Gli squali dei fondi privati e la “blue economy”

di GRAIN
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Gli abitanti di Calp, una cittadina della Comunità Autonoma di Valencia, in Spagna, si stanno battendo per impedire l’installazione di un mega allevamento ittico di 50 ettari al largo della loro costa. Sostengono che tale progetto comprometterà l’industria turistica locale, oltre a mettere in pericolo l’ambiente e la pesca artigianale, fornendo benefici minimi ai membri della comunità. (1)

Anche Ana Sala, sindaca di Calp, è fortemente contraria al progetto.
Nell’agosto del 2022, in un incontro con i rappresentanti dell’azienda promotrice del progetto, la sindaca ha dichiarato: “Quello che vogliono realizzare qui è un abominio, ed è nostro dovere difendere la nostra municipalità e i suoi interessi. Per questo motivo continueremo a lottare contro questo progetto“.(2)

La compagnia che sta dietro al progetto è l’Avramar, la più grande società di acquacoltura del Mar Mediterraneo.
Ma l’Avramar non è una impresa locale, è di proprietà dell’Amerra Capital, un fondo privato di investimento di Wall Street, e di Mubadala Investment, un fondo sovrano di Abu Dhabi. Da quando l’Amerra ha acquisito l’azienda nel 2016, l’Avramar ha iniziato un’energica espansione.
Parte di questa espansione ha avuto luogo al largo della costa valenciana e comprende un gigantesco allevamento di acquacoltura di 144 ettari vicino a El Campello. Nonostante questa aggressiva attività sulla costa spagnola, la maggior parte dell’espansione di Avramar è avvenuta al largo delle coste della Grecia.

Negli ultimi due decenni l’acquacoltura marina greca è esplosa, diventando il principale fornitore di pesce d’allevamento destinato al resto d’Europa.
Negli anni ’80 solo il 2% dei prodotti ittici proveniva dall’acquacoltura; oggi ne rappresenta i due terzi. Inizialmente la crescita era stata guidata da operazioni di acquacoltura di piccole e medie dimensioni gestite da famiglie greche. Tuttavia, più di recente, gli investimenti sono arrivati da fondi di investimento privati, desiderosi di ottenere profitti attraverso il consolidamento del settore.
E’ nel 2006 che è avvenuta una delle prime acquisizioni da parte di un fondo di investimento, quando la Global Finance, fondo di investimento con sede ad Atene, ha preso il controllo dell’azienda di acquacoltura Andromeda.
Dieci anni più tardi, dopo una significativa espansione dentro e fuori la Grecia, la Global Finance ha venduto Andromeda ad Amerra. Con il sostegno di Mubadala, nei tre anni successivi l’Amerra ha acquisito altre due grandi aziende greche di acquacoltura, che operavano anche in Spagna, e le ha fuse per formare un’unica grande azienda: l’Avramar.

Al momento della creazione dell’Avramar, la Direzione Generale della Concorrenza della Commissione Europea stabiliva che avrebbe dovuto vendere circa il 20% dei suoi allevamenti.(3) Ma questo ha solo aperto la porta alla Diorasis, altro fondo d’investimento con sede in Lussemburgo, che ha acquistato gli allevamenti e quadruplicato la sua produzione di acquacoltura.(4) La Diorasis è sostenuta da un gruppo di uomini d’affari della diaspora greca e, secondo i media greci, anche da Bill Gates.(5)
Insieme, Avramar e Diorasis controllano già più di due terzi dell’allevamento ittico greco e, nonostante l’opposizione delle comunità costiere, hanno intenzione di espandersi ulteriormente.(6)

Dove fluisce il denaro

Grecia e Spagna non sono gli unici paesi che vedono i fondi di investimento riversarsi in modo aggressivo sul settore ittico. Dal 2015 Undercurrent News sta seguendo il coinvolgimento di fondi di investimento e di altri operatori finanziari in questo settore. Secondo il media succitato l’ammontare degli investimenti da parte di questi attori finanziari continua a crescere, arrivando a rappresentare nel 2021 oltre il 43 per cento delle 194 operazioni finanziarie.(7)

Utilizzando la ricerca di Undercurrent News come base di partenza, dal 2019 abbiamo identificato 41 accordi di investimento da parte di amministratori di fondi nel settore della pesca e dei frutti di mare (si veda l’Allegato I).(8)
Sebbene l’informazione non rappresenti un quadro esaustivo degli investimenti da parte di questi fondi, forniscono comunque un ritratto della portata e dello scopo dei loro investimenti, da cui possiamo trarre alcune delle seguenti conclusioni:

1. I fondi di investimento investono in tutte le componenti del settore, compresi i pescherecci, la lavorazione dei frutti di mare, la vendita al dettaglio, l’acquacoltura, i mangimi per pesci, la genetica, la tecnologia, la gestione di rifiuti e trasporti.
2. Stanno acquistando aziende in tutte le parti del mondo, in ogni continente, anche se la maggior parte delle compagnie di fondi di investimento ha sede negli Stati Uniti e in Europa.
3. In genere si concentrano sull’acquisto di aziende di medie dimensioni per poi consolidarle orizzontalmente e verticalmente.

Inoltre possiamo dire che la maggior parte dei fondi di investimento è orientata verso l’acquacoltura, ma non è una sorpresa perché stiamo parlando del segmento in più rapida crescita del sistema alimentare industriale.
Organizzazioni internazionali, come l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), promuovono attivamente l’acquacoltura, mentre i governi forniscono sussidi e sviluppano politiche pubbliche per “addolcire” gli affari agli investitori privati. Come sottolinea FIAN International, si tratta di un settore “storicamente dominato da attori relativamente piccoli e medi, con decine di migliaia di produttori (anche di mangimi per pesci) sparsi in tutto il mondo“. Tutti questi fattori lo rendono, agli occhi dei fondi di investimento, un settore perfetto per le fusioni societarie. (9)

La produzione di mangimi per pesci è forse l’area di più facile integrazione. È proprio qui che si sta muovendo un numero considerevole di grandi corporations, come la Cargill, che produce e commercializza cereali.
La genetica, la tecnologia e i macchinari sono altri settori in cui il controllo corporativo sta avanzando rapidamente, grazie alla partecipazione attiva dei fondi di investimento.
Ma molti fondi privati hanno messo gli occhi sugli allevamenti di acquacoltura, che si tratti di branzini o orate in Grecia, di pesci d’acqua dolce in Zambia, di salmoni in Cile, di barramundi in Arabia Saudita, di acquacoltura terrestre in Cina o di allevamenti di gamberi in Sri Lanka. (10)
Laddove esistono politiche e normative pubbliche favorevoli all’acquacoltura, lì si fiondano fondi di investimento privati che acquistano ed espandono la produzione, concentrando e accorpando l’industria, dalla produzione di mangimi, agli allevamenti, alla lavorazione dei prodotti.

Ciò non significa che i fondi di investimento non siano interessati alla pesca oceanica.
Negli ultimi anni ci sono stati importanti accordi tra fondi privati e società di pesca a strascico, come l’accordo di investimento tra KKR e il gigante cinese della pesca Yuehai, o l’acquisto da parte di Alantra della società di pesca spagnola Unión Martín.(11)

Carsten Pedersen, del Transnational Institute (TNI), sostiene che i regolamenti sui diritti di pesca promossi dalle grandi ONG conservazioniste e dalle compagnie di pesca come modo per affrontare il sovrasfruttamento ittico, possono produrre rapidi profitti, rendendoli attraenti per i fondi di investimento privati e di altri attori finanziari. (12)
In base a tali regolamenti, i governi limitano la quantità totale di ogni specie che può essere pescata, e poi dividono e assegnano le quote a pescatori e compagnie. I permessi possono essere venduti o affittati a terzi.

Un’inchiesta di ProPublica e del New Bedford Light, sulla regolamentazione del “catch-share” (cattura condivisa) negli Stati Uniti nord-orientali, ha rilevato che il sistema ha accelerato notevolmente la concentrazione industriale e ha incoraggiato l’ingresso di fondi di investimento.(13)

Seth Macinko, un ex pescatore ora professore associato di affari marini all’Università di Rhode Island, ha raccontato ai ricercatori che i diritti di pesca “30 anni fa erano gratuiti” […] “Poi sono arrivati i gruppi conservazionisti. Poi è arrivata la concentrazione/integrazione verticale o consolidamento, come viene chiamato. Poi è arrivato il grande capitale“.

Macinko afferma che la normativa del 2010 sui permessi di pesca privati, “ha trasformato il privilegio di catturare un chilo di pesce in una merce che può essere comprata o venduta senza nemmeno possedere una barca… Ha aperto la porta agli investimenti privati e finanziari”. Le regole commerciali stabilite dall’Organizzazione Mondiale del Commercio o da accordi bilaterali di libero scambio la proteggono e la rafforzano e pongono dei paletti affinché tale normativa non venga riformata.

Uno degli attori finanziari che ha invaso l’industria della pesca nel nord-est degli Stati Uniti è stato Bregal Partners, gestore di fondi di investimento privati con sede a New York, di proprietà della famiglia olandese Brenninkmeijer, erede di C&A, una catena di abbigliamento al dettaglio a livello mondiale. Attraverso la Blue Harvest, società co-fondata nel 2015, si è rapidamente lanciata nell’acquisto di pescherecci, permessi di pesca e impianti di lavorazione.
L’impresa è riuscita ad aggirare le deboli normative antitrust statunitensi e ha rilevato gran parte dell’industria del pesce bianco del nord-est, lasciando ai pescatori locali l’unica scelta di lavorare per la Blue Harvest o di affittare i loro permessi. Per aumentare ulteriormente i propri profitti, l’azienda applicava persino delle commissioni ai pescatori che lavoravano sulle sue barche. (14)

Il prezzo rimane lo stesso, ma tutte le nostre spese aumentano sempre più” afferma Joseph Drago, un pescatore che gestisce, per la Blue Harvest, un peschereccio per la pesca di capesante. “Ogni viaggio sottrae all’equipaggio una fetta sempre più grande di guadagni“.

Un raccolto di soldi e calamità

I fondi di investimento privati che si occupano di pesca e acquacoltura affermano di promuovere investimenti sostenibili. Questo probabilmente attrae i fondi pensione, le fondazioni e le banche pubbliche di sviluppo che investono in questo settore (vedi Allegato II).

Ad esempio l’Altor, che gestisce fondi di investimento privati con sede in Svezia, è orgoglioso del suo forte impegno nei confronti dell’ambiente, delle cause sociali e della governance. Diversi fondi pensione, tra cui PensionDanmark, i fondi dell’Università del Michigan e di Princeton, e diverse fondazioni tra cui la Fondazione Rockefeller, sono investiti nell’Altor Fund III.(15)
Nel 2014, attraverso l’Altor Fund III, il gestore del fondo ha acquistato la Nova Austral, una delle maggiori company cilene produttrici di salmone. L’operazione è stata condotta in collaborazione con la società statunitense Bain Capital tramite l’Ewos, un produttore di mangimi per pesci di proprietà di entrambi i gruppi.

Nonostante l’impegno dichiarato di Altor rispetto ai requisiti ambientali, sociali e di corporate governance, quando la società era di proprietà di Alter Co, l’Ewos è stata coinvolta in uno scandalo riguardo la fissazione dei prezzi. (16)
Anche la Nova Austral, negli anni successivi all’acquisizione da parte di Altor, ha stabilito un numero record di multe per mancato rispetto delle normative ambientali.
La Sovrintendenza Ambientale del Cile ha definito Nova Austral un “trasgressore seriale” e il governo ha presentato una denuncia penale contro la società e i suoi dirigenti per la ripetuta inosservanza delle normative.(17)
Nel novembre 2022, il Consiglio di Difesa dello Stato del Cile ha intentato un’altra causa contro la Nova Austral, questa volta chiedendo un risarcimento per i “gravi danni causati al Parco Nazionale Alberto de Agostini, nei fiordi del Cile meridionale, a Magallanes e nell’Antartico cileno”. (18)

Attraversiamo un momento in cui le comunità costiere sono sottoposte a forti pressioni affinché accettino l’acquacoltura, le riforme della pesca e altri progetti di “sviluppo” per promuovere una “economia blu” neoliberista.
I promotori parlano degli investimenti che questi progetti porteranno, ma gran parte di essi sono realizzati attraverso fondi di investimento privati.
Il comportamento generale dei fondi di investimento privati nel settore della pesca e dell’acquacoltura assomiglia molto a quello che abbiamo scoperto nel 2020, dopo aver indagato sulla crescente presenza di fondi di investimento nel settore agroalimentare: una spietata ossessione per il profitto finanziario a beneficio di pochi partner, a spese delle comunità locali, dell’ambiente e delle stesse persone il cui denaro viene utilizzato per questi progetti. (19)

La concentrazione dell’industria ittica mondiale, nelle mani della élite del fondi di investimento privati, non offre alle comunità alcuna soluzione alle loro lotte per i mezzi di sussistenza, la sovranità alimentare e la giustizia sociale.
Con tutti i problemi che affliggono l’industria, dallo sfruttamento della manodopera al massiccio inquinamento ambientale, non c’è alcuna possibilità che i fondi di investimento privati generino le trasformazioni necessarie. Per questo è fondamentale continuare a smascherare questi attori e porre fine ai loro investimenti.

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– Allegato I: Investimenti di fondi privati nel settore della pesca e dei frutti di mare, periodo 2019 2022 – solo in inglese

– Allegato II: Investitori in un campione di fondi privati attivi nel settore della pesca e dei frutti di mare – solo in inglese.

Qui l’originale in spagnolo.

Traduzione di Marina Zenobio per Ecor.Network.

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Note:

1) Sara Romero, “Entitats ecologistes s’oposen a l’ampliació de la piscifactoria de Calp per l’impacte ambiental,” Directa, 29 de marzo de 2022: https://directa.cat/entitats-ecologistes-soposen-a-lampliacio-de-la-piscifactoria-de-calp-per-limpacte-ambiental/
2) Maria Feijoo, “Avramar’s expansion of Spanish farm to go ahead despite opposition”, Undercurrent News, 18 de julio de 2022: https://www.undercurrentnews.com/2022/06/30/avramar-meets-with-objections-to-expanding-one-of-its-spanish-fish-farms/
3) Neil Ramsden, “EU approves Andromeda’s deal for Nireus, Selonda”, octubre de 2019: https://www.undercurrentnews.com/2019/10/30/eu-approves-andromedas-deal-for-nireus-selonda/
4) Diorasis afferma di aver iniziato a investire nell’allevamento ittico in Grecia nel 2014, per sfruttare le opportunità di consolidamento derivanti dalla crisi del debito greco. Vedere. Binyamin Ali, “PE investors look spoiled for choice at the aquaculture table,” AgriInvestor, octubre de 2020: https://www.agriinvestor.com/pe-investors-look-spoilt-for-choice-at-the-aquaculture-table/
5) “Bill Gates investing in Greek aquaculture brand, Philosofish”, Ambrosia Magazine, marzo de 2020: https://ambrosiamagazine.com/bill-gates-investing-in-greek-aquaculture-brand-philosofish/
6) Francesco De Augustinis, “Ocean desolation: how fish farm pollution is killing marine life in Greece”, The Ferret, agosto de 2021: https://theferret.scot/desolation-around-greek-fish-farms/
7) Dan Gibson, “2021 seafood M&A passes $6.5bn after explosion of outside investment”, Undercurrent News, 27 de enero de 2022: https://www.undercurrentnews.com/2022/01/27/2021-seafood-ma-passes-6-5bn-after-explosion-of-outside-investment/
8) Per capire un po’ cos’è un “fondo privato” e come operano nel campo dell’agricoltura e dell’alimentazione, leggi “Barbarians at the barn”, GRAIN, septiembre de 2020, https://grain.org/e/6533
9) Carsten Pedersen y Yifang Tang, “Aquaculture, financialization, and impacts on small-scale fishing communities,” Right to Food and Nutrition Watch, 2021: https://www.righttofoodandnutrition.org/files/rtfn_watch_art.02-2021_eng_web-2.pdf
10) Il National Aquaculture Group è il più grande investitore negli allevamenti di pesci dell’Arabia Saudita. È di proprietà di MASIC, un fondo di investimento con sede a Jeddah. Vedi Ziad Sabbah, “Naqua: At the heart of Saudi Arabia’s push to produce 600,000 tons of fish a year”, Arab News, enero de 2022: https://www.arabnews.com/node/2012971/business-economy
11) Lewis Hu, “KKR-backed China Yuehai Feed to invest $38m in ‘3R’ seafood plant”, Undercurrent News, 15 de agosto de 2022: https://www.undercurrentnews.com/2022/08/15/kkr-backed-china-yuehai-feed-to-invest-38m-in-3r-seafood-plant/
12) Conversazione personale, dicembre 2022. Per una panoramica di alcune delle principali controversie che affliggono oggi l’industria della pesca, cfr. “Of lobsters and mobsters: Who are the companies poaching the oceans?”, GRAIN, junio de 2021, https://grain.org/e/6692
13) Will Sennott, “How Foreign Private Equity Hooked New England’s Fishing Industry,” Civil Eats, 8 de julio de 2022: https://civileats.com/2022/07/08/foreign-private-equity-hooked-new-england-fishing-seafood-fishermen-blue-harvest/
14) Will Sennott, “How Foreign Private Equity Hooked New England’s Fishing Industry”, Civil Eats, 8 de julio de 2022: https://civileats.com/2022/07/08/foreign-private-equity-hooked-new-england-fishing-seafood-fishermen-blue-harvest/
15) I dati sugli investitori in: Altro Fund III son de Preqin.
16) Ewos è stata acquisita da Cargill nel 2015 e successivamente Cargill ha denunciato la collusione sulla fissazione dei prezzi che coinvolgeva Ewos e altre società. Vedere,Tom Seaman, “Cargill to win Chile market share with settlements over feed price-fixing,” Undercurrent New 13 de febrero de 2020: https://www.undercurrentnews.com/2020/02/13/cargill-to-win-chile-market-share-with-settlements-over-feed-price-fixing/
17) Christian Molinari, “Chile’s environmental watchdog fines “serial offender” Nova Austral once again”, Seafood Source, 13 de septiembre de 2021: https://www.seafoodsource.com/news/aquaculture/chiles-environmental-watchdog-fines-serial-offender-nova-austral-once-again
18) María Feijóo, “Latest lawsuit against Chile’s Nova Austral could force closure of four farm sites”, Undercurrent News, 21 de noviembre de 2022: https://www.undercurrentnews.com/2022/11/21/latest-lawsuit-against-chiles-nova-austral-could-force-closure-of-four-farm-sites/
19) GRAIN, “Barbarians at the barn”, op cit.

alexik

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