OMAR PEDRINI .. ANGELO RIBELLE .. .. ..
un ritratto (con “discanto polaroid”) di Sandro Sardella
essere stato ad un concerto del cantante rock Omar Pedrini ..
(un paio d’anni fa sul lungolago di Luino .. ) .. ha risvegliato
le mie radici rocchettare .. di Lui sapevo qualcosa perché ci
si era “incontrati” nell’antologia “Jackissimo” curata da
Alessandra Bava per gli 80 anni di Jack Hirschman .. che era
amico del poeta Igor Costanzo .. di Ferlinghetti .. ma per il
resto non conoscevo la sua storia .. i Timoria .. il gossip per
le sue avventure di sesso droga & rock .. le sue operazioni
al cuore .. ma presentandomi come “amico di Jack di Igor .. “
il calore del suo abbraccio e saluto l’ho poi visto e sentito
nel suo fare musica .. ..
ho letto il suo libro autobiografico : “Angelo ribelle”
(La nave di Teseo – edizioni) .. libro che ho
trovato fresco audace .. ricco di calda umanità .. scevro da
autocompiacimento .. leggere le sue pagine hanno il calore
della sua parlata .. senti il suo rock dentro la vita … like a
rolling stone … un film di gioie di precipizi di rivoluzioni ..
l’ho ri/sentito e re/incontrato l’estate scorsa ad un suo
concerto in Varese .. ho poi scritto un Discanto a Lui dedicato
DISCANTO POLAROID per OMAR PEDRINI
1
ieri ho sentito poi ascoltato Omar Pedrini
musica incalzante
parole generose e battagliere
la sua eleganza di cervo assetato d’amore
in un presente agitato e
con un futuro nebuloso
diffonde la bellezza
la poesia
presenzia in tempi pandemici
conversa con personaggi popolari e
santi elevati
su strade fuoco e cenere
bacia i miei occhi abbagliati
respiro
cammino
canto .. ..
Mani per toccare mani per lottare ..
Balla balla donna nera
sei la primavera che mi salverà ..
Perché non è illusione
La rivoluzione ci risveglierà ..
2
con impaziente furore sapiente
con un’urgenza travolgente
d’instancabile viaggiatore
tra le cicatrici della metropoli
in un desiderio feroce di essere se stesso
unico e
irripetibile
fa brillare asfalti e cementi
slittano le onde delle
parole delle sue storie
musicate
amate
armate di rock
slittano da Brescia a Milano
a Londra
a San Francisco
3
mi piace il suo sorriso aperto e onesto
mi piace il suo non nascondere o
tradire le sue origini popolari
mi piace il suo essere avventuroso e
romantico che non sa essere
ragioniere
mi piace il suo amare Neil Young e
John Lennon
Lawrence Ferlinghetti
Allen Ginsberg Jack Hirschman e
Franco Califano e
Luigi Veronelli
mi piace sentirlo Compagno on the road
4
pigro pomeriggio
passato a strimperellare
in fondo al cuore
odore di pietra bruciata
il sole ruggisce silenzioso
per resuscitare quella carne persa
trascina i piedi
tra nottambuli bevitori urbani
l’odore del caldo sa di piscio
penetra i pensieri
ehi! Amico,
nella notte della mia generazione
col cuore riparato
mi siedo e
brindo
sapendo che
le tue canzoni
inseguono
le grandi nuvole di Majakovskij
… ed ecco irrompere ditirambando lirico e dionisiaco e non solo -perché il fine è sempre andare oltre l’impazzimento, pur corali, in far catartico- il Sardella sul rocker. E così tutti lo prendiamo in dote quest’Omar Pedrini “luce nel buio demoniaco” dei tempi dei potenti. Già, perché se c’è qualcosa che manca, in quest’epoca è la lucidità per capire dove sta l’inganno. Qualcuno storcerà il naso ma, la verità non è solo dei vangeli a volte sta nel Rock: contraddittoria filosofia e musica -può darsi- spesso però schierata dalla parte degli umili e degli ultimi. E non solo con la rabbia con cui è capace d’irrompere con la sezione ritmica ma anche con la gioia e la sensualità dei corpi e delle menti capaci di liberarsi sulle righe del suo pentagramma. Così un diavolo può ritrovarsi angelo e viceversa ma mai in due scarpe; perché tal modo di fare non è rock. Ben vengano e si conservino nell’albeggio dei tempi il poeta e il rocker (a volte le due figure coincidono, si sovrappongono) giacché nell’apocalisse: ben si staglia la nube del sommo e solidale sovietiko Majakovskij; io so che un giorno quella nube si scioglierà nel rosso-giustizia della “delivrance” svelando i titani o i nani profetici del mercato. Da opposte rive si giocherà la partita finale. Su questo presupposto ’48 aleggeranno la colonna sonora di Omar, il discanto di Sandro.