La zona d’interesse – Jonathan Glazer

(visti da Francesco Masala) al cinema lo straordinario film di Jonathan Glazer, ma anche il bel fim, a sorpresa, di Celine Song, un ricordo di Daniele Segre e la segnalazione del passaggio su Rai4 del più bel film, secondo molti, dell’anno

il film inizia con uno schermo nero per alcuni minuti e allo stesso modo finisce.

le musiche di Mica Levi sono perfette, aggiungono angoscia e terrore in questo film d’orrore (quotidiano, sorridente, felice)

e quei rumori, spari, urla di dolore, latrati dei cani, dall’altra parte del muro sono ignorati, qualcosa di naturale, come un tuono in lontananza.

il film è a tratti insostenibile, toglie il respiro, stai male.

il film è straordinario, il non detto, il non visto si fa sentire, si fa vedere, questo è un film che sta negli occhi di chi guarda.

una critica che posso fare, Jonathan Glazer mi perdonerà, quei pochi istanti nel museo del campo, oggi, sono didascalici, sono forse un di più, tutti abbiamo già capito tutto.

e quelle buste piene di vestiti che arrivano dal campo, che cosa terribile, e quelle minacce di morte della padrona di casa a una povera serva ebrea, come se nulla fosse*.

il film riesce a mostrare, a trasmettere non solo la banalità del male, ma anche il Male vero e proprio.

un film da non perdere, anche se farà soffrire.

buona (al di qua del muro) visione.

 

 

* Malcolm X (qui) parlava del negro da cortile e del negro da campo, nel film ci sono gli ebrei da cortile (e da casa) e gli ebrei da campo (di concentramento), niente di nuovo sotto il sole.

 

 

ps: il muro, come non pensare al muro costruito dagli israeliani, di là il genocidio, lo sterminio, le distruzioni, la colonizzazione della terra e del popolo palestinese, al qua l’ordinata vita degli israeliani, allegra, ordinata, senza proccupazioni, se non quella di opprimere nel modo più inumano e burocratico il popolo palestinese, tutti e ciascuno, al di qua del muro a comandare c’erano i nazisti, adesso i sionisti.

e come allora le nazioni democratiche sanno cosa accade al di là del muro, lasciano fare e appoggiano (“si costerna, s’indigna, s’impegna, poi getta la spugna con gran dignità”, direbbe Fabrizio De André), poi, forse, faranno un museo.

come dice Malcolm X (qui) “la democrazia è ipocrisia”

https://markx7.blogspot.com/2024/02/la-zona-dinteresse-jonathan-glazer.html

 

 

 

Past Lives – Celine Song

gran film nel quale i silenzi, gli sguardi, le parole non dette sono fondamentali.

non ci sono gelosie, tradimenti, urla.

è un film d’amore, di amicizia, di rispetto, d’incontro, di qualche forma di felicità, di sorrisi e lacrime, di emozioni, di imbarazzi, di attese, di rinunce, di abbracci.

gli amori e le amicizie dei 12 anni sono per sempre,

la storia mi ha fatto pensare a La donna del mare, di Henrik Ibsen (per il comportamento e l’attesa e la fiducia di Arthur) e a un racconto, In viaggio di nozze, di Javier Marías (si può leggere qui).

leggeteli, se vi va, non è tempo perso.

Past Lives è un film che merita molto, ci si immedesimi in ciascuno dei protagonisti, non è un film per indifferenti.

buona (partecipata) visione.

https://markx7.blogspot.com/2024/02/past-lives-celine-song.html

 

 

 

 

qualche film di Andrea Segre su Raiplay
intanto il 27 su Rai4, e poi, forse, su Raiplay  As bestas
Redazione
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