Rigaglie: la casa sconfinata dei profumi

di Andrea Appetito

Ormai non corro più su una pista e neppure sull’asfalto. Preferisco i sentieri e spesso li abbandono per correre sui rami secchi sulle foglie cadute tra le felci. In questi giorni le violette fioriscono nel sottobosco e il loro candore timido è una brezza colorata per gli occhi. Ho l’impressione che correre lontano dai sentieri mi liberi finalmente dall’ossessione del tempo. Qui correre diventa vagare e che cos’è la solitudine? I passi di corsa sui sentieri abbandonati non sono quelli di un solitario ma l’incedere di un devoto che corre ad abbracciare la sera. Questo tempo di passaggio è foriero di malinconie per chi rimpiange le lunghe giornate ma per chi ama i crepuscoli è un lago di sensazioni autunnali. Ribolle la casa sconfinata dei profumi: la resa degli alberi sui sentieri, il mosto delle foglie che tinge le dita, la terra colorata di bistro. L’autunno ha a che fare con i confini frastagliati tra il secco e l’umido, la veglia e il sonno, il cielo e la terra. È la stagione del vento che sfugge alle chiese. Corro e mi addentro nel bosco. Che voglia di dimenticare la via del ritorno. Perché non immaginare la vita a partire dai boschi dove il desiderio è più forte della paura?

L’immagine è di Rocco Lombardi

(*) Dal 9 gennaio ogni domenica – alle 14 – in “bottega” trovate «Rigaglie» ovvero le ispirazioni e riflessioni di Andrea Appetito. Qui le ultime quattro: Rigaglie: la vita degli insetti, Rigaglie: librarsi e scendere in picchiata, Rigaglie: ai figli della notte e Rigaglie: se Lenin avesse letto Rimbaud.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *