Messico: Samir Flores ucciso due volte

L’omicidio del dirigente sociale contrario al Proyecto Integral Morelos, avvenuto il 20 febbraio scorso, è stato derubricato ad un episodio di criminalità comune ed il movente politico escluso. Un ulteriore affronto alla memoria di un lottatore sociale tra i più stimati del Morelos.

di David Lifodi

A distanza di tre mesi non ci sono ancora novità sull’omicidio di Samir Flores, ucciso il 20 febbraio scorso, quattro giorni prima della consultazione popolare sulla costruzione di una centrale termoelettrica nella zona di Huexca, nello stato messicano di Morelos.

Samir Flores era tra i leader contadini contrari al Proyecto Integral Morelos (Pim) fin dalla presidenza Peña Nieto, il principale ispiratore del progetto volto alla costruzione di un gasdotto che attraverserà numerose cittadine, tra cui Amilcingo (dove risiedeva ed è stato ucciso l’uomo), un acquedotto a Cuautla e Villa de Ayala e una termoelettrica nella comunità di Huexca. Conduttore della radio comunitaria Amiltzinko, Flores era intervenuto pubblicamente nell’ambito di un incontro promosso dal governo federale attaccando Hugo Éric Flores Cervantes, sostenitore del Pim, ma soprattutto presidente del partito Encuentro Social e fin troppo vicino ai paramilitari responsabili del massacro di Acteal avvenuto alla vigilia di Natale del 1997.

“Questo crimine è legato alla lotta contro la termoelettrica” avevano detto, subito dopo l’omicidio di Flores, i suoi compagni della radio. Contadino nahua, Flores era conosciuto per la sua militanza politica, in qualità di fondatore della radio Amiltzinko e di delegato del Congresso nazionale indigeno (Cni). Samir è stato assassinato con dei colpi da arma da fuoco sparati contro di lui alle 5 del mattino, mentre si stava recando in radio. Come riporta Desinformémonos, Samir Flores “era nipote di Vinh Flores Laureano, leggendario lottatore di Amilcingo che nel decennio dei Settanta promosse la creazione del municipio di Temoac con l’unione di quattro comunità indigene: Amilcingo, Huazulco, Popotlán e Temoac. Flores Laureano creò anche la Normale Rurale per donne ad Amilcingo, il Centro di studi tecnici agropastorali a Temoac e l’Unione degli ejidos Emiliano Zapata”.

L’omicidio di Samir Flores, dirigente sociale amatissimo, non sarà probabilmente che uno di una lunga serie difficilmente destinata ad interrompersi. In Messico far sparire le persone è divenuta una pratica politica messa in atto sistematicamente dalle mafie, dal narcotraffico, dalla polizia corrotta, dai paramilitari e dagli squadroni della morte che agiscono per conto delle transnazionali e dei politici. Inoltre, ha lasciato quantomeno perplessi anche la gestione dell’intera vicenda da parte del nuovo presidente Andrés Manuel López Obrador, che aveva deciso di affidare la consultazione sulla termoelettrica ad una figura ambigua come Hugo Éric Flores Cervantes, a cui è stato permesso di entrare all’interno di Morena, il Movimiento Regeneración Nacional nato nel 2011 come associazione civile per sostenere Amlo nella campagna presidenziale del 2012 e poi trasformatosi nel partito dello stesso presidente.

In un intervento tenuto a Cuautla pochi giorni prima della consultazione, Samir Flores aveva pronunciato un discorso durissimo contro Andrés Manuel López Obrador, accusandolo di voler portare a termine il lavoro iniziato dal suo predecessore Peña Nieto in tema di grandi opere, soprattutto rivolgendo un chiaro atto d’accusa verso coloro che a parole difendono il popolo ma con i fatti lo tradiscono. Inoltre Flores, che lascia una moglie e 4 figli, aveva denunciato la strategia di divisione delle comunità condotta dallo Stato, sostenendo che per i proventi del gasdotto di Huexca e della termoelettrica Amlo aveva venduto la sua dignità e quella della popolazione che lo aveva appoggiato.

È per questi motivi che, pur condannando l’omicidio di Flores, Amlo è visto da molti elettori dello stato di Morelos come un traditore. Nel 2014 e nel 2018 Obrador, in qualità di candidato a Los Pinos, aveva promesso che avrebbe bloccato il progetto della termoelettrica ed ora sono in molti a sentirsi presi in giro, soprattutto perché in tutto il paese non c’è certo bisogno delle dichiarazioni del presidente contro le organizzazioni popolari per spingere i sicari ad agire spesso per conto di paramilitari e milizie private al soldo delle elites e delle grandi multinazionali.

Il terrorismo di Stato ad Amilcingo, dove sono sorte pratiche di autonomia assai simili a quelle degli zapatisti del Chiapas, non rappresenta una novità, ma l’uccisione di Samir Flores è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La strategia governativa, volta ad ignorare sistematicamente gli oppositori al Pim ed a ricorrere, a seconda delle circostanze, alle bugie e ai tentativi di cooptazione delle comunità, ha scavato un solco tra questi territori in resistenza e l’opposizione.

Infine, Hugo Éric Flores Cervantes si è addirittura spinto a sostenere che i responsabili della morte di Samir vanno ricercati tra i militanti dello stesso Frente de Pueblos en defensa de la Tierra y el Agua, a cui apparteneva l’uomo, mentre la magistratura si è intestardita nel collegare il suo omicidio alla criminalità comune, facendo sottintendere che il leader della protesta avesse dei legami con personaggi poco raccomandabili. In questo modo è come se Samir fosse stato ucciso una seconda volta.

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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