Ornitologia politica del Nicaragua

A Managua un tiranno tropicale e Juan Carlos Ortega novello rocker.

di Bái Qiú’ēn

Canten pijules, zanates y pocoyos. / Vengan los chichilotes / los saltapiñuelas y el alcaraván. / Que cante el colebrí. / Canarios y chocoyos, / juntos con el macuá, cuá, cuá, cuá, / canten felices todos (Carlos Mejía Godoy).

Cat’s foot, iron claw / Neuro-surgeons scream for more / At paranoia’s poison door / Twenty-first century schizoid man (King Crimson).

Quel pezzetto di Nuovo mondo a forma di trapezio irregolare che è collocato tra i territori che nella epoca coloniale erano denominati Hibueras al Nord e Castilla de Oro al Sud, fu battezzato Nicaragua dai conquistadores. In esso vivono centinaia di volatili di diverse specie. Circa settecento, alle quali sono stati affibbiati nomignoli popolareschi la cui traduzione italiana è più che ardua, impossibile: pinchaflor canelo, gavilán chapulinero, cacique picoplata, enmascarado corinigüis, cuclillo piquigueldo, carpintero careto e via inventando.

Diciamo subito che non siamo ornitologi di professione, ma restammo incantati quel mattino presto in cui, sulla spiaggia deserta di Poneloya di fronte agli escombros di quello che fu il famoso Hotel Lacayo, mentre il sole si alzava alle nostre spalle, un zanate clarinero saltellando poco distante intonò una serie di suoni incredibilmente variati. Quel vero e proprio concerto di trilli, da fare invidia a Herbert von Karajan e alla Berliner Philharmoniker Orchester, proseguì una ventina di minuti. Peccato che non avessimo il registratore…

Dall’aspetto assai diverso rispetto al zanate (Quiscalus mexicanus), che in buona sostanza somiglia a un nero corvo con striature azzurro-violacee sul petto, è un passero che vive praticamente in qualsiasi luogo, sia ai bordi dei boschi sia nelle città, e, in genere, si accoppia in aprile. Nel periodo in cui sulla costa del Pacifico il clima è caldo e secco (si fa per dire), poco prima dell’inizio della stagione delle piogge. La coppia costruisce assieme il nido a forma di tazza, con rami secchi, radici e piccole liane. E, con estrema cura, un po’ l’uno e un po’ l’altra, lo imbottiscono con tutte le cose morbide che riescono a recuperare. Essendo assai tolleranti nei confronti degli esseri umani, non è difficile che scelgano di nidificare nei pressi di una casa o in un luogo dove transitano molte persone. Per quanto assai prolifici e non a rischio di estinzione, non sono molto previdenti: il nido è sempre ben visibile e altri animali spesso si cibano delle uova che la femmina depone.

Questo passero fu descritto la prima volta nel 1819 dall’ornitologo francese Louis Pierre Vieillot nel suo Histoire Naturelle des Oiseaux de l’Amerique Septentrionale. Nativo del Nuovo Mondo, da adulto pesa circa 40 grammi e ha una dimensione di circa 20 centimetri. Per usare i sistemi di misura comuni in Nicaragua, nonostante che dal dicembre del 1893 per legge sia in vigore quello metrico decimale, è lungo 8 pollici e pesa 1,5 once.

Pur con alcune differenze, sia il maschio sia la femmina hanno il collo e la testa grigi, il petto e l’addome giallo, mentre il dorso è verdognolo tendente al grigio.

La coppia si mantiene in costante comunicazione, non allontanandosi mai troppo l’uno dall’altra, e mostra una notevole aggressività nella difesa del territorio contro gli intrusi, persino quelli più corpulenti come i tucani e addirittura i rapaci: entrambi sono sempre nei pressi del nido e vigili contro i possibili divoratori. Il loro canto, un gorgheggio acuto o trillo cinguettante (chichichú), per quanto meno variato rispetto a quello del zanate, è incantevole. Specialmente quello del maschio, nel momento in cui inizia ad albeggiare. «Antes que nazca el día / los pájaros del monte / nos dan sus melodías / los güises y zenzontes».

A differenza del supercolorato guardabarranco (Eumomota superciliosa), il cui piumaggio lo fa assomigliare al costume di Arlecchino, ma che non è facile da vedere pur essendo l’uccello nazionale, questo passero lo si può incontrare praticamente ovunque, appollaiato su un ramo o su un cavo elettrico mentre osserva ciò che lo circonda. Forse per precauzione, forse per semplice curiosità o per avvistare gli insetti di cui normalmente si ciba. In qualunque parco pubblico cittadino ve ne sono a decine, essendo assai affezionati al territorio dove decidono di trascorrere la loro esistenza.

Che ci crediate o meno, in riferimento al comportamento combattivo e impetuoso in difesa del loro territorio, soprattutto nel periodo riproduttivo, a livello scientifico è classificato nella famiglia Tyrannidae e appartiene al genere Tyrannus. In Nicaragua, il Tyrannus melancholicus è comunemente denominato «Tiranno tropicale». Così piccolo è così grintoso…

Probabilmente qualcuno penserà che nulla abbia a che fare con la ornitologia, ma dopo una notte costellata da terribili incubi, popolati dai continui tentativi di Silvestro per entrare nella sua gabbia dorata e super-protetta, alle 8,47 del 14 marzo 2022 il tenero e dolce canarino Juan Carlos Ortega Murillo aveva cinguettato: «Il sistema dei partiti politici deve reinventarsi o intraprendere la via più sana, che è farlo scomparire e statuire il modello del partito unico, conferendo ai governi locali una maggiore capacità di gestione rispetto al governo nazionale».

Un minuto prima aveva putinianamente postato: «Il modello democratico occidentale è in decadenza. La sua revisione e trasformazione è urgente. E il risultato deve essere ottenere maggior potere di decisione diretta delle municipalità sul bilancio generale della repubblica».

Tweet, tweet, tweet… Oh, oh, mi è semblato di vedele un gatto…

A quanto pare, il prode Juan Carlos soffre spesso di queste ossessioni notturne, le quali gli causano insonnia e inquietudine. Già alle 3,08 del 16 maggio 2020 aveva cinguettato: «La Democracia tiene múltiples interpretaciones. Usted conoce la Liberal Burguesa. Yo apuesto por la Democracia Directa basada en un Modelo de Partido Único». Le maiuscole sono nel testo originale. «Punto, punto e virgola, punto e un punto e virgola… Ma sì, fai vedere che abbondiamo! Abbondandis in abbondandum!».

Siamo sempre più confusi e disorientati. Pensavamo che il partito unico fosse in netta antitesi con la democrazia diretta, più o meno come il diavolo e l’acqua santa, essendo alternativo alla democrazia delegata o rappresentativa che dir si voglia. E persino alla democrazia partecipativa e a quella deliberativa. Accidenti a Lenin e alla sua cuoca!

Non tentiamo neppure di ragionare su come possa il partito unico rendere più autonome le amministrazioni locali. Esula del tutto dalle nostre scarse capacità intellettive e cognitive.

Questo giovinotto di belle speranze sarebbe la reincarnazione di A.C. Sandino, secondo la madre. Non ci risulta che il Generale degli Uomini Liberi abbia mai fondato un partito, tantomeno pensato di candidarsi alla presidenza della Repubblica. Anzi, come Cincinnato, dopo aver cacciato i marines dal Paese aveva deciso di dedicarsi alla agricoltura sulla Costa Atlantica, fondando una cooperativa campesina. Ma i tempi cambiano e non ci si bagna mai nella stessa acqua, come diceva quel filosofo greco che viveva in un sistema democratico, ma lo odiava profondamente e considerava il popolo come una massa di stupidi e di pecoroni. E, da bravo aristocratico, auspicava un sistema retto da coloro che definiva «gli eletti», i migliori. Ossia, gli aristocratici come lui.

Più che un Sandino reincarnato, Juan Carlos ci pare un Eraclito redivivo.

Dal canto suo, la ex studentessa di architettura e miss Nicaragua 2007 Xiomara Gioconda Blandino Artola in un tweet del 18 luglio 2021, poche ore prima del 42° anniversario della Rivoluzione popolare sandinista, aveva scritto: «Non so se mi crederete! Una volta Carlos Fonseca venne ed era nella mia stanza. L’ho visto in un angolo del mio letto! Viva il FSLN! È venuto nella mia stanza! L’ho visto. So che non mi credete, ma è venuto a trovarmi».

Avendo terminato i caratteri a sua disposizione, non ha potuto informarci su eventuali catene rumorose trascinate lungo i tenebrosi corridoi del castello né su candide lenzuola svolazzanti pure in assenza di vento né di una voce cavernosa proveniente dalle profondità dell’aldilà. Di solito, i fantasmi appaiono con l’intento di portare a termine ciò che in vita non sono riusciti a ultimare. Chissà per quare motivo si era manifestato il «tayacán vencedor de la muerte»? chissà cosa non è riuscito a concludere? E chissà se Xiomara dorme con la luce accesa per timore degli spettri o se è stato Carlitos a premere l’interruttore. Forse, perà, era circondato da un alone luminoso come i santi. Per favore Xio, illuminaci, poiché la tua storia è rimasta incompleta e lascia un profondo senso di vuoto: «¡Vamos con nada!». Attendiamo con ansia e trepidazione la seconda puntata di questa allucinazione, il 18 luglio prossimo venturo.

Prendetelo pure come un pettegolezzo o come una delle centinaia di storie strane che circolano in Nicaragua, raccontate con una dovizia di particolari che spesso le rendono verosimili, ma dobbiamo informarvi, per dovere di cronaca, che dal 4 maggio 2019 questa visionaria notturna di duendes pare che sia la consorte di Juan Carlos. La data dello sposalizio è davvero significativa, essendo il giorno in cui Sandino si rifiutò di sottoscrivere il patto dell’Espino Negro, nel 1927, dando inizio alla lotta contro l’invasore e contro i vendepatria: «Y se fue, se fue, eran treinta con él».

I più curiosi si sono chiesti: dov’era il consorte la notte dell’apparizione? Stava scappando a gambe levate dall’ennesimo tentativo di Silvestro?

Per non saper né leggere né scrivere, e soprattutto far di conto, pochi mesi dopo le nozze, «Hoy, miércoles 13 de noviembre», lo stesso Juan Carlos ha pensato bene di fondare il Movimiento 4 de mayo, detto pure Movimiento cuatro pelagatos: «No somos un movimiento afiliado al Gobierno». Il figlio ingrato della coppia presidenziale non è affiliato al governo dei genitori… forse per questo Carlitos non si è fatto vedere da lui.

Per quanto concerne Xio, non sappiamo se sia in contatto con Gabriele Ansaloni, in arte Red Ronnie, e con i suoi numerosi amici reincarnati in un’altra dimensione. Di certo Red è in rapporti musicali ultraterreni con il trio rock «Ciclo», composto da Noel Chipi Portocarrero (basso e voce), Bikentios Chávez (batteria) e Juan Carlos Ortega (chitarra). Ultima produzione discografica, l’album «Cosas Vanas», che prende il titolo dalla canzone omonima: «Como un Dios pudo darnos la opción y condenar al mismo tiempo. Como un Dios pudo darnos la opción; cosas vanas de otros misterios, cosas vanas de otros misterios». Testo e musica di Juan Carlos. Grazie alla intercessione di Red, ai concerti del tri-Ciclo hanno partecipato come invitati molto speciali Jimmy Hendrix, Bob Marley, John Lennon e Carosone. Jim Morrison era purtroppo impegnato in un’altra allucinazione… This is the end, my only friend, the end. Tra il pubblico in delirio che gridava a squarciagola e si trappava i capelli e i vestiti, però, passeggiava un bel caprone da sabba, giunto in volo su una scopa direttamente da Benevento.

Ecco dov’era Juan Carlos quella notte: a cavalcioni della cornuta bestia satanica!

Se nei primi anni dopo il triunfo sui palchi delle manifestazioni del Frente Sandinista nel posto d’onore c’era sempre una sedia vuota con lo schienale alto per Carlitos, el muerto que nunca muere, il capo assente della Rivoluzione ma sempre presente, a quanto pare oggi gli incubi e i fantasmi infestano regolarmente El Carmen, più di un vecchio castello scozzese. Chissà, forse lo spirito di Carlitos voleva semplicemente sedersi su quella famosa sedia…

Sempre per la cronaca, Juan Carlos è comunemente soprannominato Juan Coca. Non sappiamo se sia perché è un affezionato e incallito bevitore della bibita gringa, la cui formula è più segreta di quella del cioccolato di Willi Wonka, o se…

È assai probabile che buona parte di responsabilità dei deliri e delle visioni così abituali in questa famiglia sia della materna genitrice, in quanto indubitabile reincarnazione di Paola Omegna, soprannominata Annetta, la strìa di via Verolengo 382 a Torino, la quale negli anni della Prima guerra mondiale faceva strani suffumigi sotto un gufo impagliato: «Ella dava consulto circondandosi di molto mistero, invocava gli spiriti, faceva esorcismi» («La fattucchiera», La Stampa, 2 marzo 1916. Ultime di cronaca [p. 6]).

«Te amo Rosario, sos lo máximo», aveva postato Xio il 1° gennaio 2021. E qui ci fermiamo, poiché la nostra confusione mentale sta aumentando a dismisura. Lasciamo perciò ai lettori ogni ulteriore possibile commento sulla esistenza dei Poltergeist e soprattutto sul concetto di democrazia, sia essa delegata o diretta o simil-napoleonica, «nui / chiniam la fronte al Massimo / Fattor, che volle in lui / del creator suo spirito / più vasta orma stampar» (Alessandro Manzoni).

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