San Valentino e Kamasutra: lo strano incontro

Valerio Zanotti ne chiacchiera con db (*)

Per chi la fortuna (o è una disgrazia?) di abitare a Imola l’appuntamento è sabato 12 febbraio – ore 21 – al circolo Estro di Imola per ascoltare testi ritrovati e mescolati da Daniele Barbieri e da Francesca Negretti, letti e “giocati” da db con Agata Marchi.

Ciao Daniele, sono Valerio…”
“Ciao Valerio, la prima domanda però la faccio io: ce l’hai un bussolotto, di quelli che si usano per le estrazioni?”
“No purtroppo non ho un bussolotto, posso proporti una cesta…”
“La cesta l’abbiamo, ma ci piaceva l’idea del bussolotto”.
“Ma che ne dovete fare?”
“Aspetta e lo capirai. Ho però una domanda di riserva: non è che fra i tuoi amici ci sono due trapezisti bulgari?”
“Mi dispiace, anche in questo caso non ti posso essere d’aiuto… ma a che vi servono?”
“Non avere fretta, poi lo capirai”.
“Insomma, non ti sono stato molto d’aiuto, spero lo stesso di poterti fare qualche domanda…”
“Cosa vuoi sapere Valerio?”

Visto che siamo a ridosso del 14 febbraio, visto che siamo un po’ stanchi di fiori, cene o cioccolatini, ti volevo chiedere qualche idea per questa ricorrenza che, lo so, tu ami particolarmente…
“Giusto giusto ho una cosetta che potrebbe fare per te e per i tuoi lettori: che ne dici di una serata sul tema Sanvasutra e Kamalentino”?

????
“Anche i più tonti capiscono che è un rimescolamento di San Valentino e Kamasutra…”.

Grazie… Non sarà una cosa vietata ai minori?
“Se ci saranno cose vietate ai minori o a chi è debole di cuore, oppure per chi non ha il… green sexy pass le faremo in una stanza separata, stiamo studiando la cosa…”

Sì, ma cosa farete?
“Da dove vuoi che inizi: dall’inizio, dalla fine o da metà?”

Partiamo da metà…
“Dopo una breve introduzione alle letture, a un certo punto noi – ciè io e Agata Marchi – ci metteremo a leggere storie di passione, di erotismo acceso, … non troppo acceso perché nel circolo Estro non ci sono tantissimi estintori… più storie d’ironia, dubbi, platonismo ecc. Non parliamo invece di tragedie, perché la parte tossica dei rapporti fra i sessi non riguarda, secondo noi, l’amore e il sesso, ma patologie gravi che hanno a che fare con delitti, violenze, infamie. Comunque ricorderemo anche che il 14 febbraio di ogni anno, oltre a questa festa un po’ cretina, si scende in campo contro la violenza sessista con One billion Rising”.

Andiamo all’inizio, dove, quando e chi siete “noi”?
“Quando è il 12 febbraio, dove è al circolo Arci Estro di via Aldrovandi 12 a Imola. Speriamo si possa cominciare alle 21, ma chi vuole mangiare può venire un po’ prima. Per entrare ci vuole la tessera Arci e … the yellow submarine, no scusa il Green Pass. I testi che leggeremo sono stati ritrovati dal sottoscritto, Daniele Barbieri, e da Francesca Negretti; il 12 febbraio saranno letti e ‘giocati’ da me con Agata Marchi”.

ritorniamo a metà…
“Io e Agata cominceremo a leggere, speriamo che siano letture per tutti i gusti. Ma in quale ordine? Alfabetico, logico, geografico, una citazione drammatica alternata a una ironica? Dopo lungo pen(s)are abbiamo avuto l’illuminazione. Negli amori infatti il tormento, l’estasi, il dubbio, l’illuminazione, il rincoglionimento, la risata non seguono un ordine preciso. Allora per la scaletta della serata ci affidiamo al fato. O meglio alle mani di qualcuna/o e quindi ecco perchè ci serve un bussolotto, per estrarre i foglietti contenenti i nostri testi”.

A questo punto raccontaci delle origini di questo Valentino e del Kamasutra.
“Per Valentino dobbiamo fare un salto di circa 1700 anni. Quel poveretto morì decapitato nel 273 dopo Cristo. Forse, proprio perché perse la testa è il presunto patrono degli innamorati. Ma le cose sono più complicate. Pare che quando era in carcere questo Valentino abbia ridato la vista alla figlia del suo carceriere e quindi… l’amore è anche cieco. Questo San Valentino, di cui non si sa nemmeno con certezza dove sia nato, forse a Terni, è il protettore degli innamorati, ma attenzione attenzione… anche il protettore degli epilettici. E qui qualche dubbio potrebbe sorgere: l’amore è pazzia? Di certo epilessia. Ma attenzione attenzione bis: il 14 febbraio si festeggia anche Sant’Antonino Abate che, come ben sapete è il liberatore degli ossessi. Insomma tutto questo per dire che il dente batte dove la carne duole (o non è così?) ma di certo lo spirito è forte e la carne è debole però alla fine vince quasi sempre la carne… strano, vero?”

Ok, ok lasciamo stare Valentino…
“Allora facciamo un altro piccolo salto nel tempo e arriviamo a una data imprecisata fra il primo e sesto secolo. Si dice che il Kamasutra sia stato scritto da un indiano, Vatsyayana, vissuto appunto fra il I e VI secolo. Il titolo completo è Vātsyāyana Kāma Sūtra (Aforismi sull’amore, di Vatsyayana) e descrive l’amore come unione divina. Nella cultura classica degli indù, come ben sai, gli esseri umani devono perseguire un’armonica realizzazione di sé, senza trascurare alcun aspetto della vita terrena ed è quindi prescritto che si ricerchino quattro obiettivi:
Artha: il Benessere, sia fisico che economico;
Kama; il Desiderio, il piacere e la sua fruizione;
Dharma: il senso etico che ricerca un equilibrio tra artha e kama;
Mokṣa: la liberazione dal mondo materiale e il raggiungimento della vera coscienza di sé. Che al momento lasciamo da parte.
Quindi questo famoso Kamasutra – che in tanti hanno sfogliato, ma pochi hanno letto e ancora meno capito – stimola la curiosità perchè ci sono le figure che descrivono 64 posizioni sessuali  in modo da lasciare pochi dubbi sul loro significato erotico ma tanti sulla effettiva realizzabilità di alcune varianti. Secondo il Kamasutra esistono 8 modi base per fare l’amore, poi si moltiplica per 8 per ottenere tutte le varianti. E noi ne illustreremo qualcuna”.

In che modo?
“Ecco perchè ci servivano due contorsionisti o trapezisti, insomma ginnasti per mostrare posizioni che ciascuno di noi, nel suo piccolo, potrebbe realizzare, magari allenandosi in modo da non rischiare un misto di slogature e fìguracce. Vediamo come andrà a finire la ricerca. Male che vada c’è sempre la vecchia lavagna. Certo ci perderemo il sudore, però qualcosa faremo vedere. E poi qualche sorpresa…”.

Alla fine ci sarà anche… una fine?
“Certamente ci sarà una fine… ufficiale. Noi diremo due cose di ringraziamento, annunceremo il prossimo spettacolo e saluteremo il gentile pubblico…”

Tutto qui?
“Va bene, lo dico, solo a te. Ci sarà anche una fine non ufficiale. Chi resterà potrà accedere ad un’altra cesta (o bussolotto) dove potrà prendere i foglietti con i testi che abbiamo letto e anche quelli che non abbiamo letto. Dopo tanto lavoro sarebbe un vero peccato doverli buttare via. Li regaleremo a chi avrà avuto la pazienza e il coraggio di restare fino alla fine. Spero che il pubblico interagisca; magari qualcuno o qualcuna sale sul palco per fare una dichiarazione d’amore…”.

Nelle ceste chi c’è?
“Ma vuoi sapere proprio tutto. Io non ti dirò che leggeremo Anna Achmatova, Adonis, Antonella Anedda, Wystan Hugh Auden, Stefano Benni, Patrizia Cavalli, Chiara Maria Colombari, Christiana de Caldas Brito, Erri De Luca, Andrea Donaera, Nuruddin Farah, Clelia Farris, Erich Fried, Eduardo Galeano, Massimo Gramellini (ma tu pensa), Mariangela Gualtieri, Frida Kahlo, James Joyce, Wisława Szymborska, Henry MIller, Pablo Neruda, Ferdinando Pessoa, Nizzar Quabbani, uno dei più grandi cantori del mondo arabo, da noi poco conosciuto. E poi Saffo ovviamente, una cosa meravigliosa di Manuel Scorza, il frammento di un giovane autore inglese di cui si sentirà molto parlare, tal William Shakespeare, ma anche Oscar Wilde, Virginia Woolf… Non dirò che ci sono. Se poi ci sono meglio. C’è di tutto, siamo un po’ deboli sull’Antartide, ma vedremo di rimediare”.

(*) ripreso da www.leggilanotizia.it

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *