  MA PER ASSOCIAZIONE DI IDEE IL PENSIERO E’ ANDATO AL 13 MARZO 1987, ALMENO PER CHI HA BUONA MEMORIA.

Le cronache infatti hanno riferito di una “scintilla”, una scintilla può avere un impatto zero ma può avere un impatto devastante se coinvolge materiali infiammabili.
Come si è prodotta quella scintilla e chi la ha prodotta ?
Quali strategie di prevenzione e quali percorsi di formazione per il personale a monte di quella scintilla ?
Un evento che può essere banale in certe circostanze ma disastroso in altre.
Dunque massima attenzione e massima allerta su tre questioni:

a) Bilancio rigoroso dell’impatto ambientale e sanitario (EVITANDO DELEGHE A CHICCCHESSIA)
b) Indagine rigorosa sulle cause
c) Definire programmi e strategie per il futuro a partire da domani

CHE NON SI PARLI DI INFORTUNIO O DI SFORTUNA: DIETRO OGNI EVENTO NEGATIVO C’E’ SEMPRE UNA OMISSIONE DI MISURE DI PREVENZIONE.
ESPRIMIAMO LA PIU’ SENTITA SOLDARIETA’ ALLE PERSONE COLPITE DALL’EVENTO.
Costituiamo un comitato popolare per la prevenzione.
La RETE è a fianco e al servizio dei cittadini.

Vito Totire, medico del lavoro, portavoce RETE NAZIONALE LAVORO SICURO 333.4147329 altri referenti: Davide Fabbri (Cesena),
Savio Galvani (Rimini) , Ezio Gallori (Firenze)

Bologna/Faenza , 8.5.2023

alexik

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