Strage di Modena: il rischio di un colpo di spugna

di Alexik E’ prevista per lunedì prossimo presso il Tribunale di Modena l’udienza per decidere dell’archiviazione del fascicolo riguardante la morte di otto detenuti nella rivolta del carcere Sant’Anna.Tre mesi fa il procuratore aggiunto Giuseppe Di Giorgio, assieme alle PM Lucia De Santis e Francesca Graziano, ha chiesto di passare un bel colpo di spugna sulla peggiore strage carceraria della storia

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ZONA ROSSA: la memoria è un ingranaggio collettivo

di Alexik (*) Ricordare Genova è un esercizio complicato. Personalmente non sono mai riuscita a farlo con serenità, senza sentir crescere una stretta allo stomaco, né a derivarne degli elementi costruttivi. E’ un bene, quindi,  potermi ritrovare fra le mani un testo che mi consente di andare al di là della mia visione parziale. Nessuna ricostruzione individuale può infatti riuscire

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Normalizzare i devianti, disciplinare il lavoro: una comunità/fabbrica – 2

di Alexik (*) [Continua dal capitolo precedente.] San Patrignano non avrebbe potuto funzionare se alla violenza fisica non si fosse accompagnato un forte condizionamento mentale. La riabilitazione infatti non consisteva nel rafforzare la tua personalità per farti rialzare. La ‘riabilitazione’ consisteva nel distruggerla. Nel farti uscire dal ‘tunnel della droga’ per farti entrare nel tunnel della comunità, sostituendo una dipendenza

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Normalizzare i devianti, disciplinare il lavoro. Storia di una comunità/fabbrica

di Alexik A volte ritornano, come fantasmi maligni, come ricordi amari. Gli anni ’80 periodicamente riemergono dal limbo in cui avresti voluto relegarli, con tutto il loro portato reazionario. Rappresentano il giro di boa, il decennio in cui il capitale si è ripreso il suo spazio per costruire un nuovo ordine, sulle ceneri dell’ultimo tentativo di rivoluzione dell’Italia del ‘900.

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Estrattivismo pandemico/4

di Alexik (*) [A questo link il capitolo precedente.] Come da manuale, la recessione che viene – la peggiore, secondo l’OCSE, dal dopoguerra – sta imprimendo un nuovo impulso all’aggressione del profitto contro i territori. L’illusione che la crisi pandemica potesse portare ad un ripensamento sull’assurdità di questo modello di sviluppo si è dissolta molto in fretta, a fronte della

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