Scor-data: 30 settembre 1962

Nello Stato del Mississippi comanda il diavolo ma James lo sfida e vince

di d. b. (*)  

Dopo 8 anni il Mississippi cede al governo degli Stati Uniti ed è costretto ad ammettere un «nero» all’università dei bianchi. Ma per far entrare James Meredith alla Ole Miss devono arrivare le truppe federali: 2 morti e centinaia di feriti.

Accadde il 30 settembre 1962 e gli scontri in città si protrassero per giorni. Meredith due anni prima aveva fatto domanda e la Ole Miss, basandosi sulle leggi razziste del Mississippi, l’aveva respinta. Ma i tribunali federali diedero ragione a Meredith (in base alle decisioni, prese nel 1954, dalla Corte suprema contro l’apartheid) e ordinarono all’università di immatricolarlo. Il governatore Ross Barnett dichiarò: «andrò in carcere piuttosto che permettere a un negro di metter piede nelle scuole dei bianchi», si fece nominare «segretario alle immatricolazioni» e impedì a Meredith di iscriversi. La Corte d’appello di New Orleans lo dichiarò colpevole dandogli tempo fino al 2 ottobre per obbedire; in alternativa il carcere. Il presidente John Kennedy aveva promesso di garantire i diritti dei cittadini «di colore» e il 29 settembre inviò soldati; richiamò anche la Guardia nazionale del Mississippi per impedire che Barrett potesse mobilitarla. Il governatore sembrò cedere e chiese solo che Meredith entrasse all’università di domenica. Ma era una trappola: i pochi soldati si trovarono a fronteggiare – quasi disarmati – i razzisti del Mississippi più i rinforzi arrivati da Alabama, Georgia e Texas. Negli scontri morirono due persone: uno studente (il suo nome non si trova in rete) e Paul Gulhard, giornalista francese.

Una domenica d’inferno ma Meredith vinse e il presidente Kennedy mantenne le promesse di far rispettare, in tutti gli Usa, la sentenza del 1954.

Fin qui quello che, più o meno, trovate in rete o spulciando qualche libro. Ma c’è ovviamente molto di più, nel merito e nel contesto. Fra l’altro le canzoni di Bob Dylan e di Phil Ochs; ecco la seconda nella versione italiana di Riccardo Venturi (ripresa dall’ottimo sito http://www.antiwarsongs.org) che la traduce dalla compilation «A Toast to Those Who Are Gone» con le canzoni scritte da Ochs nella prima metà degli anni ’60.

BALLATA DI OXFORD, MISSISSIPPI (JIMMY MEREDITH)
Vi canterò una canzone su una città del sud dove comanda il diavolo,
E di quando gli ispettori dovettero fronteggiare una folla arrabbiata
Per mandare una sola persona a scuola
Il suo nome era Jimmy Meredith
E contribuì a far cambiare il vento
Perché lui decise di restare là, quel giorno terribile
E il Paese avrebbe imparato presto

C’era sangue, sangue rosso, sulle loro mani
E i loro vestiti erano sporchi di giallo
Quel che pensavano di fare
Lo sanno soltanto Dio e il diavolo
C’era odio, odio freddo, nei loro cuori
Sparato dalle loro anime come da pistole
E urlavano “Guardate cosa avete fatto!”

Il governatore aveva promesso di non far scoppiare disordini
Ma quando la folla si fece minacciosa non si trovò manco un soldato
E la gente era colma di odio e di rabbia,
Gridava nella notte,
La bandiera ribelle sventolava,
Il simbolo dei diritti dello Stato

C’era sangue, sangue rosso, sulle loro mani
E i loro vestiti erano sporchi di giallo
Quel che pensavano di fare
Lo sanno soltanto Dio e il diavolo
C’era odio, odio freddo, nei loro cuori
E lanciavano pietre e mattoni
Urlando “Guardate cosa avete fatto!”

Si lanciavano candelotti lacrimogeni sulla folla a ogni attacco
E anche se il gas non agiva subito, loro [gli ispettori] non risposero sparando
E quando il fumo si fu alzato e la furia sentì il dolore causato
Due persone erano morte e cento ferite
Il sud si era rivoltato ancora

E allora sentite, mr Barnet, e anche lei, mr Walker,
I tempi stanno cambiando alla svelta e vi travolgeranno
E un giorno andrete sì a sud, ma al capo più a sud dell’inferno
E laggiù fa un caldo tremendo, un caldo da arroventare
E allora lo sentiremo sì il vostro urlo ribelle!

C’era sangue, sangue rosso, sulle loro mani
E i loro vestiti erano sporchi di giallo
Quel che pensavano di fare
Lo sanno soltanto Dio e il diavolo
C’era odio, odio freddo, nei loro cuori
E lanciavano pietre e mattoni
Urlando “Guardate cosa avete fatto!”.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 30 settembre fra l’altro avevo ipotizzato: 1809: il trattato-beffa di Fort Wayne; 1901: raggi X; 1902: viaggio di Zanardelli in Lucania; 1916: poesia «In memoria» di Ungaretti; 1942: nasce Altan; 1953: Piccard scende a 3mila metri; 1956: inizia la battaglia di Algeri; 1957: mini golpe a San Marino; 1960: Nigeria indipendente; 1965: rivolta e repressione in Indonesia; 1986: a Roma rapito Vanunu; 1991: Haiti, ennesimo golpe della Cia; 2009: testimonianza chiave sulla morte di Giuseppe Uva… svelata dopo 15 mesi. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
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