Rigaglie: la zattera degli insetti

di Andrea Appetito (*)

Sogno a piedi nudi sull’asfalto di Roma. È notte e la città è invasa da milioni di falene bianche, sembra che nevichi. Sotto i lampioni di Trastevere, davanti ai fanali delle automobili e alle vetrine illuminate, le falene volano disperatamente attratte dalla luce elettrica, si esauriscono e cadono fulminate. Cammino e l’asfalto è ricoperto da milioni di falene morte che scricchiolano sotto i piedi nudi. A un tratto dalla sponda del Tevere salpa una zattera carica di insetti. Ci sono falene, lucciole, bombi, api, vespe, scarafaggi, grilli, zanzare. Ogni tipo di insetto esistente, ogni impollinatore. Io guido la zattera con una lunga pertica di legno. I romani vengono sugli argini e si dispongono in fila, uno accanto all’altro. Il sindaco con la fascia tricolore mi chiede: «Dove li porti?». «Sono insetti – rispondo – stanno morendo. Li porto lontano da qua». Il sindaco è infuriato e urla dalla sponda, ma ho guadagnato il centro del fiume e il rumore dell’acqua copre le sue grida. Avanzo e dai lampioni della città una moltitudine di insetti si stacca e viene a posarsi sulla zattera. Molti muoiono, altri agonizzano con le loro piccole ali palpitanti. La zattera procede tra sponde buie e alberate. Roma ormai è lontana, il bagliore della luce elettrica si spegne alle mie spalle. Io seguo il riflesso della luna sull’acqua. Prima di arrivare al mare il cumulo di insetti comincia a punteggiarsi di piccole luci. Le lucciole agonizzanti hanno ripreso a respirare. I grilli a cantare. Api, bombi, vespe e tutti gli altri impollinatori hanno ricominciato a volare e ronzano festosi attorno alla zattera. Avanzo e il carico si fa più leggero. Un po’ alla volta gli insetti sciamano in tutte le direzioni. I grilli canterini si disperdono nei canneti e tra i salici sulle sponde, le falene seguono il riflesso della luna sui canali d’acqua nera che odorano di melma e radici. Le lucciole, infine, abbandonano la zattera e illuminano la notte e la foce del Tevere fino al mare. 

(*) «Rigaglie» ovvero le ispirazioni e riflessioni di Andrea Appetito. Qui le ultime 5: Rigaglie: Terra non battezzata, Rigaglie: «Almost blue», Rigaglie: a José María Fonollosa, Rigaglie: «La vertigine è», e Rigaglie: passi, Venezia e nebbia

 

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