Seconda stella a destra: il nostro indirizzo …

… nell’Universo.

di Maria Teresa Messidoro (*)

 

“Seconda stella a destra

Questo è il cammino,

e poi dritto fino al mattino

poi la strada la trovi da te,

porta all’isola che non c’è.” (1)

 

Quando arrivai la prima volta a San Salvador, nel 1986, fui travolta dal contesto politico, la militarizzazione, le denunce delle violazioni dei diritti umani, la coraggiosa lotta degli insegnanti del sindacato Andes 21 de Junio, il ruolo della nostra delegazione internazionale, la guerra di liberazione armata presente ovunque, seppure nascosta o celata da una apparente normalità.

C’erano anche aspetti della vita quotidiana che mi costrinsero a modificare il mio tradizionale modo di pensare: uno era la toponomastica della città. La stragrande maggioranza delle vie di San Salvador erano e sono strutturate secondo una logica ineccepibile: le calles si estendono da oriente a ponente, le avenidas corrono da nord a sud.

Le calles e le avenidas si intersecano, essendo perpendicolari, mentre una calle non potrà mai incrociare un’altra calle, e lo stesso succede con le avenidas.  Inoltre le calles pari si trovano al sud del centro della città, quelle dispari al nord, mentre le avenidas pari si trovano a oriente del mero centro (il centro più autentico), quelle dispari ovviamente a occidente.

Tratta da https://alfageomatics.com/2016/12/nomenclatura-de-el-salvador-2-entonces-como-llego-a-una-direccion/

E se ci sono problemi con l’oriente e l’occidente, bè, basta pensare a dove si trova San Miguel, la “Perla de Oriente” di El Salvador: semplice no?

Come in molte città nordamericane, la stragrande maggioranza delle calles e avenidas sono indicate da numeri: in quel primo viaggio alla scoperta di El Salvador, l’indirizzo del sindacato Andes 21 de Junio, che fu la mia casa per tutta la permanenza nella città, rimase impresso nella memoria.

Quarta calle oriente, n. 620. Così recitava quella cartina che mi fu messa in mano il primo giorno della nostra permanenza in città: una fotocopia sbiadita, coi caratteri piccolissimi, che facevo fatica a leggere.

A cui mi abituai velocemente.

Questa regola, delle calle e avenidas, molto simile a quella di New York delle streets e avenues, si ripete in alter città centroamericane, piccole e grandi che siano.

Ma scordatevelo in Nicaragua.

Dove un indirizzo è poesia pura, o se preferite un esercizio perfetto di immaginazione.

Un esempio, facile.

Dovete andare a León a visitare una persona che vive “de la Iglesia el Calvario una cuadra al sur media al este”.

Partite dalla Chiesa del Calvario, tra l’altro molto nota, andate un isolato al sud, poi mezzo isolato a ovest e siete arrivati.

 

Un altro esempio, questa volta più complesso.

“Del Laconel, 2 cuadras arriba, 1/2 cuadra al sur”.

Innanzitutto, il Laconel è un ristorante che non esiste più, piccolo particolare per niente insignificante. In secondo luogo arriba sostituisce oriente, come abajo sostituisce l’occidente.

Le due immagini di indirizzi nicaraguensi sono tratte da https://vianica.com/sp/nicaragua/informacion-practica/14-direcciones.html

 

Un esempio ancora più difficile, con le abbreviazioni che trasformano un indirizzo in un rebus.

“Bo San Antonio, Igl La Batería, 1c al S 1c al Oe 30vs al S Fte Esc Castillo”.

Dove Bo sta per barrio (quartiere), c per cuadra, Igl per iglesia (chiesa), S per sud, Oe per ovest, vs sostituisce varas, dove la vara è una antica unità di misura di lunghezza (2), Fte significa en frente (di fronte), Esc escuela (scuola).

Se vi perdete, i nicaraguensi vi aiuteranno di sicuro, orgogliosi del proprio sistema di individuazione degli indirizzi.

Magari dandovi appuntamento sotto un albero di amate, … che non c’è più!!

Allora, forti di questa esperienza in Nicaragua, proviamo ad identificare l’indirizzo della Terra nel nostro universo.

Incominciamo dal sistema solare a cui apparteniamo, poi ci spostiamo nella nostra galassia, la Via Lattea, dove scopriamo che la stella a noi più vicina è Alfa Centauri, che dista appena 4,3 anni luce, 63 mila volte la distanza terra sole.

Il nostro sistema solare è posto all’interno del Braccio galattico di Orione, tra il Braccio scudo croce e il Braccio di Perseo.

La nostra galassia è larga circa 105 mila anni luce.

E si trova nell’ammasso locale di galassie, a fianco della Grande e della Piccola Nube di Magellano,  quasi a ridosso della Galassia nana del Sagittario e quella dell’Orsa Minore.

Questo ammasso locale è immerso nel super ammasso della Vergine, insieme ad altri 100 gruppi di galassie e ammassi stellari.

Stiamo parlando di 100 milioni di anni luce di larghezza.

Il super ammasso della Vergine diventa poco più di una appendice del super ammasso Laniakea a cui appartiene: lo troviamo infatti a fianco di qualcosa come altre 100 mila galassie, in un super ammasso con una larghezza approssimativa di 520 milioni di anni luce.

Questo super ammasso Laniakea prende il nome da una parola di origine hawaiana, Lani e Akea, che significa Cieli Immisurabili o “Immenso Paradiso”; fu scelta da un gruppo di astronomi nel 2014, quando venne pubblicato uno studio sui super ammassi. (3)

Il nome è un omaggio ai popoli polinesiani che navigavano nei mari grazie alle stelle del cielo,  ed è stato ideato da Nawaa Napoleon, professore al Kapiolani Community College.

Tratta da https://www.astronomiamo.it/DivulgazioneAstronomica/Area/Da%20Laniakea%20al%20Sistema%20Solare/Laniakea-Superammasso-Locale-e-Gruppo-Locale

Ma non è ancora finita qui: il super ammasso Laniakea fa parte del Complesso dei super ammassi dei Pesci-Balena.

Il complesso di super ammassi dei Pesci-Balena ha una lunghezza stimata di circa 1 miliardo di anni luce e una larghezza di 150 milioni di anni luce.

il nostro Superammasso della Vergine rappresenta solo lo 0,1% della massa totale del complesso di superammassi dei Pesci-Balena.

E noi, piccola Terra?

 

Noi possiamo soltanto accontentarci di mettere su un ipotetico messaggio come nostro indirizzo il seguente:

Pianeta Terra, Sistema solare, Braccio di Orione, Via Lattea, Super ammasso della Vergine, Super ammasso Laniakea, Complesso super ammasso dei Pesci-Balena, Universo.

Sapendo che l’extraterrestre di turno, di formazione simile al nicaraguense, si potrebbe burlare di noi, introducendo come riferimento un ente appartenente alla materia oscura (4).

This artist’s impression shows the Milky Way galaxy. The blue halo of material surrounding the galaxy indicates the expected distribution of the mysterious dark matter, which was first introduced by astronomers to explain the rotation properties of the galaxy and is now also an essential ingredient in current theories of the formation and evolution of galaxies. New measurements show that the amount of dark matter in a large region around the Sun is far smaller than predicted and have indicated that there is no significant dark matter at all in our neighbourhood.

 

Questa rappresentazione artistica mostra la Via Lattea. L’alone blu di materia che circonda la galassia indica la distribuzione prevista per la misteriosa materia oscura, inizialmente introdotta dagli astronomi per spiegare le proprietà di rotazione delle galassie e ora anche ingrediente essenziale nelle attuali teorie di formazione ed evoluzione delle galassie.  https://www.eso.org/public/italy/images/eso1217a/

 

  1. Da L’isola che non c’è, brano di Edoardo Bennato
  2. Questa unità di misura ha variato secondo i tempi ed i luoghi, fissata nel lontano 1801 come equivalente a 83,59 centimetri. Per facilitare i calcoli, si consiglia di pensare che una vara corrisponde a circa un 20% in meno di un metro
  3. Di loro facevano parte Brent Tully dell’Università delle Hawaii a Manoa e Helene Courtois della’Università di Lione
  4. Numerose osservazioni condotte su galassie, ammassi di galassie e su scala cosmologica hanno fatto emergere dellecrepe nella nostra comprensione dell’Universo. Queste osservazioni hanno richiesto l’introduzione di enti sconosciuti, “oscuri”, che esercitano il loro effetto gravitazionale, ma senza farsi vedere. In particolar modo, oggi sappiamo che per spiegare l’Universo dobbiamo considerare che circa il 70% dell’energia è costituito da energia oscura, e circa il 25% dalla materia oscura.

 

*Professoressa di fisica, col naso molto all’insù

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Teresa Messidoro

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