Non sanno quel che fanno
di Mohamed Ba
Senegalese ma da anni in Italia, Mohamed Ba è un attore, musicista, narratore e mediatore culturale. Fu accoltellato alle 19,45 del 31 maggio 2009 mentre aspettava il tram a Milano, in zona Certosa. “Ignoti” i motivi per cui un uomo con la testa rasata cercò di ucciderlo. Purtroppo ignoto l’aggressore. Per un’ora nessuno soccorse Mohamed Ba. Rimase in ospedale, fra la vita e la morte, per 14 giorni. Si salvò dalla morte non dal dolore per i silenzi e le indifferenze.
«Padre, non sanno quel che fanno. Non hanno saputo leggere le tavolette. Ci riproviamo noi.
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Non avrai altro io all’infuori di Tu.
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Non nominare la nazionalità degli altri invano.
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Ricordati di valorizzare le feste di tutte le culture presenti nella tua città.
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Onora la memoria dei tuoi nonni e raccontala ai tuoi nipoti.
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Non imporre il tuo punto di vista, accogli spontaneamente quello degli altri.
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Non testimoniare su popoli e culture di cui sai poco o per sentito dire.
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Non rubare la parola agli altri, prima di tutto ascoltali.
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Non desiderare solo la tua cultura, rischieresti la solitudine e la tristezza.
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Non desiderare solo la cultura degli altri, rischieresti la dispersione culturale.
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Non uccidere le differenze, sono la ricchezza dell’umanità.
Cogliete l’attimo. Accogliete».
UNA PICCOLA NOTA
Dal monologo teatrale «Invisibili» riprendo questo breve monologo di Mohamed Ba che è stato già riproposto da Lorenzo Guadagnucci all’inizio del suo «Parole sporche» (ovvero «Clandestini, nomadi, vu cumprà: il razzismo nei media e dentro di noi» edito da Altreconomia l’anno scorso) e pochi giorni fa su «Il dirigibile» (db)
D’accordo su molto, non su “non sanno quello che fanno”. La manovalanza forse non lo sa. Ma coloro che dirigono questa società lo sanno quello che fanno, lo sanno bene. L’unica cosa che non sanno sono le conseguenze che potrebbero nascerne.
Ne il come, né il quando. Ma rischiano. Finché va bene, tirano avanti. Poi si vedrà. Invece di ammazzarne tre, se ne ammazzano tremila. O trecentomila. In qualche modo si farà.
Non crediate che esageri. Pensate che chi ha ordinato la guerra in Iraq non ci dorma sopra dato che ha contribuito a far ammazzare cinquecentomila persone? Macché, ci dorme benissimo! Sono pure pochi, per lui.
Il problema è che siamo noi a non tirare avanti. Alcuni in terra, altri in ospedale e altri ancora nelle mani della disperazione.
Se Dio è morto, chi è allora che ci potrà salvare?
Il Dio dentro di noi…
Mam
Dio E’ Morto :
Ho visto
la gente della mia età andare via
lungo le strade che non portano mai a niente,
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano
nel mondo che hanno già, dentro alle notti che dal vino son bagnate,
dentro alle stanze da pastiglie trasformate,
lungo alle nuvole di fumo del mondo fatto di città,
essere contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà
e un dio che è morto,
ai bordi delle strade dio è morto,
nelle auto prese a rate dio è morto,
nei miti dell’ estate dio è morto…
Mi han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede,
nei miti eterni della patria o dell’ eroe
perchè è venuto ormai il momento di negare
tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura,
una politica che è solo far carriera,
il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto,
l’ ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
e un dio che è morto,
nei campi di sterminio dio è morto,
coi miti della razza dio è morto
con gli odi di partito dio è morto…
Ma penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano,
a una rivolta senza armi,
perchè noi tutti ormai sappiamo
che se dio muore è per tre giorni e poi risorge,
in ciò che noi crediamo dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo dio è risorto,
nel mondo che faremo dio è risorto…
1965 o sbaglio (però di poco) ?
Grazie Francesco (Guccini, ovviamente) per avercelo detto già allora e così chiaramente!
Giorgio
Non scrivo perchè Mauro Antonio Miglieruolo ha gia scritto anche per me. Grazie.(anche a Giorgio! avevo 13 anni nel ’65 e mio Padre con mia Madre che cantavano insieme agli altri Compagni me l’han fatta conoscere…)