Realismo magico? Solarpunk? Chi etichetta è perduto.

Il redivivo db segnala due fanta-antologie che più diverse non si può. Poi, non pago, si affanna a scrutare gli Urania in edicola.

«In un mondo che ne è quasi privo ogni magia è un dono» così Davide Campari nel bel racconto «Quel che il mare restituisce». Siamo nell’antologia «La boutique degli incanti» – 272 pagine per 17 euri – curata da Maurizio Cometto per Delos, con il sottotitolo «Ventidue bagliori di realismo magico».

Come spesso capita nelle antologie standard ci sono alcune perle, altri testi piacevoli e qualcosina da dimenticare (sono opinioni non sentenze e magari un paio di racconti il qui presente recensore non li ha capiti perchè è tonto e/o ignorante).

Due storie sono quasi capolavori… costruiti con “niente” (e se vi dicessi di più non solo farei spoiler ma distruggerei la magia): riescono in quest’impresa Silvia Treves con «L’ultima finestra del cubo» e Giulia Anna Gallo con «Vuoto». A completare il poker dei (miei) migliori c’è «L’ultimo Natale» di Raul Ciannella, con una fine del mondo forse mai vista e che più milanese-centrica non si potrebbe, e il borgesiano «Il rifugio lontano della memoria» di Matteo Pisaneschi.

Ed ecco i piacevoli per trama e/o scrittura: «Narvalo» di Giovanni Manzera (con un colpo di scena finale anti-clero: logico … non ideologico); l’antico immaginario che mescola burattini e mistero trionfa in «Piccole storie futili» di Giuliano Cannoletta; «Le assenze» di Flavio D’Ippolito prova a raccontarci come nasce una divinità; il tema di «Corteccia» è semplice eppure Massimo Citi stupisce; semplicissimo – ma azzeccato – è anche «La vacanza sogno di Edgar Moore» di Laura Scaramozzino; «Roncisvalle» di Emanuele Manco sembra filare liscio e noiosetto fino a che un doppio colpo di scena costringe a dire «Grazie, prode Orlando»; bella trama e bel finale per «Il Paguss» di Caterina Mortillaro; originale e riuscito il breve «Era tutto vigneti» di Giovanni De Feo; spiazzanti e non conformisti sia «Contrada Foro Morto» di Angelo Marenzana che «Tra il Lete e l’Eunoè» di Andrea Borla; davvero ben scritto anche «Le verdi ali della morte» di Anna Maria Pierdomenico (però mi è parso che in qualche punto la storia traballasse); oltre al già citato «Quel che il mare restituisce».

Fin qui db. A questo punto però entra in scena Severo De Pignolis che chiede, con il ditino alzato: «ma perchè realismo magico?». La domanda non è fuori luogo, visto che santa Wikipedia – protettrice dei pigri – per esempio offre questa definizione «Il realismo magico è una corrente pittorica e letteraria della prima metà del 900… Nella letteratura (come realismo fantastico) è un filone attribuito a determinate opere narrative in cui gli elementi magici appaiono in un contesto altrimenti realistico». Se intendo bene De Pignolis vorrebbe sapere su 22 racconti quanti rientrano nella suddetta “gabbia”. Non mi azzardo a dire un numero però Cometto (il curatore dell’antologia) e/o l’editore in qualche modo ha parato il colpo in anticipo – nel risvolto della copertina – scrivendo di weird, «pagine infinite, tigri imprigionate in stanze che non esistono» eccetera. Mi sta venendo mal di testa ma…

resto sul quesito di De Pignolis perchè anche la seconda antologia che ho letto in questi giorni ha una definizione secca, anzi «Solarpunk» è la parola più grande del titolo seguita da «Storie di ecologia fantastica in un mondo sostenibile». Il libro è pubblicato da Le Mezzelane: 360 pagine per 17 euri; è uscito in Brasile nel 2018 ed è stato tradotto (dall’edizione inglese) da Maria Grazia Beltrami. Ma l’etichetta corrisponde poco – quasi nulla – al contenuto. Sono quasi tutti “normali” racconti che oscillano tra fantastico e fantascienza.

A differenza però di «La boutique degli incanti» in quest’altra antologia la qualità media è bassa. C’è un racconto molto bello, geniale per certi versi: «Il Soylent verde è fatto dalla gente» (*) di Carlos Orsi e un altro degno di interesse: «Il sole nel cuore» di Roberta Spindler. Gli altri 7 sono da dimenticare: idee buone ma sprecate oppure una scrittura decente ma senza trama… Due sono pessimi, quasi spazzatura. Il solarpunk merita di meglio.

VELOCE NOTARELLA SULLE EDICOLE URANIANE

C’è una terza antologia, freschissima di stampa, che mi riprometto di leggere: è «Primo contatto». Ma Urania per luglio propone anche Ernest Cline con «Ready Player One», Alastair Reynolds con «Permafrost» e addirittura “Sua Maestria” Jack Vance, uno dei grandi vecchi dell’epoca d’oro; e questo «Il mondo di Durdane» – primo volume di una trilogia – è (sembra impossibile) inedito. Ce n’è per tutti i gusti. A s/proposito: chi mi affianca nelle recensioni? Poi ad agosto dovrebbe tornare – sentite gli squilli di tromba? – il mio amato Robert Sawyer.

(*) per una coincidenza di «Soylent verde» poche ore Francesco Masala scriveva in “bottega” … partendo dal vecchio film di Richard Fleischer. Ma forse il titolo del racconto di Carlos Orsi è fuorviante, addirittura l’unica cosa che non “fila”. Vita dura per le etichette e …. pure per i titoli.

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

2 commenti

  • Un rigraziamento da parte del curatore della prima delle due antologie.

  • Andrea ET Bernagozzi

    Grazie delle recensioni, accomunate anche dal fatto che la cultura dell’America latina riveste un ruolo importante sia per il realismo magico, sia per il solarpunk.

    E soprattutto la notizia che dibbì sia redivivo è degna del miglior racconto di realismo magico solarpunk e altri generi a scelta, evviva!

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