Frammenti di quotidianità palestinese – 15

un reportage di Fayha Shalash con 7 articoli ripresi da InfoPal

“Il miele da mille fiori”: la guerra israeliana alle api

Le restrizioni e le violazioni israeliane, insieme ai ripetuti attacchi dei coloni, colpiscono direttamente l’intero settore dell’apicoltura nella Palestina occupata.

di Fayha Shalash (*)

Il 2 agosto, l’apicoltore palestinese Yousef al-Sharha si è diretto ai suoi alveari a Hebron, a sud della Cisgiordania. Mentre si avvicinava, scoprì che la maggior parte degli alveari erano stati distrutti e bruciati da coloni ebrei israeliani.
Al-Sharha era devastato, ma non completamente scioccato.
L’apicoltura in Cisgiordania deve affrontare numerosi ostacoli, inclusa l’occupazione israeliana.
L’amore di Al-Sharha per le api e il suo interesse nell’allevarle sono iniziati in tenera età. Quando era bambino, con i suoi parenti visitava spesso gli alveari sulle colline meridionali di Hebron.
Dopo la laurea in ingegneria agraria, Al-Sharha non è riuscito a trovare un lavoro adatto. Per non rimanere disoccupato, decise di fare della sua vecchia passione un lavoro, diventando così apicoltore.
Ben presto scoprì che le restrizioni e le violazioni israeliane influivano direttamente anche sul suo lavoro e sull’intero settore dell’apicoltura.

Una mattina triste

“Stavo andando a raccogliere il miele dai miei alveari nella zona di Zanuta, vicino alla città di Al-Dhahiriya, solo per scoprire che 21 dei 55 alveari erano stati bruciati”, ha detto al-Sharha al Palestine Chronicle.
Un gruppo di coloni, ancora nella zona, ha attaccato gli alveari e gli ha dato fuoco, ci ha detto. Poi hanno aggredito il proprietario del terreno con i manganelli e gli hanno chiesto loro di andarsene.
Secondo al-Sharha, l’obiettivo finale di questi coloni è espellere i palestinesi dalle loro terre in modo che gli insediamenti illegali dell’area possano espandersi ulteriormente.
“Quando ho visto che era rimasto solo un mucchio di cenere, mi si sono riempiti gli occhi di lacrime”, ha detto al-Sharha.
“Questa è la nostra terra eppure non ci è nemmeno permesso di allevarci le api”.

Non solo coloni

I ripetuti attacchi dei coloni non sono l’unico ostacolo per gli apicoltori palestinesi.
“Il nostro lavoro ci impone di spostarci spesso in diverse città della Cisgiordania,perché ogni regione è nota per un tipo specifico di fiore”, ha spiegato al-Sharha.
“Tuttavia, la nostra libertà di movimento è molto limitata poiché le forze israeliane erigono posti di blocco militari e, talvolta, chiudono le strade principali”.
Al-Sharha dovrebbe ispezionare ogni settimana i suoi alveari, che si trovano vicino a Ramallah e nella valle settentrionale del Giordano.
A causa dei posti di blocco militari israeliani e delle chiusure stradali, gli ci vogliono almeno quattro ore per coprire le distanze relativamente brevi di soli 40 chilometri.

Miele da mille Fiori

Grazie alla sua grande biodiversità, la Palestina offre una grande varietà di specie floreali e molti fiori diversi.
Secondo Nasser Jaradat, coordinatore della Cooperativa Honey Breeders, il miele palestinese è uno dei migliori al mondo, grazie alla biodiversità del Paese.
“Il miele palestinese è chiamato il miele dai mille fiori”, ha detto Jaradat al Palestine Chronicle.
“Alcune zone si trovano sotto il livello del mare, mentre altre sono a mille metri sopra il livello del mare. Questa è una caratteristica unica al mondo”, ha spiegato.
Tuttavia, i quasi 2.500 apicoltori palestinesi non possono trarne pieno beneficio, a causa degli ostacoli creati dall’occupazione israeliana.
Ad esempio, in molti casi, l’esercito israeliano impedisce agli apicoltori di accedere ai loro alveari nella Valle del Giordano o nel nord della Cisgiordania.
La situazione peggiora sempre più.

Come Israele uccide le api palestinesi

“I rifiuti tossici o militari israeliani sono disseminati ovunque, a causa delle continue  esercitazioni militari israeliane, e causano la morte di un gran numero di api”, secondo Jaradat.
Inoltre, le autorità di occupazione israeliane fanno tutto ciò che è in loro potere per creare ostacoli agli apicoltori palestinesi e facilitare, come alternativa, la vendita alla popolazione palestinese di miele israeliano.
“Il miele israeliano viene prodotto nell’insediamento di Yad Mordechai e viene venduto ai palestinesi come biologico al cento per cento, ma in realtà è mescolato con dolcificanti artificiali”, ha detto Jaradat.
“Purtroppo fanno concorrenza al miele palestinese, considerato uno dei migliori al mondo”.
Gli apicoltori palestinesi non sono protetti neppure dalle politiche dell’Autorità Palestinese. Le normative nazionali, infatti, consentono la vendita di molti tipi di miele industriale.
Inoltre, più di 218 tipi di pesticidi chimici possono essere utilizzati sulle piante palestinesi, il che danneggia le api e la loro produttività.
“A causa di queste sfide, produciamo solo 1.000 tonnellate di miele palestinese all’anno, mentre il fabbisogno annuale è di 2.500 tonnellate”, ha spiegato Jaradat.
L’intero settore dell’apicoltura è in pericolo a causa della paralizzante occupazione israeliana.
È particolarmente triste, soprattutto se consideriamo quanto sia antica la cultura dell’apicoltura in Palestina.
“I libri degli antichi romani parlavano del miele palestinese, e i romani lo estraevano per i suoi numerosi benefici”, ha detto Jaradat.
“Ora il nostro lavoro è a rischio perché la nostra professione, difficile e impegnativa, è seriamente minacciata”, ha concluso Jaradat.

(*) Tratto da Invicta Palestina. Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali”. Originale in inglese da Palestine Chronicle.
Fayha’ Shalash è una giornalista palestinese residente a Ramallah. Si è laureata all’Università di Birzeit nel 2008 e da allora lavora come reporter e conduttrice. I suoi articoli sono apparsi in diverse pubblicazioni online.

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La sicurezza dell’ANP continua a incarcerare illegalmente decine di cittadini palestinesi

da Infopal, 30/08/2023.

Ramallah. Gli apparati di sicurezza dell’Autorità Palestinese (ANP) hanno continuato a portare avanti la campagna di arresti politicamente motivati in Cisgiordania, persistendo nel contempo a detenere illegalmente decine di cittadini nelle loro carceri.
Secondo fonti locali, lunedì e martedì le forze di sicurezza dell’Autorità palestinese hanno rapito tre cittadini in Cisgiordania, di cui uno dopo averlo convocato per un interrogatorio.
Il prigioniero Osama Salatneh, ingegnere, uno dei detenuti in sciopero della fame nelle carceri dell’Autorità Palestinese, sarebbe stato trasferito in ospedale dopo che la sua salute era peggiorata. È in sciopero della fame da 25 giorni.

I servizi di sicurezza dell’Autorità palestinese si rifiutano, inoltre, di liberare decine di detenuti politici, tra cui studenti universitari, personalità accademiche e nazionali, sebbene alcuni di questi detenuti abbiano ricevuto verdetti del tribunale che ne ordinavano il rilascio.

Fonti: PIC e Quds Press.

Giovane del campo di Tulkarem ucciso dai servizi di sicurezza dell’ANP

da Infopal, 31/08/2023.

Tulkarem. I residenti di Tulkarem e del suo campo, nel nord della Cisgiordania occupata, hanno partecipato al funerale di Abdul Qadir Zaqdah, morto mercoledì mattina a causa delle gravi ferite riportate durante l’assalto dei servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese (ANP) per rimuovere barricate e barriere poste da parte della popolazione locale contro l’occupazione israeliana.

Il corteo funebre, al quale hanno partecipato centinaia di persone, è partito dall’ospedale Thabet, nella città di Tulkarem, verso il campo profughi, al suono di canti rabbiosi che chiedevano di punire i responsabili della morte del giovane.
Il caso ha scatenato una diffusa condanna da parte delle fazioni palestinesi e delle organizzazioni per i diritti umani, tra gli appelli a formare comitati indipendenti e a perseguire i responsabili dell’uccisione di Zaqdah.
Da parte sua, Talal Dweikat, portavoce dell’organismo di sicurezza dell’Autorità Palestinese, ha dichiarato: “I servizi di sicurezza hanno aperto un’indagine sulle circostanze della morte del cittadino Abdul Qader Zaqdah, del campo di Tulkarem, per scoprire l’origine della sparatoria, e hanno chiesto alle autorità competenti di eseguire l’autopsia sul corpo, per accertare i fatti”.

(Fonte: Quds Press).

Ragazzino gerosolimitano ucciso dalla polizia di occupazione

da Infopal, 31/08/2023.

Gerusalemme/al-Quds. Mercoledì sera, nei pressi di Bab al-Amud, nella Gerusalemme occupata, la polizia israeliana ha sparato a un ragazzino palestinese, Khaled Samer al-Za’nin, 14 anni, dopo un presunto attacco con il coltello, uccidendolo.
Fonti dei media israeliani hanno affermato che il ragazzo è stato colpito da proiettili in una stazione ferroviaria vicino a una caserma della polizia, nel quartiere al-Musrara.
Al-Za’nin era sul treno prima di essere aggredito da coloni che, poco dopo, hanno chiamato la polizia, che è intervenuta e ha aperto il fuoco sul ragazzino disarmato.
I media israeliani hanno affermato che il bambino avrebbe sferrato un attacco a coltellate contro un colono e lo avrebbe ferito.
I video di sorveglianza hanno mostrato il ragazzino palestinese steso a terra mentre sanguinava dopo essere stato colpito dalla polizia israeliana.
Fonti israeliane hanno affermato che nell’attacco è rimasto lievemente ferito un colono di 25 anni.
Attivisti hanno diffuso un video sui social media, dal luogo in cui è stata effettuata l’operazione, mostrando un gruppo di coloni che applaudono in una scena provocatoria, durante l’uccisione del palestinese.

Fonti: PIC, Wafa e Quds Press.

140 coloni hanno invaso al-Aqsa

da Infopal, 04/09/2023.

Gerusalemme/al-Quds. Domenica, 140 coloni hanno invaso il luogo sacro musulmano, il complesso della moschea di al-Aqsa nella città vecchia di Gerusalemme, sotto la pesante protezione della polizia israeliana.
Testimoni hanno riferito che gli invasori, divisi in gruppi, hanno preso d’assalto il complesso, hanno fatto visite provocatorie nei suoi cortili ed eseguito rituali.
La moschea di al-Aqsa è soggetta a incursioni quasi quotidiane da parte di coloni israeliani, tranne il sabato e la domenica, effettuate sotto la stretta sorveglianza della polizia israeliana nel tentativo di dividere spazialmente e temporalmente la moschea tra musulmani ed ebrei.

Fonti: PIC, Quds Press e Wafa.

Le forze israeliane arrestano una ragazza palestinese vicino a Bab al-Hatta, a Gerusalemme

da Infopal, 05/09/2023.

Gerusalemme/al-Quds. Lunedì sera, la polizia israeliana ha arrestato una giovane palestinese vicino a Bab Hatta, una delle porte della moschea di al-Aqsa, nella Gerusalemme Vecchia.
L’Autorità per gli Affari dei Prigionieri (affiliata all’Autorità Palestinese) ha confermato che la ragazza arrestata a Bab Hatta è “Maryam Ayyash di Jenin”.
La ragazza è stata arrestata dopo essere stata colpita con un taser mentre le forze di occupazione  aggredivano i fedeli nei cortili della moschea. Fonti locali hanno riferito che le forze israeliane hanno chiuso tutti gli ingressi alla Moschea di al-Aqsa e alla Città Vecchia e hanno sparato in aria.
Le forze israeliane hanno anche attaccato i fedeli palestinesi nel luogo santo.

Fonti: Quds Press e PIC.

Le forze di occupazione prendono d’assalto Bab al-Rahma (complesso di al-Aqsa) e ne distruggono parte del contenuto

da Infopal, 08/09/2023.

Gerusalemme/al-Quds. Giovedì notte, le forze di occupazione israeliane (IO) hanno preso d’assalto Bab al-Rahma, una delle sale di preghiera della moschea di Al-Aqsa, e l’hanno devastata.
Testimoni hanno affermato che le IOF hanno preso d’assalto la sala di preghiera, l’hanno perquisita, distrutto parte del suo contenuto e sequestrato l’altra parte.
Fonti del Dipartimento per le dotazioni islamiche Awqaf (affiliato alla Giordania) hanno riferito che un gruppo di soldati ha fatto irruzione nella sala di preghiera con gli scarponi, dopo aver impedito alle guardie di Al-Aqsa di avvicinarsi al luogo.
Le riprese video hanno mostrato i segni degli scarponi dei soldati sui tappeti della sala di preghiera di Bab al-Rahma e la distruzione del suo contenuto durante le operazioni di perquisizione, prima che alcuni utensili e caffè fossero confiscati.
Da anni le autorità di occupazione prendono di mira la sala di preghiera Bab al-Rahma, per controllarla e trasformarla in una sinagoga ebraica.
Era stata riaperta quattro anni fa, dopo una chiusura durata 16 anni.

I gruppi del “Tempio” si stanno preparando affinché una numerosa folla di coloni partecipi all’assalto alla moschea di Al-Aqsa, approfittando della stagione delle festività ebraiche, che inizierà a metà settembre.
I coloni celebrano la festa del “Capodanno ebraico” il 15 settembre, che dura due giorni, mentre vengono fatti i preparativi per le grandi invasioni nella Moschea di Al-Aqsa e nella Città Vecchia.
Le festività ebraiche continuano dall’8 ottobre, fino alla cosiddetta “Festa delle Luci” dell’8 dicembre, quando i coloni tentano di assaltare Al-Aqsa in massa e di eseguirvi rituali.

Fonte: Quds Press.

Diversi feriti durante il funerale dell’adolescente ucciso dalle Israeli Occupying Forces (IOF)

da Infopal, 09/09/2023.

l-Khalil/Hebron. Diversi cittadini palestinesi sono rimasti feriti, domenica, dopo che le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno preso d’assalto il campo profughi di Arroub, a nord di al-Khalil/Hebron.
Cinque giovani palestinesi sono rimasti feriti dopo che i soldati hanno attaccato il corteo funebre di Milad al-Ra’i, 16 anni, all’ingresso del campo di Arroub.
La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che tre giovani palestinesi sono stati feriti agli arti inferiori da proiettili letali.
Al-Ra’i è morto a causa di una grave ferita al petto e alla schiena, provocata da proiettili letali sparati dalle IOF, sabato notte, durante un’incursione nel campo di Arroub.

Fonti: PIC e Quds Press.
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alexik

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