Hiroshima 6 agosto 1945: la ferita è ancora aperta

Non apriamone altre: che sia in Libia o in qualunque altra parte del pianeta

di Vito Totire (*)

Apicella-Libia5cerchiCannoni

Il presidente degli USA quest’anno è andato a Hiroshima; non ha chiesto perdono per l’olocausto nucleare (144.000 morti a Hiroshima e 75.000 a Nagasaki tre giorni dopo) ha solo detto “mai più”… un po’ poco.

Nel frattempo focolai di guerra vengono tenuti in vita da opposte fazioni con ricorso alle meno eclatanti armi convenzionali (anche se molto più “evolute” di quelle del secolo scorso: droni ecc.).

Condividiamo totalmente i contenuti della intervista rilasciata da Alex Zanotelli a «Il fatto quotidiano»(del 4 agosto di oggi; non saranno i bombardamenti a favorire la pace, non saranno le armi…

Auspichiamo anche noi quello che dice Alex: il rilancio del movimento pacifista disarmista in Italia.

Dal 1990, per noi il 6 ed il 9 agosto sono giorni dedicati a un digiuno in memoria delle vittime e nella speranza che non ve ne siano di nuove.

Le critiche di anti-americanismo, che di recente abbiamo riascoltato con pazienza, sono pretestuose.

Siamo contro la guerra chiunque la faccia e la alimenti; esprimiamo cordoglio per le vittime qualunque sia il colore della loro pelle, che siano vittime di guerre dichiarate o vittime di pace (più di 2000 i morti affogati nel mare Mediterraneo fino a oggi, nel 2016).

Cosa possiamo fare con un digiuno: molto poco … eppure non niente. Il digiuno è un invito a rifuggire tattiche di rimozione e scorciatoie giustificazioniste («la bomba era necessaria» hanno detto “gli storici”, come se gli storici fossero neutrali);

A proposito di vittime, una staffetta partigiana della provincia di Bologna ha indicato in una recente intervista una della cause che ha prolungato la seconda guerra mondiale: la scarsa “custodia” al Gran sasso del signor Mussolini di cui fu responsabile il re d’Italia ne rese possibile la liberazione, dunque la fondazione della cosiddetta Repubblica di Salò con il prolungamento della guerra e delle stragi. Questo grande partigiano ha concluso la sua intervista dicendo: le guerre occorre non cominciarle perché poi non finiscono mai.

Con questo spirito, sorpresi dalla kermesse canora di Polignano a mare del 6 agosto abbiamo riflettuto su questa coincidenza certo casuale; ma, dopo un breve ma significativo dibattito sul web, dal quale ci pare emerga la domanda di un segno di attenzione, ci siamo rivolti direttamente al sindaco di quel Comune: «possiamo dedicare un minuto di silenzio alle vittime di Hiroshima come forma di rispetto per loro e di speranza per noi?». Non c’è niente di “obbligatorio”; è che tutti i popoli del mondo hanno un solo futuro ed è comune.

Bologna, 4.8.2016

Apicella-PetrolioLibia

(*) Vito Totire a nome di: Circolo “Chico” Mendes, Centro per l’alternativa alla medicina ed alla psichiatria “Francesco Lorusso”. AEA-associazione esposti amianto e rischi per la salute

Per adesioni: vitototire@gmail.com

 

LE VIGNETTE, di VINCENZO APICELLA, sono state scelta dalla redazione (db)

 

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